di Federico Ameli
La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma ora è arrivata anche l’ufficialità, a poche ore dalla scadenza dei termini fissati per la presentazione delle liste elettorali in vista delle prossime amministrative.
Dopo il botta e risposta a distanza dell’ultima settimana, con una differenza di vedute ormai troppo ampia per tenere in piedi un equilibrio apparso decisamente precario, il direttivo del circolo lamense del Partito Democratico passa dalle parole ai fatti nei confronti del segretario Stefano Falcioni.
Con una lettera sottoscritta da Tiberio Comini, Fabio Pichinelli, Piero Mozzoni, Patrizia Rossini, Alessandra Egidi e Alvaro Grazioli e indirizzata allo stesso Falcioni, all’assemblea degli iscritti e al segretario provinciale Francesco Ameli, il direttivo dem ha ufficialmente presentato una mozione di sfiducia nei confronti del proprio segretario, ormai dunque messo alla porta dal suo stesso partito.
Tra le motivazioni avanzate dal direttivo spiccano le accuse rivolte alle amministrazioni comunali degli ultimi 30 anni, di cui gli esponenti del partito hanno in più di un’occasione rappresentato parte integrante, dalla pagina Facebook Democraticamente Lamensi, riconducibile – a detta dei firmatari – allo stesso Falcioni.
Non solo. Non poteva mancare, ovviamente, il riferimento all’ormai noto documento politico-programmatico discusso lo scorso 22 febbraio durante un’assemblea degli iscritti al partito, schierati in larga maggioranza in favore di un accordo elettorale con i rappresentanti del comitato civico Castel di Lama 20.23. L’accusa, in questo caso, riguarda la scelta di Falcioni di rimettere in discussione l’alleanza a poche settimane dal voto, aprendo a un fronte progressista allargato al Movimento 5 Stelle.
Restando in tema, a compromettere ulteriormente la posizione di Falcioni agli occhi dei democratici del paese sono state anche le grafiche elettorali circolate più o meno velatamente via social qualche giorno fa, nelle quali lo stesso segretario del Pd compariva tra i candidati della lista civica – ma di evidente ispirazione pentastellata – guidata dal sindaco uscente Mauro Bochicchio.
In definitiva, come messo nero su bianco dai firmatari, «il segretario non rappresenta la volontà e la linea politica che in più occasioni è stata deliberata dalla maggioranza del direttivo e degli iscritti, contrapponendosi ad essa».
Ora la decisioni è nelle mani dell’assemblea e del segretario provinciale Francesco Ameli, chiamato a prendere una posizione nei confronti di Falcioni. Che ne sarà della segreteria lamense? In attesa di scoprire le scelte del partito, la memoria corre inevitabilmente alle ultime amministrative di San Benedetto. All’epoca, diversi rappresentanti di spicco del Pd presero le parti dei Verdi di Paolo Canducci anziché dei dem capitanati da Aurora Bottiglieri. La reazione del Pd? Espulsione senza appello.
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