di Maria Nerina Galiè
E’ così difficile governare Ast Ascoli, prima Area Vasta 5? Cenerentola delle Marche, non solo perché la più povera: ora merita di essere chiamata così anche perché orfana. Esclusa dal ballo, dalle poltrone e dalla distribuzione dei fondi.
A qualcuno non è piaciuta la performance di Vania Carignani, messa alla porta dopo poco più di tre mesi?
Il cambio al vertice della Sanità picena è emerso in sede di Giunta regionale ieri, quando sono stati prorogati al 31 maggio i commissari delle Ast marchigiane, con sole due eccezioni. Nell’Ast Macerata, Draisci è passato da una poltrona all’altra e quella che è occupata fino a domani (15 aprile), la prende Gozzini, ex direttore del Dipartimento Salute della Regione.
Nell’Ast Ascoli a Vania Carignani subentra Roberto Grinta, che resta contemporaneamente commissario dell’Ast Fermo.
Una cosa simile era accaduta anche durante il passaggio tra Aree Vaste e Ast, quando quasi dappertutto sono stati messi a capo delle neonate Aziende Sanitarie – in attesa della nomina dei direttori generali – gli ex direttori, poi sub commissari.
Non è stato così per Massimo Esposito. Direttore di Area Vasta 5, scelto dalla Regione al posto di Cesare Milani, poi sub commissario. Poi basta.
A gennaio sembrava che Esposito non avesse titolo per la carica di commissario straordinario di una Ast delle Marche. Titolo poi riconquistato a suon di ricorso.
Se proprio la Carignani doveva – o voleva, o è stata messa in condizione di volere – andare via, per un mese e mezzo poteva rientrare in ballo Esposito: conosce il territorio e le sue notevoli problematiche.
Questo non è accaduto e Ast Ascoli è rimasta senza una guida.
Che Carignani ed Esposito sia rimasti incagliati nella querele degli incarichi di funzione? Che Esposito si sia “bruciato” con l’accordo sui tempi di vestizione?
Sono questioni ancora aperte e non si sa come andranno a finire ed è davvero difficile pensare che abbiano agito senza avere “le spalle coperte”.
A indicare alla Carignani la strada per l’avvio della procedura di annullamento del un concorso è stato proprio l’assessore regionale Saltamartini che «vuole vederci chiaro, nel rispetto delle regole e, soprattutto, del budget», ha affermato.
L’accordo sui tempi di vestizione, firmato da Esposito e “rinnegato” dalla Storti, è superato dalle rassicurazioni sempre di Saltamartini: «L’indennità spettante ai lavoratori non sarà negata».
Nulla da poter eccepire sulle capacità manageriali di Roberto Grinta, ex direttore poi sub commissario di Area Vasta 4, poi commissario di Ast Fermo ed ora anche di Ast Ascoli.
Ma appunto è rimasto a capo della Sanità fermana ed ora gli tocca anche quella picena, che – inutile negarlo – è zeppa di problemi. Grinta non li può conoscere nel dettaglio né avrà il tempo per entrare nel merito.
La Carignani, da quando ha assunto l’incarico, si è messa al lavoro a testa bassa, forse auspicando una nomina definitiva come direttore. Certo non pensava di trovare così tante criticità, acuite dalla lotta intestina tra sindacati. Anzi, tra questi, il “gruppo” più numeroso ha invocato più volte la sua testa (che sia una delle cause della mancata proroga, scelta o imposta?).
In ogni caso Carignani non si è tirata indietro. Anconetana, tutti i giorni era ad Ascoli di buon ora. Grinta potrà fare la stessa cosa? E con Fermo come fara?
Adesso c’è da chiedersi pertanto cosa devono aspettarsi lavoratori di Ast Ascoli e, soprattutto, i cittadini.
Probabilmente l’immobilismo più totale, in attesa della nomina del direttore. A giudicare però da come sono andate fino ad ora le cose, non sarà facile trovarlo.
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