La Sanità picena è nel caos. Tantissimi – da quelli economici a quelli organizzativi – i problemi sollevati da tempo dai sindacalisti a nome degli operatori sanitari e che nel primo incontro con la neo commissaria dell’Ast Ascoli, Vania Carignani, riponevano la speranza di verne almeno alcuni avviati a soluzione.
Dure le parole di Viola Rossi (Fp Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl Fp), Benito Rossi (Ugl Salute), Fausto Menzietti (Fials) e del coordinatore della Rsu Paolo Grassi dopo la riunione del 17 gennaio: «La dirigente non ha fornito alcuna assicurazione in merito a soluzioni e delle stesse, né si è impegnata ad affrontare con la necessaria determinazione la gravissima carenza di risorse finanziarie che da anni affligge la sanità del Piceno».
Pronta la risposta di Vania Carignani, la prima volta a scendere in campo in prima persona dal giorno della sua nomina: «Durante l’incontro di ieri, in qualità di commissario ho ascoltato tutti i componenti della Rsu al fine di raccogliere le istanze e le problematiche delle parti sociali.
Dall’incontro sono emerse numerose e importanti criticità che afferiscono a periodi di molto precedenti la nomina della scrivente, a tutt’oggi non arrivate ad una soluzione, oltre ad altre di pertinenza dell’attuale fase di vita dell’Azienda come Ast di Ascoli, nata il primo gennaio.
Sin dai primi giorni dal mio arrivo, nell’adempiere al mio mandato di porre in essere tutti gli adempimenti necessari per l’avvio formale e sostanziale della neo istituita Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno, secondo le linee ed i contenuti forniti dalla Regione (DGRM 1385 del 2022 e seguenti), ho comunque avuto modo di constatare uno stato di importante ritardo circa la regolamentazione di questioni che attengono al personale.
A prescindere dall’orizzonte temporale – sono ancora le parole della Carignani – previsto nel ruolo di commissario straordinario, ho manifestato con tutte le organizzazioni sindacali della dirigenza (professionale, tecnica e amministrativa e sanitaria) e Rsu del comparto, in occasione degli incontri tenutisi lunedì 16 e martedì 17 gennaio, la volontà e la piena disponibilità ad “avviare” un percorso di “recupero” delle situazioni pregresse e dei ritardi accumulatisi. Previa necessità di verificarle ad una ad una in punto di fatto e di diritto e, contestualmente, di procedere con quelle che attengono alla mia diretta responsabilità in quanto titolare del ruolo di commissario.
Sarebbe stato improvvido immaginare che il commissario potesse, in data 17 gennaio, “assicurare” una soluzione a problemi che si protraggono da anni.
In tale linea di azione, e con riferimento a questioni, che si ripete, attengono a gestioni precedenti e i cui interlocutori sono in alcuni casi diversi dal commissario dell’Ast, è stata comunicata la volontà a garantire una calendarizzazione del confronto, per priorità di argomenti, da svilupparsi nelle prossime settimane fornendo, al contrario, la massima disponibilità al dialogo e al confronto per poter affrontare i problemi lamentati.
Per quanto attiene alla carenza di risorse finanziarie richiamata nella nota, il commissario, preso atto degli atti di assegnazione di budget provvisorio (di cui alla delibera regionale 1851 del 31 dicembre scorso) nonché dei vincoli inerenti il tetto del personale e del correlato Piano occupazionale (determina Asur 988 del 2022) con riferimento all’esercizio 2023, e riferiti all’Ast di Ascoli, si è limitata ad esplicitare il percorso che si dovrà intraprendere per un loro
eventuale aggiornamento all’esito della ricognizione organizzativa da porre a base, del futuro atto aziendale dell’Ast e, dunque, sui tavoli di discussione regionali di pertinenza.
Pertanto, nello smentire “l’intento del Commissario in quanto tale di procrastinare i problemi in attesa delle nuove nomine”, nel rispetto delle tempistiche dettate da questioni giuridico-formali connesse con la nascita della nuova Ast, ribadisco la mia piena disponibilità al confronto con le parti sociali e alla impostazione di un dialogo costruttivo con le stesse, che avvenga in maniera privilegiata sui tavoli di lavoro come previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro».
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