di Giorgio Fedeli
Usavano i rottweiler con strumento di intimidazione, anche contro le Forze dell’ordine. Una scia di aggressioni, una anche gravissima con una donna che ha perso un braccio, a cui ieri si è aggiunta anche quella subìta da un poliziotto.
Esemplari adulti anche una cucciolata pronta per essere addestrata “al peggio” e, come se non bastasse, anche il sequestro di droga, bombe carta e balestre. Insomma di elementi investigativi sul tavolo ce ne sono a bizzeffe.
Ma non parlate alle Forze dell’ordine di organizzazione criminale. Certamente, però, quella sgominata ieri con l’Operazione “Alto Impatto” è una cellula dedita allo spaccio che, ben organizzata, questo sì, aveva a Lido Tre Archi la sua base logistica. A seguito della maxi operazione, sono scattati un arresto e cinque denunce.
Dopo lo schieramento di forze di ieri mattina, è tempo di bilanci. Questa mattina il prefetto Michele Rocchegiani ha fatto il resoconto di “Alto Impatto” scattata all’alba di ieri a Lido Tre Archi, con una… diramazione anche a Ripatransone. Al suo fianco il questore Rosa Romano, i comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco – Gino Domenico Troiani, Massimiliano Bolognese, Paolo Fazzini – il commissario della locale Ast Roberto Grinta, il vice sindaco di Fermo Mauro Torresi, il comandante della Polizia Municipale Vittorio Palloni.
«Sicuramente oggi ci troviamo a commentare un’operazione riuscita ma che non è stata un intervento spot – esordisce il prefetto Michele Rocchegiani – nasce infatti dalla volontà di dare una risposta alle problematiche del quartiere. Purtroppo abbiamo riscontrato l’occupazione di appartamenti usati come basi logistiche da soggetti dediti al crimine. Abbiamo neutralizzato i cani e sicuramente seguiranno altri interventi per dare perseveranza e sistematicità al nostro operato. Sappiamo che a Lido Tre Archi ci sono criticità attinenti all’integrazione o al disagio sociale e psichico. Per questo motivo abbiamo rilanciato anche il progetto Fami. Al nostro fianco abbiamo un partner prezioso come il comune di Fermo. E’ importante individuare le linee di intervento strategico e far capire che siamo per la determinazione ma anche per l’ascolto della cittadinanza. L’intervento “globale” di ieri ne è un modello esemplare».
Dei dettagli dell’Alto Impatto ha parlato il questore Rosa Romano: «L’operazione è partita dopo un periodo di indagine, sappiamo di Lido Tre Archi quale base logistica per reati legati allo spaccio, alla prostituzione e reati contro la persona e il patrimonio. E’ stata ribattezzata “Alto Impatto” anche per favorire un dialogo con la parte sana del quartiere. In questo quadro si inserisce l’intervento per mettere in sicurezza quei cani, razza rottweiler, usati come forza intimidatrice contro competitor nel sottobosco dello spaccio, ma anche contro le forze dell’ordine e i cittadini. I controlli si sono estesi anche a Ripatransone, dove il 21 gennaio scorso una donna è stata aggredita proprio da uno di quei cani e ha perso un braccio».
L’indagine nella provincia di Ascoli è condotta dai Carabinieri ed è ancora in corso. Dopo il blitz sono stati sequestrate due bombe carta e due balestre. «Abbiamo anche trovato un pitone morto e una gallina in un comodino – specifica il comandante provinciale dell’Arma, Gino Domenico Troiani – in simili operazioni è fondamentale l’approccio multisettoriale con una piattaforma programmatica».
“Alto Impatto” ha portato all’arresto, a Lido di Fermo, di un giovane di origini tunisine per detenzione di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, aggravata da lesioni. Anche durante il blitz, infatti, uno dei tre rottweiler usati per le aggressioni è stato aizzato contro un poliziotto che ha riportato lesioni a un braccio. Oltre all’arresto anche cinque denunce di altrettanti cittadini nordafricani (tunisini ed egiziani) per detenzione di sostanze stupefacenti. Rinvenuti anche bilancini di precisione e un coltello di circa centimetri che deteneva una donna.
I tre cani “osservati speciali” sono stati posti sotto sequestro penale, ma in totale quelli prelevati sono 15, tra cui anche sei cuccioli. «Non parliamo di cani usati per combattimenti clandestini – specifica Troiani – né di animali usati come corrieri di droga. Ma di sicuro appartenevano a un piccolo clan composto da singoli individui. A Ripatransone abbiamo operato perché una delle persone oggetto di investigazione era proprietario di una casa. Quei cani erano usati come uno status symbol».
Cani, purtroppo, addestrati ad aggredire. Ma ieri a Tre Archi c’erano anche quelli allenati ad annusare e scovare droga: «Sì, una volta messi in sicurezza quelli aggressivi – spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Massimiliano Bolognese – abbiamo operato con i nostri cinofili e con il Gruppo fornendo una cornice di sicurezza importante».
Per entrare negli appartamenti è stato fondamentale l’intervento dei Vigili del fuoco: «Noi all’occorrenza ci siamo sempre – racconta il comandante Paolo Fazzini – anche quando qualcuno, come accaduto, si barrica in casa o minaccia di far esplodere il gas».
Durante il blitz, sul campo anche l’Ast di Fermo con il Servizio veterinario e il 118 con le ambulanze della Croce Azzurra di Porto San Giorgio: «Abbiamo garantito sicurezza dal punto di vista sanitario perché è fondamentale un intervento che sia, appunto, in sicurezza per tutti» il punto del commissario Roberto Grinta.
«Sinceramente parlo con un briciolo di commozione per quanto è stato fatto – le parole del vicesindaco di Fermo, Mauro Torresi – è stata un’operazione che guarda al futuro. Siamo sulla strada giusta, come ha detto il sindaco Calcinaro».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati