di Maria Nerina Galiè
E’ andato fallito il tentativo di introdurre nel carcere ascolano del Marino del Tronto 8 telefoni cellulari, dotati di altrettante sim, ieri 17 febbraio, grazie agli strumenti in dotazione ed alla prontezza del personale di Polizia Penitenziaria.
Ma questo non basta ad allontanare la preoccupazione degli agenti per la prossima apertura di una nuova sezione di alta sorveglianza, prevista entro l’estate nella struttura ascolana: «Il carcere di Ascoli è già ora in carenza di personale», ricorda Angelo de Fenza, segretario regionale dell’Unione sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp).
Ma andiamo con ordine, ripartendo dai fatti di ieri, quando è arrivato un pacco indirizzato ad un detenuto della sezione alta sorveglianza che però l’ha rifiutato, dando come motivazione quella di non conoscere il mittente.
Probabilmente l’uomo aveva già capito che poteva trattarsi di qualcosa che l’avrebbe messo nei guai. I pacchi infatti passano in uno scanner in grado di intercettare la quasi totalità di dispositivi elettronici o altri oggetti, non ammessi in una struttura di detenzione.
E’ anche possibile, perché è accaduto in altre circostanze, che il detenuto davvero fosse estraneo alla vicenda, e che la merce era destinata a qualcun altro che non voleva emergere in caso la consegna non fosse andata a buon fine. Forse un gruppo, tale da giustificare gli 8 apparecchi.
Fatto sta che dopo il rifiuto del destinatario, gli agenti hanno ottenuto il permesso dell’autorità giudiziaria competente ad aprire il pacco, trovando appunto 4 smartphone, 4 mini telefoni e 8 sim, subito posti sotto sequestro. Nel frattempo sono partite le indagini, sia da parte della Polizia Penitenziaria che della Polizia di Stato, per risalire al mittente e per capire le finalità del gesto.
L’attenzione è sempre massima nel struttura detentiva ascolana seppure attanagliata da un’ormai cronica carenza di personale.
E’ Angelo de Fenza a spiegare il motivo della preoccupazione: «Sono in corso lavori per dotare il carcere di Ascoli di altri 40 posti di sezione alta sicurezza, gemella a quella attualmente esistente, al primo piano della stessa palazzina. L’apertura si prevede entro l’estate. A quel tempo, se non sarà incrementato il personale, numero alla mano ci troveremo in grossa difficoltà».
I problemi al carcere del Marino risalgono allo smantellamento del 41 bis, spiega il segretario regionale Uspp: «Fino a 5 anni fa il cosiddetto quadro permanente del personale era adeguato all’organizzazione della Casa Circondariale ascolana, poiché era in regime 41 bis, pertanto l’apposita sezione era gestita dal Gruppo Operativo Mobile. Abolito il regime di 41 bis, anche gli agenti del Gom se ne sono andati, e l’organico rimasto è risultato insufficiente, mentre i posti dei detenuti venivano “rimpiazzati” . Di pari passo all’ampliamento della struttura, quindi, c’è l’auspicio che si incrementi il numero degli agenti in forza al carcere del Marino, anche in virtù dei corsi di formazione che si stanno svolgendo in questo periodo per l’assunzione di nuovo personale».
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