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La Laga di Roberto Gualandri: la ricerca del tempo perduto

DA QUALCHE tempo sui social sono apparse le pagine di diversi “gruppi” dedicati al territorio montano e ai borghi che ne costellano il territorio. Uno di questi è “Borghi e sentieri della Laga” che, in poco tempo, ha raggiunto un considerevole numero di aderenti. Ne parliamo con uno dei suoi creatori
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Un momento degli “Spazi ritrovati” a Caiano di Cortino

 

di Gabriele Vecchioni

 

(dove non specificato, le foto sono di Roberto Gualandri)

 

Roberto Gualandri è romano, impiegato nell’Amministrazione Provinciale di Roma e dedica gran parte del suo tempo libero alla natura e al suo amore (nemmeno tanto segreto) per la Laga, splendida area di confine tra Lazio, Marche e Abruzzo. Grande conoscitore dei sentieri dell’Appennino centrale, da diversi anni si dedica alla promozione e alla tutela dell’ambiente delle nostre montagne (sia dal punto di vista naturalistico sia da quello culturale, non meno importante). È membro attivo della FederTrek – Escursionismo e Ambiente, ente di promozione sociale che riunisce una galassia di circa 40 Associazioni che ne condividono la mission (è della Federtrek il “Manifesto del Camminare”).

 

Il Castello Della Monica a Teramo (spiegazione nel testo, foto F. Pomanti)

Dopo anni di esperienze presso la FIE, la Federazione Italiana Escursionismo, nasce l’idea di FederTrek Escursionismo e Ambiente. Perché?

«Avevamo maturato la convinzione che accompagnare con continuità, durante il fine settimana, i gruppi di appassionati di escursionismo a scoprire le aree selvagge dell’Appennino non bastava più. Avvertivamo che era giunto il momento, anche in ambito del volontariato, di mettersi in discussione per individuare azioni maggiormente incisive che andassero incontro ai nuovi bisogni delle aree marginali, contrastando in qualche modo l’immobilismo istituzionale, il preoccupante e generale disinteresse e l’abbandono progressivo dei borghi montani. In ragione di ciò, grazie al coraggio e la caparbietà di alcuni storici compagni di viaggio, in particolare gli amici Paolo Piacentini, Antonio Citti, Alessandro Piazzi e al compianto mai dimenticato Italo Clementi, si crearono le condizioni giuste per fondare, undici anni fa, la nuova Federazione, basata sull’importante Manifesto del Camminare. Iniziammo quindi a lanciare alcune riuscite proposte come l’ormai nota Giornata Nazionale del Camminare e delle importanti esperienze in aree montane a rischio abbandono, denominate L’Appennino da Rivivere, le quali sono state un po’ la nostra palestra naturale per intraprendere poi, successivamente, il percorso sui Monti della Laga».

 

Collegrato di Valle Castellana d’inverno

Come nasce questa tua passione per la Laga?

«Già dal lontano 1975, trascorrevo ogni anno molte settimane della mia vita nella frazione di Collegrato di Valle Castellana, rimanendo sempre più affascinato da questo diverso modo di vivere i territori montani, totalmente contrapposto allo stile di vita che conducevo a Roma. Lì ho scoperto la bellezza della pratica dell’escursionismo, con particolare riferimento agli itinerari di “scoperta” che mi hanno consentito di girovagare negli incantevoli piccoli borghi rurali d’epoca longobarda e di stabilire nel tempo, un particolare legame affettivo con le popolazioni residenti».

 

La magia dell’inverno al Ceppo (foto C. Ricci)

Quindi sei affetto da “laghismo”?

«Sì, è così, Gabriele. Una inguaribile sensazione di appartenenza di cui vado orgoglioso, che mi lega ancora oggi simbolicamente a tanti appassionati di natura selvaggia, alcuni dei quali, nel lontano 16 aprile 1989, risposero insieme a me all’appello di Mountain Wilderness per conquistare tutte le principali vette della Laga, dando corpo alla più grande manifestazione di escursionismo mai organizzata in Italia per richiedere l’istituzione di un Parco».

 

Conoscerai senza dubbio le guide sui Monti della Laga scritte da Alberico (Alesi), Tonino (Palermi) e Maurizio (Calibani), della sezione ascolana dal Club Alpino. Non lo dico per pubblicizzarle, non ce n’è bisogno, ma solo per ribadire che non sei l’unico ad apprezzare questo magnifico comprensorio.

