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Bonus edilizi, Cna picena: «Danni incalcolabili per imprese e famiglie, a rischio migliaia di aziende»

ASCOLI - Il grido di allarme per la decisione del Governo di bloccare la cessione dei crediti da parte degli enti locali, si leva anche dalla confederazione locale. Ecco le dichiarazione del direttore Balloni, della presidente Trillini e degli addetti ai lavori
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Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti sui bonus fiscali, disposto dal Governo il 16 febbraio, con relativo divieto di acquisto – per gli enti locali – dei crediti già in circolazione, rappresenta un colpo durissimo inferto al tessuto imprenditoriale nazionale e locale.

 

Arianna Trillini e Francesco Balloni

La Cna di Ascoli  non può non evidenziare come lo stop al meccanismo delle cessioni mini alla base l’efficacia dell’incentivazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio, con un’incomprensibile preclusione imposta agli enti locali per l’acquisto dei crediti incagliati, una chiusura che da un lato di certo non alleggerisce i cassetti fiscali delle imprese e dall’altro impedisce a province e regioni di acquistare i crediti con un sensibile sconto e il vantaggio di risparmiare in termini di spesa corrente.

Una scelta a dir poco sciagurata, che vieta agli enti locali di offrire un valido contributo nell’emergenza dei crediti incagliati. In altre parole, anziché favorire un meccanismo virtuoso, che a livello locale la Cna di Ascoli proprio in queste settimane stava cercando di mettere in campo intensificando il dialogo con la Provincia di Ascoli e la Regione Marche, il Governo stronca sul nascere una preziosa opportunità economica per tutte le parti coinvolte.

«Siamo di fronte all’ennesimo, drammatico, cambio di rotta sui bonus edilizi – afferma Francesco Balloni, direttore della Cna provinciale di Ascoli Piceno -. Con questo decreto legge, di fatto, il Governo abbandona a sé stesse famiglie e imprese ormai sull’orlo del fallimento. Come associazione chiediamo al Consiglio dei ministri di fare un passo indietro e di istituire un tavolo permanente che possa individuare soluzioni efficaci e condivise sul riordino del sistema degli incentivi».

«Rinunciare a investimenti aggiuntivi privati dal valore complessivo di oltre 50 miliardi annui significa essere poco lungimiranti e ignorare del tutto le necessità dei territori e di chi fa impresa – commenta Arianna Trillini, presidente della Cna del Piceno -. Abbiamo bisogno di strumenti realmente efficaci e soluzioni rapide, che il Governo avrebbe già dovuto mettere in campo prima di gettare nel caos imprese e famiglie e allontanare il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica, nel Piceno come in tutta Italia».

 

Come se non bastasse, il territorio e in particolare le aree interne ferite dal sisma dovranno fare i conti con una possibile battuta d’arresto sul tema della ricostruzione e della ristrutturazione degli immobili lesionati dal terremoto, per i quali non è stata ancora prevista alcuna soluzione.

Uno degli aspetti più drammatici a livello imprenditoriale, in questo senso, riguarda da vicino le numerose aziende del territorio che hanno portato avanti operazioni immobiliari per la ricostruzione e che ora, a compromesso fatto, non possono portare avanti i lavori, con costi di realizzazione sproporzionati rispetto a quelli di vendita che rendono di fatto invendibile ogni immobile.

Ora, in una fase decisiva per la rinascita delle nostre aree interne, le incertezze che aleggiano sui bonus edilizi rischiano di porre anticipatamente la parola fine sul destino di tante comunità locali e delle imprese coinvolte.

«La nostra preoccupazione riguarda inevitabilmente anche un blocco dei cantieri della ricostruzione che, alla luce delle ultime novità, appare sempre più probabile, con effetti devastanti per la filiera delle costruzioni e per il territorio – conferma Mario Schiavi, titolare della ditta Crivedil di Monsampolo -.
Lo sblocco dei crediti resta fondamentale per liberare i cassetti fiscali, un’operazione che andrà supportata con indicazioni una volta per tutte chiare da parte del Governo, in modo da consentire alle imprese di lasciarsi alle spalle questa fase quanto mai critica».

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