di Salvatore Mastropietro
Non poteva ricominciare nel peggiore dei modi il campionato dell’Ascoli, che riprende il 2023 con una prestazione che riaccende i numerosi campanelli di allarme che, ad intermittenza, erano già emersi nel girone d’andata. La Ternana ha vinto al “Liberati” con poche semplici mosse relative soprattutto alla posizione dei due giocatori offensivi chiamati a dar manforte all’ex di turno Favilli, che ha fatto vedere per oltre un tempo ciò che una vera “boa” dovrebbe fare in campo.
La libertà di svariare concessa da Andreazzoli a Partipilo e Palumbo è stata la chiave che ha mandato in totale confusione il 3-5-2, statico e sfilacciato, messo in campo da Bucchi. Un atteggiamento che nel primo tempo avrebbe potuto portare ad un passivo ben più pesante dell’1-0. A ciò si aggiunge la giornata no di alcuni singoli come Quaranta e Adjapong, sistematicamente in affanno (un eufemismo) nell’uno contro uno rispettivamente contro Partipilo e Corrado.
A livello offensivo, per almeno 80 minuti, i segnali sono stati forse addirittura peggiori. Dopo dieci giorni abbondanti di lavoro non si sono praticamente viste soluzioni in grado di porre rimedio all’ormai cronica difficoltà di creare azioni pericolose.
Capitan Dionisi ha ragione quando nel post partita parla di una squadra troppo bassa, che non accompagna e che fa fatica a riempire l’area di rigore. C’è però da aggiungere il fatto che la maggior parte dei tentativi bianconeri passa dai piedi di Falasco, ma per far male a difese strutturate come quella della Ternana non si può fare affidamento su un’unica fonte di gioco.
Tra le note positive della prestazione di Terni ci sono la tardiva reazione e l’esordio di Alessio Re. Il classe 2003, chiamato per la prima volta in causa da Bucchi, è entrato con il piglio giusto e ha messo in campo quello che spesso gli altri esterni bianconeri non sono stati in grado di garantire: freschezza, imprevedibilità, dribbling.
Chissà che adesso lo stesso Re non possa ritagliarsi con continuità uno spazio, anche piccolo e a partita in corso, nelle scelte dello staff tecnico, al contrario di quanto avvenuto ad esempio con Palazzino che è stato accantonato dopo lo scampolo (positivo) di partita concessogli a Pisa.
Chi spazio non l’ha trovato ancora una volta è Soufiane Bidaoui, ma c’è poco da meravigliarsi a questo punto. Se per lui non c’è stato spazio neanche in un finale di partita come quello di Terni, è chiaro che il suo destino potrebbe essere segnato come quello di Marcel Buchel, per il cui definitivo trasferimento alla Spal manca soltanto l’ufficialità.
Dal calciomercato sono intanto pronti gli innesti di Federico Proia e di Antonio Junior Vacca per rimpolpare un reparto in difficoltà numerica come il centrocampo (a proposito, per quanto riguarda Caligara si tratta solo di una forte contusione al piede sinistro). Se un profilo come l’ex Vicenza può far comodo, soprattutto a livello numerico e di caratteristiche, restano un po’ di perplessità sul regista classe 1990.
Bucchi ha affermato che ci vorrà un po’ di tempo affinché il calciatore rientri in condizione dopo diversi mesi di inattività, e allora la domanda sorge spontanea: fermo restando che si sta parlando di un buon giocatore, l’Ascoli può permettersi in questo momento di attendere e accollarsi una tale incognita?
A completare il quadro ci sono le dichiarazioni post partita di Dionisi, che ha fatto capire neanche troppo velatamente che attende garanzie sul proprio futuro, altrimenti sarà costretto a guardarsi attorno.
L’effetto negativo con cui dovrà fare i conti l’Ascoli dopo la trasferta di Terni è, comunque, la definitiva rottura di quell’unità di intenti più volte invocata da più parti. Dopo i cori intonati allo stadio “Liberati” e dopo gli striscioni apparsi in città in tarda serata, si può apertamente parlare di contestazione.
Per quanto riguarda Bucchi pesano i risultati, le scelte (le giustificazioni fornite in merito alle situazioni di Buchel e Bidaoui, ad esempio, non sono mai andate giù a buona parte della piazza) e gli atteggiamenti. Nel mirino ci è finita anche la società, nello specifico il “responsabile dei rapporti esterni” l’ex arbitro Massimo De Santis. Questa notte due striscioni sono apparsi sul ponte Rozzi, a pochi metri dallo stadio “Del Duca”.
Insomma, il clima con cui avvicinarsi alla cruciale trasferta di Ferrara – sabato 21 gennaio alle ore 14 – non è dei migliori, ma quello che è certo è che bisogna cambiare rotta su diversi fronti (campo, mercato, dichiarazioni) per non farsi risucchiare dalle sabbie mobili della bassa classifica. Giocare con il fuoco in Serie B è molto pericoloso.
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