«L’intento non è certo quello di voler strumentalizzare su quanto di grave è accaduto ieri, nella galleria Castello dell’autostrada A14. E partiamo dal presupposto che un numero maggiore di pattuglie della Polstrada non avrebbe impedito il tragico evento, le cui cause sono al vaglio dei colleghi della sottosezione di Polizia Autostradale di Porto San Giorgio, già intervenuto nei giorni scorsi, sullo stesso tratto, per un altro incidente mortale.
Ma non si può pensare ad aumentare la sicurezza senza incrementare il personale della Polizia da assegnare alla provincia di Ascoli, che ha visto nel corso degli anni perdere, in alcuni uffici, una percentuale della forza organica a doppia cifra».
Massimiliano d’Eramo, segretario provinciale di Ascoli del Sap (Sindacato autonomo di Polizia), va dritto al punto, allontanando in premessa ogni facile distorsione del suo appello: «Mantenere efficiente l’apparato sicurezza provinciale è interesse collettivo imprescindibile, ecco perché più che mai oggi ritengo assolutamente necessario lanciare l’allarme sull’impoverimento di organico che già nel corso di quest’anno interesserà la Polizia di Stato di questa provincia, che già da qualche anno sottorganico perderà ulteriormente uomini causa pensionamento per raggiunti limiti di età».
D’Eramo, a nome del sindacato che rappresenta, sul tema della sicurezza si aggancia – dicendosi d’accordo – alle parole dai governatori di Marche e Abruzzo, Francesco Acquaroli e Marco Marsilio, secondo i quali è necessario, appunto, “provvedere a garantire la massima sicurezza possibile anche rimodulando i cantieri”.
D’Eramo è il primo a sottolineare che il tratto piceno, con ben 11 gallerie in 24 chilometri è considerato il più pericoloso della A14.
«Inoltre – continua – essendo a due sole corsie su un’unica carreggiata, in caso di incidenti si trasforma in una pericolosa trappola senza via di fuga. La circolazione viene bloccata in entrambe le direzioni e la conseguente deviazione sulla viabilità ordinaria, congestiona il traffico di tutta la costa, da San Benedetto a Porto San Giorgio».
«Questa organizzazione sindacale – aggiunge il segretario provinciale Sap – pur concordando con quanto dichiarato dai governatori, interviene invece perché ritiene non più rinviabile la scelta del Dipartimento di voler incrementare il Personale della Polizia da assegnare in questa provincia.
All’emergenza, legata ai numerosi pensionamenti – sono ancora le parole di d’Eramo – si aggiunge l’elevata età media dei poliziotti in servizio e il sempre maggior impegno della Polizia Stradale nella vigilanza delle arterie autostradali, che come abbiamo visto non bastano mai, a discapito delle strade cittadine o provinciali.
I prossimi due anni (tra il 2023 e il 2025), dalle stime e dagli studi fatti, saranno i più difficili per il Comparto Sicurezza. Se non s’interviene rapidamente, l’attività subirà un’inevitabile e pericolosa contrazione che riteniamo non possa più essere sopperita con il solo prezioso ausilio di personale aggregato da altre sedi durante il periodo estivo.
Avere più pattuglie, lo ripeto, non evita il verificarsi di gravi incidenti, ma è indispensabile per riuscire ad ottenere un maggiore controllo, che è poi quello che ci chiede la “brava gente”.
Pertanto il Sap auspica che il Ministero dell’Interno, in occasione dei prossimi piani di potenziamento territoriale, offra un segnale di discontinuità con quanto fatto dai Governi passati, volgendo la propria attenzione verso le piccole province, compresa la nostra, già martoriata da tanti eventi, provvedendo all’assegnazione di un congruo numero di agenti di pubblica sicurezza e che coinvolga tutti gli uffici della provincia Questura, Commissariato e Specialità.
A tal fine – conclude Massimiliano d’Eramo – interverremo anche presso le massime cariche istituzionali locali, prefetto e questore, affinché si facciano portatori di queste criticità, certi che profonderanno il massimo impegno per trovare una soluzione che possa assicurare per quest’anno e per gli anni a venire alla provincia di Ascoli, un alto grado di sicurezza pubblica, ricordando sempre che la sicurezza è un investimento e non uno sperpero di denaro pubblico».
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