«Queste persone che tu citi, insieme all’indimenticabile Marco Florio e a Stefano Ardito, sono stati i miei storici “maestri” di riferimento che mi hanno accompagnato ad intraprendere la pratica dell’escursionismo non solo sui Monti della Laga, ma anche nelle limitrofe catene dei Monti Sibillini, del Gran Sasso e dei Monti Gemelli. Li ricordo spesso con piacere, rinnovando in ogni occasione questo personale sentimento di gratitudine nei loro confronti».

 

Piano Vomano di Crognaleto

Nella presentazione, abbiamo citato il gruppo social “Borghi e sentieri della Laga”. Vuoi parlarne?

«Un’idea nata nel periodo del post sisma, quando iniziavamo ad avvertire le difficoltà, gli ingiustificati ritardi della ricostruzione e gli effetti dirompenti della frammentazione delle Comunità, sparse per lo più tra la costa adriatica e le città di Roma, Ascoli Piceno e Teramo. Abbiamo avuto così la brillante idea di provare a riaggregarle almeno in uno “spazio virtuale”, dove poter ricominciare a dialogare. Nessuno di noi però poteva mai immaginare, due anni e mezzo dopo, di ritrovare circa quattordicimila persone innamorate di queste incantevoli montagne. Non solo, ma questo Gruppo oltre a essere ormai diventato a tutti gli effetti il principale Social di comunicazione dei Monti della Laga, è diventato soprattutto uno straordinario esempio di “laboratorio culturale dinamico”, autentico motore propulsivo di tutte le principali iniziative intraprese nel territorio».

 

La spettacolare loggia (sec. XVII) della chiesa di San Giovanni Battista a Fràttoli di Crognaleto

C’è anche un portale web…

«Sì, da qualche mese, grazie alla inesauribile passione del nostro amico Giuseppe Virzì, abbiamo implementato lo spazio disponibile, affiancando al Gruppo Facebook anche il sito www.borghiesentieridellalaga.org per offrire alle Comunità l’opportunità di fare “sistema”, valorizzando tutto l’inestimabile valore culturale, ambientale e tradizionale esistente, che non sarebbe stato possibile rappresentare attraverso i Post del Gruppo. La cosa che ci ha dato maggiore soddisfazione riguardo il sito è che abbiamo portato a termine il censimento di tutte le frazioni esistenti sui Monti della Laga, inserendo anche quegli insediamenti ormai diruti, disabitati e non raggiunti da strade carrozzabili».

 

Come hanno reagito i locali alla tua proposta? Dai commenti sui social sembrano entusiasti. È fondamentale che venga compreso il concetto che tu e i tuoi collaboratori siete dei promotori o, per usare un termine più moderno, degli animatori; il cuore degli eventi deve essere popolare, i residenti, i “locali” devono recepire il messaggio, crederci e “portare avanti” con passione l’iniziativa.

«È stata la più grande e gradita sorpresa di questa esperienza. Dopo due mesi dalla creazione del Gruppo Facebook ci siamo accorti che la metà della popolazione residente a Rocca Santa Maria si era già iscritta spontaneamente, e subito dopo la stessa cosa è accaduta a Cortino, e non era solo una mera testimonianza passiva. Hanno iniziato a pubblicare con orgoglio le foto dei propri borghi rurali, sconosciuti ai più; delle splendide foto d’epoca, informando sull’accessibilità delle antiche mulattiere, molte delle quali del tutto non conosciute. Poi, molti siti di interesse storico che rievocavano antiche vicende, e ancora interessanti racconti dei predecessori, approfondimenti su dialetti e linguaggi in uso, resoconti di particolari festeggiamenti, ed altro ancora. In più, continuano a fornire utilissime informazioni aggiornate in caso di situazioni di calamità, ma anche sulla transitabilità delle strade nei casi di emergenze dovute al maltempo; insomma, un fermento incredibile che ha sorpreso anche noi».

 

Salendo verso Serra di Rocca Santa Maria

E le Amministrazioni? C’è stata collaborazione? Sono interessate alle iniziative proposte?

«E qui è stato fatto un importante passo successivo. Siamo andati dai Sindaci a raccontare questa mobilitazione spontanea dei loro cittadini, questo grande desiderio di rigenerazione sociale mai registrato in precedenza in questi luoghi. Si percepiva una precisa volontà di non arrendersi all’idea di lasciar morire i loro borghi. Abbiamo trovato finalmente amministratori sensibili, ed è stato possibile avviare Tavoli di convergenza permanenti, ormai attivati con continuità in tutta l’area teramana. Più problematica invece al momento, appare la situazione nell’area laziale e nell’area marchigiana di Arquata del Tronto, dove le macerie non sono solo quelle materiali… ci sono, purtroppo, delle ferite interiori profonde nelle comunità residenti. Ma anche in questi luoghi, così come nell’area aquilana di Campotosto, siamo in contatto con tanti residenti che attendono da tempo le opportunità per facilitare la loro voglia di restanza».

