di Alberto Bignami
Hanno viaggiato incontrando onde da mal di mare, alte fino a 4 metri, con il ponte più basso allagato e procedendo a una velocità di 2,5 nodi che, come riferito dalla responsabile dei soccorsi della nave Ong di “Medici Senza Frontiere”, Fulvia Conte, corrispondevano a 5 chilometri orari e cioè «poco più di una camminata fatta a passo veloce».
Alla fine però anche la “Geo Barents” ce l’ha fatta e, seppur con un giorno di ritardo rispetto a quella che era inizialmente la tabella di marcia che prevedeva il suo arrivo nello scalo dorico nella giornata di ieri, questa mattina giovedì 12 gennaio, alle ore 7,40, ha attraccato alla banchina 22 del porto di Ancona.
A bordo 73 migranti di cui 18 minorenni non accompagnati. Solo gli adulti verranno poi trasferiti in strutture fuori regione, mentre i minori saranno traferiti a Senigallia, all’Hotel Massi. Il protocollo che verrà effettuato, è quello già collaudato nella serata di ieri, per la prima volta nella nostra città. La macchina organizzativa, nonostante ciò, ha però funzionato senza intoppi.
Una volta che saliranno a bordo i medici dell’Asur e il personale della Croce Rossa per appurare le condizioni di salute dei naufraghi, ci saranno gli accertamenti da parte della Polizia Scientifica per l’identificazione e il successivo smistamento nei vari Centri.
Ma ovviamente solo dopo aver riposato ed essersi rifocillati all’interno del tendone riscaldato che, insieme a cinque container, sono stati allestiti dalla Protezione Civile.
La “Geo Barents” nei giorni scorsi aveva chiesto, così come la “Ocean Viking”, di poter approdare in un porto più vicino al Sud. Negatogli dal Viminale, aveva successivamente chiesto di poter effettuare un trasbordo sull’imbarcazione di “Sos Méditerranée”, anche questo negato. Quindi ha proceduto con rotta verso Ancona.
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