Sono passati tre anni da quando sull’Italia è sceso il velo della vera paura per il virus che aveva già seminato vittime in diverse parti del mondo. Con il lockdown, decretato il 9 marzo 2020 dall’allora premier Giuseppe Conte a reti unificate, si è materializzato l’incubo di tutti: il Covid non è un’influenza che passerà presto, ma è portatore di morte, soprattutto perché perfettamente sconosciuto come le sue tremende conseguenze, come si vedrà nei mesi successivi in un crescendo di dolore.
Al centro della pandemia, esposti al contagio con i pochi dispositivi che erano a disposizione, ed in prima linea nella lotta alla diffusione del “mostro”, gli operatori sanitari che in pochissimo tempo si sono visti riempire gli ospedali di malati gravi, ai quali non si sapeva cosa fare per alleviare la sofferenza e salvare loro la vita.
Nel tempo, la medicina ha trovato cure, rimedi, fino al vaccino. Ma il lavoro è stato tanto e pericoloso: molti medici e infermieri si sono contagiati, sono morti alcuni.
Sono passati tre anni e quasi sembra che tutto sia stato dimenticato. Per questo, la Diocesi di Ascoli, con l’ufficio pastorale della Salute, dedica un incontro di preghiera e di ringraziamento a tutti gli operatori sanitari di Ast Ascoli, per il prezioso servizio svolto con competenza, abnegazione e spirito comunitario, in special modo durante il periodo pandemico, ma anche ogni giorno e per qualsiasi patologia.
L’appuntamento è per giovedì 9 marzo, alle ore 21, nella parrocchia San Giovanni Evangelista di Monticelli, di fronte all’ingresso dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli.
Il titolo “Abbi cura di lui”, tratto dalla parabola del Buon Samaritano, è lo stesso del messaggio di Papa Francesco per la 31esima edizione della Giornata Mondiale del Malato, un invito a «uomini e donne che fanno propria la fragilità altrui, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano l’uomo caduto, perché il bene sia comune» a trovare strategie e risorse perché sia garantito a tutti il diritto alla salute.
Durante la veglia, presieduta dal nostro vescovo Gianpiero Palmieri, interverranno alcuni operatori sanitari dell’ospedale ascolano e della Casa di Cura “Villa San Giuseppe” e della Rsa “Sanitas” di Castel di Lama, condividendo testimonianze dirette su come hanno vissuto in corsia il tempo difficile della pandemia.
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