«Sono davvero intollerabili le violenze e le intimidazioni verso il personale della sanità». E’ il commento dell’assessore alla Sanità e alla Sicurezza Urbana Filippo Saltamartini in occasione della seconda Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
Una giornata istituita dalla legge 113 del 14 agosto 2020 poiché ogni anno circa 3000 operatori sanitari e socio-sanitari subiscono aggressioni, ci cui più o meno la metà vengono denunciate.
«I dati Inail ci dicono che nel 71% dei casi le aggressioni colpiscono donne, oltre un terzo riguardano infermieri ed educatori professionali impegnati in servizi educativi e riabilitativi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, detenuti, disabili, pazienti psichiatrici e anziani all’interno di strutture sanitarie o socio-educative», si legge nella nota.
«La mancata denuncia o querela degli operatori sanitari rende il fenomeno ancora sottostimato – prosegue l’assessore. – Non si capisce perché di fronte a questi fatti, in molte Province della nostra Regione, sono stati chiusi i presidi di polizia presso i principali ospedali, lasciando questi servizi coperti solo da guardie giurate e per quelli esistenti l’organico è così esiguo che se ne compromette la funzionalità.
Tutti gli ospedali di primo e secondo livello dovrebbero avere un presidio fisso di polizia – conclude Saltamartini – in questi ultimi mesi comunque qualcosa si è mosso grazie all’impegno dei Prefetti delle nostre province».
Infatti anche negli ospedali Piceni sono stati riattivati i posti di Polizia: al Pronto Soccorso dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, a febbraio, all’ingresso del “Mazzoni” di Ascoli da agosto.
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