di Giuseppe Di Marco
Più che un dibattito, quello sul bilancio di previsione della Ciip in Consiglio comunale è stato uno sfogatoio. Un coro di “no” della minoranza che però è servito a ben poco: il documento è stato approvato in emiciclo e quindi è pronto per essere votato nell’assemblea del 27 gennaio.
Tutte contrarie, comunque, le voci dell’opposizione, a cui si è aggiunta quella di Luciana Barlocci (Rivoluzione Civica) che ha proposto all’Amministrazione di opporsi all’aumento delle tariffe: «Propongo – ha detto Barlocci – di dare mandato al sindaco Antonio Spazzafumo di domandare la riconvocazione dell’Ato 5 e chiedere la revoca dell’aumento delle tariffe. Resto basita perché noto delle incongruenze importanti nel bilancio. Salta all’occhio il costo del personale, ovvero 13 milioni di euro per 265 unità: negli ultimi anni queste sono aumentate considerevolmente. La Ciip inoltre esternalizza diversi servizi: sicuramente la necessità c’è, ma cozza con i numeri del personale». Niente da fare: l’ordine del giorno proposto da Barlocci viene bocciato dalla sua stessa maggioranza.
La questione del personale è stata tirata in ballo anche da Annalisa Marchegiani: «Chiesi al presidente Giacinto Alati in base a quali studi avevano rivisto le tariffe – afferma la consigliera dei Verdi – e se avessero operato una compensazione nel piano economico finanziario, così come chiesi qual è il costo del personale: a tutte queste domande Alati non ha dato alcuna risposta. L’acqua a sud della nostra città non è bevuta da molti cittadini. E questa amministrazione cosa fa? Ritengo che nell’interesse della città si debba esprimere parere non favorevole. La Ciip già dispone di ingenti risorse a fondo perduto per far fronte alle crisi sopraggiunte».
Voto contrario anche da parte di Pd, Articolo Uno e Nos: «Spero si faccia un consiglio comunale aperto – aggiunge Aurora Bottiglieri – La Ciip ci dovrebbe comunicare la spesa energetica del 2022, perché se fosse minore rispetto a quella preventivata bisognerebbe convocare urgentemente un tavolo per abbassare le tariffe. Chiediamo quindi la revisione dei prezzi e da dove verranno le risorse a fondo perduto annunciate. Le famiglie di Fosso dei Galli si sentono prese in giro: comprano l’acqua, anche se quella che hanno già è potabile. Nel medio periodo le energie vanno dedicate alla captazione di acque».
Già, ma dove prendere l’acqua? La soluzione, per molti consiglieri, ci sarebbe. «Ci crogioliamo sul fatto che siamo stati informati dell’aumento, ma che indirizzi abbiamo dato a questa società? – attacca Giorgio De Vecchis – L’anello dei Sibillini non si sa quando verrà realizzato. E’ dal 2017 che sento dire che sui Sibillini c’è l’acqua. Però è parco naturale, e quindi l’ente ha detto che non si può prenderla. E questa storia la facciamo finire così? Ma non vogliamo sollecitare i soci? Non andremmo a distruggere un parco: si farebbe, piuttosto, un intervento per nulla invasivo».
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