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L’Ast stabilizza 17 precari, ma per alcune specialità mediche deve ricorrere ai pensionati

ASCOLI - Buone notizie per i precari. La commissaria Carignani: «Si tratta solo del primo blocco, arriveranno nuovi innesti». Invece per coprire il fabbisogno di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Malattie dell’Apparato Respiratorio, Nefrologia e  Psichiatria non è possibile procedere con le assunzioni, pertanto si ricorre a contratti di lavoro autonomo con chi è in quiescenza, come avvenuto durante l'emergenza Covid
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Vania Carignani

 

Stabilizzazione di precari, laddove possibile, ma anche necessità di reperire medici che però non è possibile assumere per ora, trovando come unica alternativa la strada di far rientrare professionisti in pensione.

 

E’ il volto dell’attuale Ast Ascoli, dove il Covid ancora comporta impegno e la carenza dei medici è cronica come altrove, dove il nuovo assetto – su certi aspetti come la pianta organica – ha ancora le mani legate.

 

Le buone notizie, soprattutto per chi da tre anni lavora con contratti a termine, sono le stabilizzazioni, appunto, annunciate dalla commissaria straordinaria Vania Carignani: «Abbiamo assunto a tempo indeterminato otto operatori socio sanitari, quattro infermieri, un’ostetrica, un assistente sociale e tre coadiutori amministrativi», 17 in tutto e fanno parte di «un primo blocco di stabilizzazioni».

«Si tratta – annuncia con soddisfazione il commissario – di un segnale importante di rassicurazione agli operatori che, dopo aver lavorato in condizioni precarie negli ultimi tre anni, hanno visto stabilizzare la loro posizione. Avviamo un percorso che proseguirà anche nel 2023 e che porterà un innesto importante di risorse stabili nella Ast di Ascoli, un rafforzamento degli organici e, allo stesso tempo, motivazione all’intero sistema».

 

Cercasi medici in pensione: «L’Ast di Ascoli  sulla base del fabbisogno, e subordinatamente all’impossibilità di reperire personale con rapporto di lavoro dipendente, intende conferire incarichi di lavoro autonomo fino al 31 dicembre, ovvero fino a copertura delle necessità assistenziali in presenza di specifica normativa di legge che lo consenta», recita invece la determina della Carignani , con la quale pubblica un avviso per reperire medici in pensione.

 

In particolare, come evidenziato dai direttori delle Unità Operative con tanto di segnalazione, c’è bisogno di medici specializzati in Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza,  Malattie dell’Apparato Respiratorio, Nefrologia e  Psichiatria.

 

Questo perché, «nonostante la cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid – si legge nella determina – persistono esigenze di contrasto alla diffusione della pandemia, con conseguente necessità di reperire
risorse disponibili in situazioni di criticità di personale, afferenti diverse discipline (cioè quelle elencate e per le quali è stato bandito l’avviso, ndr), onde garantire i livelli essenziali di assistenza, la continuità assistenziale e la riduzione delle liste d’attesa, in considerazione della grave carenza di personale medico». 

 

Sono diversi i medici che, in piena pandemia, sono tornati in servizio quando ormai pensavano di poter appendere il camice al chiodo. 

m.n.g.


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