di Luca Capponi
Saranno i tre anni di “digiuno”, sarà la voglia di divertirsi rimasta in naftalina, sarà semplicemente che l’evento registrava numeri in netta crescita già prima della nefasta pandemia. Ma provate a cercare un posto libero per la “Domenica degli amici” e vediamo se ci riuscite.
Sfida decisamente ardua ormai da qualche settimana, nonostante l’evento sia fissato al prossimo 5 febbraio. Eppure ormai da tempo ristoranti sold out nel borgo piceno e, a cascata, nei comuni vicini: Castel di Lama, Spinetoli, Castorano, Appignano e via dicendo.
Di sicuro si tratta di una buona notizia per gli operatori e per il Carnevale offidano, uno dei più amati e frequentati, che solitamente prende il via con questo appuntamento.
Ma in cosa consiste esattamente la “Domenica degli amici”? In realtà si tratta di un momento che si basa sui fondamenti del Carnevale offidano, vale a dire convivialità, goliardia e, appunto, amicizia. Motivo per cui, due settimane prima dei festeggiamenti, ci si ritrova per pranzo e, una volta terminata la maratona cibaria, tutti in centro storico per stare insieme. Congreghe in primis. Una manifestazione che ha seguito l’evoluzione del Carnevale offidano e che, da evento “ristretto”, si è via via allargato fino a registrare adesioni davvero importanti.
Dunque, anche quest’anno appuntamento rinnovato, con Piazza del Popolo che, nel pomeriggio, è pronta ad accogliere migliaia di persone tra musica e allegria. Sperando che il senno ed il rispetto dei luoghi abbiano sempre la meglio e che il divertimento resti qualcosa di sano e civile.
A proposito di congreghe, un paio di curiosità. Le prime sono nate nel 1946: trattasi de la “Testina” ed i “Mus nir”. Due anni dopo arrivò “Il ciorpento”: il serpente, riferimento (non troppo) velato all’organo riproduttivo maschile. Difatti una ventina d’anni dopo arrivò la “Ciuvetta” (non ci vuole uno sforzo di fantasia troppo elevato per capire cosa significhi…) e, nel 1971, la “Mangusta”, dal nome dell’animaletto che i serpenti…se li mangia. Nella lista, tre le altre, ricordiamo anche le Rondinelle, i Tirolesi, la Ptona, gli Orsi, lu “Lu pà co l’olio”, la Gabbia, dell’Allegra nobiltà e dei Cappucci rossi.
Non esiste un iter ufficiale da seguire per la fondazione o per entrare in una congrega; basta essere un gruppo di amici, avere un tema comune da seguire, una divisa e una musica da suonare durante le uscite ufficiali. A loro il compito di perpetuare la tradizione carnascialesca ed interpretarne al meglio lo spirito. Tra le varie congreghe, ogni anno, ne viene scelta una a cui consegnare simbolicamente le chiavi della città. L’ultima a riceverle fu la congrega del Gancio nel 2020.
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