di Giuseppe Di Marco
La maggioranza, sul Parco Marino del Piceno, è divisa. Come risolvere la situazione? Con l’Ispra. Con la tecnica. Con un’analisi dell’ecosistema e delle conseguenze che avrebbe l’istituzione di un’area protetta al largo della costa Picena.
Dei sette Comuni coinvolti nell’iniziativa, cioè Altidona, Campofilone, Massignano, Pedaso, San Benedetto, Grottammare (che con il sindaco Piergallini ha espresso un parere molto netto) e Cupra, solo quest’ultimo si è tirato indietro. Nonostante ciò, la Riviera delle Palme deve ancora decidere quale posizione prendere. Da una parte le esigenze dell’ecosistema marino, dall’altra quelle delle attività di pesca che protestano per il possibile depauperamento.
Se la maggioranza fosse compatta, il vertice comunale si sarebbe già espresso. Ma così non è: la lista Libera, ad esempio, tenderebbe a venire incontro alle istanze dei vongolari. Rivoluzione Civica, benché rappresentata da un solo membro, la penserebbe diversamente. Per Silvia Laghi il parco si dovrebbe istituire: la consigliera, in ogni caso, si augura che questa decisione venga presa con il più ampio consenso possibile e nel rispetto di tutte le esigenze. Una situazione particolare, se si considera che l’attuale Amministrazione si regge su un unico voto in più rispetto alla minoranza.
E dunque, quale decisione prendere? Nessuna, per ora. Il Comune si limiterà a scrivere al Ministero dell’Ambiente per chiedere che l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale rediga un’analisi sulle caratteristiche e le conseguenze dell’eventuale parco marino. Sulla base di dati certi, l’Amministrazione deciderà il da farsi.
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