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Autostrada A14 purtroppo ancora al centro del dibattito: presto nuovo summit a San Benedetto

DOPO l'incontro di maggio, la Società "Autostrade per l'Italia" risponde all'appello-allarme del sindaco Spazzafumo lanciato poche ore prima della tragedia di venerdì scorso, e invita il primo cittadino ad un nuovo confronto. Sui social il tratto piceno-fermano viene definito "quello delle tragedie" e le gallerie sono "quelle della morte". Ma è innegabile che le cause della maggior parte degli incidenti sono i limiti di velocità non rispettati, le disattenzioni e gli azzardi pazzeschi
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di Andrea Ferretti

 

«Sento il dovere di manifestare, facendomi interprete dei tantissimi messaggi di cittadini residenti non solo in questa città e che ricevo quotidianamente, tutto il disagio e lo sconcerto per la condizione in cui continua a versare il tratto dell’A14 che attraversa la costa picena. I gravissimi incidenti che continuano a verificarsi con impressionante ritmo, la perdita di vite umane, gli enormi disagi per le migliaia di persone bloccate, le devastanti conseguenze per la viabilità locale e per i nostri territori derivanti da quelle situazioni, le manutenzioni infinite, gli effetti disastrosi per l’economia del territorio sono umiliazioni che non possiamo più tollerare. Anche perché questa situazione con maggiore o minore gravità, va avanti da diversi anni. Il concessionario, nonché gestore delle autostrade italiane, ha il dovere di assumere precisi e vincolanti impegni nei confronti delle nostre comunità sia per quanto riguarda la situazione contingente che per l’individuazione di soluzioni strutturali di più ampio respiro».

 

Il sindaco Spazzafumo

Sono le parole pronunciate, o meglio scritte, da Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto nelle mail che ha indirizzato al prefetto di Ascoli Carlo De Rogatis, al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e alla presidente di Autostrade per l’Italia Elisabetta Oliveri.

 

Spazzafumo le ha inoltrate venerdì scorso 13 gennaio e, quando la mattina successiva, sabato 14 gennaio, si è svegliato apprendendo del tragico incidente verificatosi la notte precedente, poco prima della mezzanotte, cioè alcune ore dopo la sua lettera, non voleva crederci.

 

Code all’altezza dell’uscita di Grottammare

Il suo si è rivelato, purtroppo, un presagio. Mentre lui riposava, infatti, su quei maledetti chilometri dell’autostrada A14 che attraversa il Piceno si spegneva la vita di Samuele Cotichini, 45enne sangiorgese residente ad Ascoli. L’ennesima vittima del tratto piceno-fermano che da anni è funestato da lutti e dolori. “L’autostrada delle tragedie”, “Le gallerie della morte”. Oggi, volenti o nolenti, bisogna fare i conti con i social e con quello che la gente, i cittadini, gli utenti della A14, scrivono, postano e commentano. E allora quelle definizioni di tragedia e morte sono purtroppo cronaca, realtà, e non fumose chiacchiere.

 

Cantieri o non cantieri, sta di fatto che quella manciata di chilometri della A14 è teatro di incidenti, troppo spesso mortali. E’ sempre stato così, ma negli ultimi anni la frequenza è da far tremare i polsi e, ormai, ci sono automobilisti, camionisti e motociclisti che nel tratto compreso tra i caselli di San Benedetto e Pedaso, si fanno il segno della croce quando si appestano a percorrere l’A14.

 

Puntare il dito su “Autostrade per l’Italia” e i suoi cantieri, che non sono un vezzo ma una serie di interventi utili per dare maggiore sicurezza agli utenti (che pagano), è sbagliato. E’ innegabile che limiti di velocità non rispettati, disattenzioni di vario genere e azzardi pazzeschi sono quasi sempre la causa di moltissimi incidenti, come purtroppo ha dimostrato anche l’ultima tragedia.

 

Alla sollecitazione del sindaco Spazzafumo ha ufficialmente risposto, per ora, solo “Autostrade per l’Italia” descrivendo «tutti gli interventi svolti per ridurre disagi e pericoli». La lettera l’ha firmata Christian Tucciarone, direttore del 7° tronco di Pescara, il quale evidenzia quello che la Società sta attuando «per garantire maggiore sicurezza e assistenza all’utenza e per velocizzare la risoluzione di alcune turbative come, ad esempio, squadre dedicate alla segnalazione, equipaggi per il pattugliamento, carri di soccorso meccanico oltre a contingenti aggiuntivi di personale dell’azienda e della Protezione Civile».

 

A vigilare c’è sempre la Polizia Autostradale di Porto San Giorgio

Viene anche ricordato come il programma dei cantieri e le “finestre” di sospensione dei lavori furono condivisi nel corso di un incontro tenutosi proprio a San Benedetto nel maggio 2022. Per questo Tucciarone chiede a Spazzafumo di organizzare quanto prima un incontro per esaminare le varie questioni poste dal sindaco.

 

La risposta di Spazzafumo non può che essere di massima apertura: «Apprezzo la risposta di Autostrade, ma è chiaro che non è possibile assistere inermi a questo stillicidio fatto innanzitutto di perdita di vite umane, il che è già inaccettabile. Ma anche di ritardi, interruzioni, perdite di opportunità economiche, stress psicologico. Accolgo dunque l’invito della società e quanto prima convocherò un tavolo al quale saranno invitati anche i colleghi sindaci interessati al problema e i parlamentarti e rappresentanti di governo di questo territorio. Dobbiamo renderci conto se vi sono ulteriori misure da mettere in campo e abbiamo il diritto di avere una data certa per la conclusione di questa sofferenza collettiva».

 

Su disagi e morti nel tratto piceno-fermano della A14 sono intervenuti anche diverse associazioni di categoria. Tra queste la Cna (artigiani e piccoli medi imprenditori) e la Fnaarc (agenti di commercio) tra i cui aderenti figurano numerosi utenti giornalieri dell’autostrada.

 

Qualcosa va fatto, e anche prima di subito, almeno per porre un ulteriore argine alla smisurata elenco di lutti. E la terza corsia? Su questo fronte aspettiamo le prossime tornate elettorali (Regionali o Politiche la musica non cambia) quando, come da copione, saranno numerosi i candidati che tireranno in ballo quella corsia in più, mettendolo anche nero su bianco nei loro programmi.

 

Una terza corsia che diventa una liberazione da Porto Sant’Elpidio in poi per chi viaggia verso nord; una delusione e tanta rabbia per chi supera Porto Sant’Elpidio diretto a sud.

 

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