di Lino Manni
E’ proprio vero che quando si cambia allenatore generalmente si vince. Non importa come: l’importante era la vittoria. Così è stato per l’Ascoli del nuovo mister Breda. In sette giorni non si fa in tempo a imparare i nomi dei giocatori e non si può certo cambiare mesi di una tipologia di lavoro. Il nuovo mister mette in campo una squadra grintosa, agguerrita, puntando sulla voglia di riscatto di alcuni e la conferma di altri. Insomma una possibilità agli emarginati e fiducia a quelli che, pur giocando, non sono riusciti a far bene. Si assiste a un primo tempo tutta grinta, con l’Ascoli sempre con il fiato sul collo del Perugia: un cioccolatino da divorare. Ritmo alto, molti passaggi sbagliati ma di tiri in porta neanche l’ombra. Va bene così. Buchel cerca di mettere ordine, Falzerano è un trottolino che sbaglia tanto ma gioca anche molti palloni. Le due punte si dannano ma non riescono a calciare in porta. Partita segnata da tanti falli, ma mai cattiva. Un primo tempo non bello per non dire brutto. Nella ripresa il trend non cambia, poi arriva il gol del vantaggio e della vittoria. L’Ascoli è lo stesso del primo tempo: lotta, graffia, morde e non dà fiato all’avversario. Dal divano si soffre fino ai cinque minuti di recupero che non finiscono mai. Poi il triplice fischio, liberatorio. Nella prima partita di Breda abbiamo visto grinta e aggressività. Nelle prossime, se si aggiungeranno geometrie e tecnica, potremmo vederne delle belle. Stavolta l’importante era solo vincere.
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