Ospedale nuovo, la location è troppo vicina al “Capriotti”?

SAN BENEDETTO – L’istituto superiore deve essere ristrutturato, ma la sua presenza potrebbe rendere il terreno di Via Sgattoni non idoneo alla realizzazione del futuro nosocomio rivierasco
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L’istituto superiore “Augusto Capriotti”

 

di Giuseppe Di Marco

 

Il terreno fra Viale dello Sport e Via Sgattoni è realmente idoneo per il nuovo ospedale e la nuova casa di comunità di San Benedetto? La domanda sorge spontanea, stando al curioso incontro avvenuto due giorni fa fra il vertice comunale e della Provincia di Ascoli Piceno.

 

Nel corso del rendez vous, al quale hanno partecipato il presidente Sergio Loggi, il sindaco Antonio Spazzafumo, il consigliere Gino Micozzi e alcuni tecnici della Provincia, si è parlato dell’opera di adeguamento sismico dell’istituto superiore “Capriotti”, per la quale l’ente rivierasco deve rilasciare opportuna autorizzazione.

 

Parrebbe che il vertice sambenedettese abbia voluto informarsi sulla possibilità di rinviare o modificare tale intervento. Perché? La questione sarebbe stata legata ad aspetti meramente estetici della struttura esterna da realizzare, sempre nella proprietà dell’istituto, per il consolidamento sismico dello stesso.

 

Palazzo San Filippo, in tal senso, non avrebbe mostrato alcun cedimento: l’adeguamento si farà e nei tempi prestabiliti. Il cantiere, insomma, dovrebbe aprirsi entro l’anno. A questo punto però bisognerebbe capire perché, in realtà, tale intervento abbia suscitato tanto interesse da parte del Comune.

 

Il vero motivo potrebbe essere ben diverso: a pochi metri dal “Capriotti”, infatti, c’è l’area individuata dal Comune stesso per il nuovo ospedale di San Benedetto. E’ possibile che questa, considerando la vicinanza della scuola, non sia realmente idonea per ospitare le strutture sanitarie annunciate dalla Regione Marche.

 

Sul tema urge una spiegazione: la superficie rispetta tutti i parametri tecnici perché vi si costruisca sopra un ospedale? E che fine faranno i 400.000 euro stanziati da Palazzo Raffaello per il piano di fattibilità? Un fallimento su questo tema non sarebbe accolto favorevolmente da una città che, in quanto a servizio sanitario, personale e reparti, risulta alquanto depotenziata.


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