di Salvatore Mastropietro
Dopo il riposo osservato nella giornata di domenica, l’Ascoli è tornato a lavorare oggi, lunedì, al “Picchio Village”. Con la sessione odierna Breda e i suoi iniziano a mettere seriamente nel mirino il delicato scontro salvezza in programma sabato 1 aprile al “Del Duca” contro il Brescia. I recenti risultati arrivati contro Bari, Cagliari e soprattutto Venezia obbligano il Picchio ad avere come unico obiettivo quello della vittoria per evitare un rush finale da cuori forti.
La seduta odierna è stata incentrata su attivazione tecnica con mobilità, uno contro uno, potenza aerobica, lavoro tattico e partita a metà campo. Domani sono fissati due allenamenti, alle 10,30 e alle 15 al Picchio Village a porte chiuse.
Il focus del lavoro resta centrato particolarmente sulla fase offensiva. La sterilità a livello realizzativo è un dato preoccupante (30 gol segnati in 30 partite, 13 in meno rispetto alla passata stagione) che sta dando parecchio da pensare a mister Breda. È ancora allo studio l’ipotesi del cambio modulo, ma in ogni caso – considerando anche la mancanza di esterni offensivi che possano garantire un certo tipo di soluzioni – si dovrebbe continuare con lo schieramento di un attacco a due.
Da quando l’Ascoli ha abbandonato la strada del 4-3-3 (Benevento-Ascoli del girone d’andata) sono state ben 10 le coppie sperimentate prima da Bucchi e poi da Breda. La coppia di riferimento, specie per il girone d’andata, è stata quella formata da Dionisi e Gondo, compagni di reparto in ben 9 occasioni. Segue l’opzione Forte-Gondo, scesi in campo l’uno accanto all’altro per 5 volte in totale (di cui 4 sotto la gestione Breda). A completare il quadro la coppia Dionisi-Lungoyi (3 volte insieme dal 1’) e tutta una serie di esperimenti – forzati o meno – proposti per una sola occasione: Mendes-Dionisi, Mendes-Lungoyi, Gondo-Lungoyi, Ciciretti-Gondo, Ciciretti-Mendes, Marsura-Gondo, Mendes-Gondo.
In vista del match contro il Brescia si fa strada un utilizzo dal primo minuto di capitan Federico Dionisi. Tornato a disposizione a fine febbraio dopo uno stop per problemi muscolari di circa un mese, il numero 9 bianconero non scende in campo dal 1’ dal match contro la Spal del 21 gennaio. Se a ciò si aggiunge un digiuno realizzativo che dura da 20 giornate (Venezia-Ascoli del 29 ottobre), si capisce quanto scalpiti parecchio per una maglia da titolare. L’ex Frosinone è stato decisivo nelle prime due stagioni vissute con i colori del Picchio e anche quest’anno vuole risultare tale verso il raggiungimento dell’obiettivo finale. La salvezza passa anche dai suoi piedi e dal suo carisma.
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