 

Il terremoto. Non possiamo non parlarne. Nell’area della Laga (come in altre aree colpite dal sisma) molti hanno lasciato la loro terra ma non l’hanno dimenticata… In un articolo ho ricordato una frase dell’antropologo Vito Teti: «Contro ogni apparenza, i luoghi abbandonati non muoiono mai. Si solidificano nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano, fino a costituire un irriducibile elemento di identità»: chi frequenta quei luoghi conosce l’attaccamento dei vecchi residenti alle località di origine.

«Avevo già letto questa frase in tuo precedente articolo e mi aveva particolarmente colpito. Non c’è dubbio infatti che i terribili effetti del sisma abbiano avuto anche una grande risposta interiore nelle popolazioni residenti, sia fisse che saltuarie. È stato percepito il pericolo di veder cancellato per sempre, con un solo colpo di spugna, il loro passato e la loro appartenenza. Da qui la reazione, decisa, commovente e partecipata, di tutto ciò che è rimasto per ricominciare a scrivere una nuova pagina…».

 

La cascata della Morricana

Come pensi di continuare il “lavoro” intrapreso? Hai avvertito segnali di speranza? Quali sono gli interventi che prevedete per questa stagione?

«Il Gruppo Facebook ci ha permesso di conoscere tante straordinarie persone e di attivare la Rete Territoriale della Laga dove sono confluiti vari rappresentanti di frazioni, con cui siamo collegati ogni settimana “da remoto” per portare avanti progetti e iniziative da condividere con le Amministrazioni di prossimità. La speranza è quella di formalizzare dei Patti Educativi di Comunità in attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, attraverso cui istituzioni, associazioni, istituti scolastici e realtà territoriali compatibili collaborino per individuare nuove traiettorie di sviluppo, investendo soprattutto sulle fasce di popolazione in età scolastica, quelle che possono assicurare il mantenimento dei presìdi stabili di popolazione residente. È questo sicuramente l’orizzonte di prospettiva più importante da perseguire, a mio parere, in questo anno appena iniziato».

 

La presentazione del Festival culturale dei borghi della Laga avverrà il 29 aprile nella prestigiosa location dell’ottocentesco Castello Della Monica di Teramo. Nell’occasione sarà presentato anche il calendario degli eventi legati alla seconda edizione del “Festival Itinerante dei Borghi Rurali della Laga”, una rassegna culturale promossa da diversi Comuni con la collaborazione di FederTrek.

«Sarà l’evento principale in grado di sintetizzare il grande lavoro portato avanti attraverso i Tavoli di convergenza istituzionali. Una rassegna itinerante promossa dai Comuni di Cortino, Crognaleto, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura e Valle Castellana (approfitto della circostanza ringraziandoli per la loro disponibilità), in collaborazione con FederTrek durante la quale circa cinquanta frazioni rurali d’epoca apriranno all’accoglienza e all’ospitalità del turismo rurale, per offrire i propri “Spazi Ritrovati”, gli antichi luoghi di incontro delle Comunità e le “Emozioni dell’Anima” attraverso racconti, rappresentazioni e testimonianze ideate dalle stesse comunità residenti, uniche e vere protagoniste di questo Festival. Da maggio a novembre ogni fine settimana i borghi d’epoca della Laga torneranno finalmente al centro delle attenzioni dell’opinione pubblica per cercare di offrire ai fortunati visitatori, cosa significa veramente immergersi in questi straordinari luoghi senza tempo…».

 

Roberto, grazie per la tua disponibilità. Spero che il progetto di valorizzazione territoriale e di recupero culturale di questa bellissima zona abbia un esito positivo. Certo non sarà possibile recuperare per intero il patrimonio abitativo ma è possibile (e doveroso) tentare di salvare quello culturale, le tradizioni, i ricordi di una vita (il “tempo perduto”) nemmeno tanto lontana anche se il frastuono della vita moderna ce la fa collocare in una dimensione quasi onirica.

 

Uno dei tavoli di convergenza permanenti aperti con le Amministrazioni comunali. Qui, Roberto Gualandri è con i sindaci di Rocca Santa Maria e Cortino

 

Uno dei collegamenti online settimanali della “Rete territoriale della Laga”

 

Manifestazioni del carsismo sulla Montagna dei Fiori dei Monti Gemelli


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