Gli onorevoli del Partito Democratico, Augusto Curti e Irene Manzi, commentano la posizione del senatore Guido Castelli, sullo stop alla cessione dei crediti per i bonus edilizi, che penalizza le aree del cratere.
«Da circa un anno e mezzo – sono state le parole di Castelli, affidate ai microfoni di “Radio Fermo 1” e riprese da Cronache Picene – ai terremotati è consentito utilizzare il 110 per poter pagare le quote di accollo, cioè le quote per le lavorazioni che devono essere fatte nelle case che il bonus sisma non copre. Se sono necessari ulteriori lavori per rendere più strutturale la difesa, è possibile far luogo al 110. Il fatto è che tutti sanno di poter esercitare questo diritto, che però è impedito dal blocco delle cessioni dei crediti d’imposta. Il blocco del 110 sta così bloccando anche la ricostruzione, un vero paradosso. Mi sto molto impegnando su questo e sto cercando la soluzione. Sembra che l’Italia sia bloccata su una situazione che vede i cassetti fiscali pieni, ma le casse vuote».
«La risposta di Curti e Le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Castelli, sul tema del decreto legge che concerne anche il Superbonus, non possono lasciarci sereni visti gli effetti sulla ricostruzione post-sisma», affermano Augusto Curti e Irene Manzi.
«Partiamo da una valutazione oggettiva del provvedimento – continuano i deputati – così come è stato scritto ed emanato, questo Decreto blocca l’esercizio di tutte le future cessioni del credito e gli sconti in fattura, per ogni tipologia di bonus edilizi.
Non sussistono dunque margini di interpretazione anche, purtroppo, per le aree del cratere sismico. Riteniamo
utile ricordare che, con l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, il contributo erogato dallo
Stato è diventato nel tempo insufficiente, al fine di compensare i lavori sulle abitazioni colpite dal sisma.
Per questo motivo, il precedente commissario aveva richiesto e ottenuto che la quota residua a carico del
cittadino, il cosiddetto “accollo”, fosse coperta mediante l’applicazione del SuperBonus. Venendo meno tale
possibilità, il sistema della ricostruzione subisce un blocco pressoché irreversibile. Non vi è nulla di opinabile,
rispetto alla triste realtà dei fatti.
Le dichiarazioni di Castelli, pertanto – dicono ancora Curti e Manzi – si limitano a compiere giri panoramici intorno al problema, senza purtroppo nulla concedere neanche alla speranza di una revisione del provvedimento.
Il commissario, da uomo del Cratere, non può e non deve subire passivamente uno schiaffo normativo di tale violenza. Un vero e proprio colpo di mano, di cui è lecito domandarsi se Castelli fosse pienamente a conoscenza. Perché, qualora non fosse stato preventivamente consultato, l’intera struttura commissariale ne uscirebbe drammaticamente ridimensionata.
E’ peraltro utile rimarcare come tutti i commissari, anche nella criticata fase precedente all’avvento di Legnini, si sono sempre schierati dalla parte dei terremotati. Senza riserve né eccezioni.
Invitiamo dunque Castelli a tornare subito dalla parte dei terremotati, impegnandosi a far cancellare questo Decreto e lavorando sul tema che, da sempre, tutti noi consideriamo centrale: lo smobilizzo dei crediti fiscali.
In questi giorni stiamo ponendo la questione in Aula a Montecitorio, con l’auspicio che questa maggioranza
non volti le spalle alle popolazioni terremotate».
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