di Federico Ameli
Sono 591 i Comuni italiani che tra poco meno di tre mesi saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi componenti del Consiglio comunale e, soprattutto, affidare al sindaco – neoeletto o riconfermato – un mandato valido per i prossimi cinque anni.
A qualche giorno di distanza dalle ultime consultazioni regionali in Lombardia e Lazio, il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente fissato la data delle prossime elezioni amministrative, in programma nella due giorni di domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023.
Occhi puntati, ovviamente, sui 13 capoluoghi in ballo – Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza, a cui si aggiungono le ex sedi provinciali di Catania, Ragusa, Siracusa, Trapani e Udine – dove l’esito del voto contribuirà a fornire ulteriori indicazioni sugli equilibri politici del Paese, ma non per questo il Piceno resterà del tutto escluso dal dibattito politico che si aprirà da qui a qualche settimana.
Si voterà, infatti, anche in tre Comuni della provincia di Ascoli, dove tra novità annunciate, possibili riconferme e qualche volto nuovo ci si appresta a salutare l’inizio di una campagna elettorale decisamente movimentata.
Tappa fondamentale nel percorso di avvicinamento alle prossime amministrative del Piceno è quella di Grottammare, dove già da qualche mese tira aria di rinnovamento. L’attuale primo cittadino, il professor Enrico Piergallini, si avvia ormai al termine del suo secondo mandato e, in vista del voto di maggio, ha già accordato con largo anticipo la sua personale benedizione al suo attuale vice – nonché assessore alle Risorse e all’Innovazione – Alessandro Rocchi.
Guai, però, a sottovalutare la concorrenza del centrodestra, che la scorsa settimana si è mostrato compatto nel sostenere la candidatura dello sfidante Marco Sprecacè, trentaduenne chiamato a spezzare l’egemonia di una lista che, elezione dopo elezione, amministra la città dall’ormai lontano 1994.
Se dopo dieci anni alla guida del suo Comune il sindaco Piergallini dovrà necessariamente fare un passo indietro, il discorso appare ben diverso per i suoi due colleghi del Piceno che nelle urne di maggio si giocano la riconferma nei rispettivi municipi. A cominciare dall’ingegner Mauro Bochicchio, sindaco pentastellato di Castel di Lama, dove già da diversi mesi si respira un prematuro clima di campagna elettorale.
Rispetto a cinque anni fa, quando con il 27% delle preferenze Bochicchio riuscì ad avere la meglio su Vincenzo Camela, Francesco Ruggieri, Sandra Sprecacè ed Emidio Colucci, il panorama politico locale ha subito un profondo restyling. A meno di sorprese dell’ultim’ora, nessuno dei rivali di un tempo si ripresenterà per una rivincita elettorale, ma non per questo la riconferma di Bochicchio appare scontata.
Dopo mesi di colloqui, il Partito Democratico sembra aver accantonato del tutto l’ipotesi di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, aprendo piuttosto alle liste civiche e strizzando l’occhio in particolare al comitato “Castel di Lama 2023”. Difficile fare previsioni, ma l’impressione è che anche quest’anno si deciderà tutto all’ultima scheda o quasi.
Completa il quadro elettorale del Piceno il Comune di Ripatransone, dove l’ingegner Alessandro Lucciarini De Vincenzi, eletto nel 2018 con il 52,3% dei voti, sarà chiamato a riconfermarsi nelle amministrative di maggio. Come a Castel di Lama, le prossime settimane si riveleranno decisive per conoscere il destino che attende la comunità ripana da qui a 5 anni.
Alzando lo sguardo verso le altre province delle Marche, oltre alle tre comunità picene chiamate a esprimere la propria preferenza sul rinnovo del Consiglio comunale, anche altri 12 comuni marchigiani saranno protagonisti del voto di maggio.
Si va dai tre rappresentanti del Fermano – Altidona, Montegiorgio e Porto Sant’Elpidio – ai ben sei comuni della provincia di Ancona – oltre al già citato capoluogo, Chiaravalle, Falconara Marittima, Maiolati Spontini, Morro d’Alba e Ostra Vetere – senza dimenticare le maceratesi Gagliole, Penna San Giovanni e San Ginesio. Nessuna riconferma o passaggio di consegne all’orizzonte, invece, nella provincia di Pesaro e Urbino, che farà da spettatore alla querelle elettorale che coinvolgerà il resto della regione.
Capitolo ballottaggio: come noto, in caso di mancato raggiungimento della maggioranza assoluta, per i comuni con oltre 15.000 abitanti è previsto un ulteriore turno elettorale, in programma il 28 e 29 maggio, tra i due candidati che hanno riportato il maggior numero di voti. Un’eventualità che, in caso di ulteriori candidature, nel Piceno riguarderebbe da vicino la sola Grottammare.
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