di Salvatore Mastropietro
«Senza drammi, testa alta, petto in fuori, umiltà, lavoro, impegno al 150% e ripartiamo con la consapevolezza del valore di questo gruppo». Questo il commento affidato ai soliti social dal patron Massimo Pulcinelli all’indomani di Ascoli-Venezia, terminata con il risultato di 0-1. E poi ha svelato anche la “ricetta” da seguire martedì, giorno in cui la squadra tornerà a lavorare dopo due giorni di riposo: «Senza fare drammi, si pensa alla soluzione, senza piangersi addosso, fuori gli attributi proprio come fanno i padri».
Nell’ambiente, sia in città che sui social, il clima è senz’altro pervaso da una bella dose di pessimismo. I dieci punti arrivati nelle prime quattro partite della gestione Breda avevano fatto credere un po’ a tutti che si potesse sperare quantomeno in una salvezza tranquilla, restando a debita distanza dalle paludi della bassa classifica. Zona playout che, invece, è tornata a stretto contatto con il Picchio, che dopo il ko di ieri ha un vantaggio di appena tre lunghezze. Basta questo per caricare di aspettative il match del 1 aprile contro una diretta concorrente come il Brescia.
L’altro aspetto che fa sorgere un bel po’ di sconforto è quello del rendimento casalingo. In 15 partite disputate tra le mura amiche l’Ascoli ha conquistato appena 14 punti, frutto di 3 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. Insomma, definire il “Del Duca” terra di conquista – con quasi il 50% di ko interni – non sembra poi così esagerato. Colmare questo handicap diventa fondamentale per raggiungere i punti salvezza necessari, considerando che delle quattro gare casalinghe che mancano ben 2 saranno scontri diretti (Brescia e Cosenza).
A condire il tutto, solo 12 reti segnate davanti ai propri tifosi, che nonostante tutto continuano a non far mancare il proprio supporto (oltre 7.200 spettatori di media). La difficoltà realizzativa è stata al centro delle dichiarazioni post partita di Roberto Breda in una conferenza stampa in cui si sono ricalcati concetti non così diversi da quelli della precedente gestione. Il Picchio, con 30 gol all’attivo, è il sesto peggior attacco del campionato: peggio hanno fatto solo Ternana (29), Cittadella (28), Cosenza (25), Benevento e Brescia (23).
Al tecnico veneto, adesso, il compito di provare a trovare qualche soluzione e magari qualche accorgimento tattico. Cambio di modulo in vista? Le due settimane di lavoro che attendono ora l’Ascoli serviranno a capirlo. Andando oltre ai discorsi tattici, tuttavia, è chiaro che adesso delle riposte sono attese anche dai singoli e dall’intero gruppo, con i fatti e non solo a parole.
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