L’ascolano Danilo Cittadini gira il mondo con la sua Mara: «I sogni e le ambizioni non devono essere posticipate»

SI SONO incontrati in Australia nel 2016, dove si trovavano spinti dallo stesso spirito di avventura. Lontani ed alle prese con mille difficoltà, ma sempre pronti a lanciare messaggi propositivo e con il sorriso, collegati con la loro Italia attraverso i social 
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Danilo Cittadini e Mara Flecchia (Foto Facebook)

 

 

Vivere “come due vagabondi” ed essere felici nonostante le innumerevoli difficoltà: questa la scelta coraggiosa di Danilo Cittadini e Mara Flecchia, ascolano lui (31 anni), diplomato enologo all’Istituto Agrario “Ulpiani”, di Varese lei (29).

 

A farli incontrare lo stesso spirito d’avventura, nel 2016, in Australia dove si sono ritrovati, due italiani, a raccogliere arance. Si sono innamorati, scegliendo di continuare il viaggio, in giro per il mondo, a bordo di un camper acquistato come furgone ed allestito allo scopo.

 

(Foto Facebook)

Si trovavano in Canada quando è scoppiata la pandemia che ha rivoluzionato il mondo. Ma loro non si sono persi d’animo e sono andati avanti, trovando lavoro in un’azienda agricola.

 

Finita l’emergenza covid, si sono rimessi in viaggio, toccando gli angoli più remoti del pianeta. Sempre insieme, sempre collegati con la loro terra attraverso i social.

 

“Come due vagabondi” le loro pagine Facebook e Instagram, dove pubblicano video. L’ultimo del 5 gennaio di quest’anno, dal Messico. Rimarranno lì per almeno una settimana perché il loro camper si è rotto. Ma mentre lo raccontano non perdono il sorriso ed è facile lasciarsi trascinare in questo splendido viaggio nella gioia di vivere, conoscere, imparare per poi insegnare.

 

Insegnare a non arrendersi ai problemi, sia dentro le confortevoli mura di casa che in Paesi sconosciuti e potenzialmente ostili.

 

(Foto Facebook)

I loro messaggi sono sempre coinvolgenti e, cosa non da poco, propositivi.

Perché quello che fa la differenza è il modo di affrontare le sfide quotidiane.

 

Ecco cosa hanno scritto a marzo 2021: «Un anno fa, mentre il mondo assisteva impotente all’evoluzione di una pandemia che da lì a poco avrebbe stravolto le nostre esistenze, noi entravamo in Canada, vincolati da un visto lavorativo in scadenza e dal nostro van, spedito con nave-cargo un mese prima, pronto ad attenderci.

Il nostro grande sogno di attraversare la panamericana, dall’Alaska all’Argentina, che fino a quel momento sembrava stesse diventando realtà, tornava bruscamente ad essere un utopico pensiero.

Oggi siamo ancora qui, bloccati come molti, a sognar viaggi che a quest’ora sarebbero dovuti essere ricordi; che avremmo voluto rivivere e condividere.

 

La vita però non sempre va come la programmiamo e a volte ci mette a dura prova.
Quando tutto sarà passato, il covid resterà solo un triste ricordo.
Guardiamo però il bicchiere mezzo pieno: perché una brutta esperienza ha sempre la sua morale.

A noi ha insegnato che il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, non possiamo comprarlo e nessuno può ridarcelo indietro.

 

(Foto Facebook)

Ci ha insegnato che i sogni e le ambizioni non devono essere posticipate, perché “domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole”.

 

Ci ha insegnato a sfruttare ogni singolo giorno e ad essere grati per quello che abbiamo.
L’anno passato è servito a farci avere nostalgia di una libertà che prima di quell’ora davamo per scontata.
Perché in fondo il sole ci manca, solo quando inizia a nevicare».

 

(Foto Facebook)


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