di Luca Capponi
Ammirare la creazione pittorica dal vivo. Una creazione senza vincoli tematici o stilistici, che segue unicamente sensibilità, istinto, visione d’insieme. Già, perché in questo speciale processo non è coinvolto un solo artista, ma tre.
Si tratta di Stefano Tamburrini, Pio Serafini ed Emiliano Albani, che hanno dato vita alla mostra “Disformismo Controllato – Pittura d’insieme”, pronta a partire il prossimo 22 aprile alle 18 e a proseguire fino al 3 maggio. Sede dell’esposizione, la sala dedicata a Cola dell’Amatrice, nel chiostro di San Francesco, in pieno centro storico.
Si tratta senza dubbio di una interessante occasione per ammirare le composizioni del trio e, proprio nel giorno dell’inaugurazione, assistere ad una performance pittorica corale, cui seguirà la presentazione delle opere in mostra.
«Tramite sessioni d’azione pittorica a più mani -spiegano i tre- vogliamo trasportare la pratica dell’improvvisazione d’insieme (che in musica e nel teatro è relativamente più diffusa) nelle arti visive, spostando il fuoco sull’atto esecutivo in sé e lasciando che colori, macchie, campiture ed armonie cromatiche si formino estemporaneamente come i suoni di strumenti musicali. “Disformismo Controllato” è un progetto che si propone di offrire una chiave di lettura, tramite il dialogo tra personalità creative anche molto differenti, delle tematiche relative allo “stile” individuale e come questo possa essere, più o meno consapevolmente, influenzato reciprocamente; una lettura, in ultima analisi, della natura stessa della creazione artistica».
Veder nascere un’opera dal vivo, dunque, come una delle sensazioni che più incuriosiscono ed appassionano l’animo dello spettatore. Soprattutto quando davanti ci sono tre artisti talentuosi, tutti tra l’altro ascolani.
Albani è compositore, artista figurativo, poeta e saggista. Nel 1994, insieme a Diego Pierpaoli, ha teorizzato la “Fonofigurazione Iperdisciplina”, un metodo interdisciplinare unico che innesta il codice musicale nella figura, alla ricerca di sinestesie concrete tra le varie espressioni artistiche.
Serafini, invece, si muove sullo scacchiere di una ricerca introspettiva che, come scriveva il critico Carlo Melloni, “partendo da una immagine che appartiene al macrocosmo del sensibile, la riduce ad una icona nella quale si concentra la sua idea di extrasensorialità affidata a un simbolo, a una campionatura, a una parte per il tutto”.
Infine Tamburrini, pittore, illustratore e decoratore; la sua opera indaga la relazione tra casualità e intenzionalità del gesto pittorico, tra la tridimensionalità della rappresentazione e la superficie della tela: attraverso le serie dedicate agli alberi o ai bagnanti, ai paesaggi “en plein air” o ai ritratti eseguiti estemporaneamente in ogni occasione, compone un universo dinamico e sottilmente inquietante, come se a muoversi sotto la superficie rappresentata siano metaforicamente gli elementi stessi che compongono la pittura.
Gli orari per visitare la mostra, tranne il lunedì che è giorno di chiusura, sono i seguenti: 10,30-13 e 16-19,30. L’ingresso è gratuito.
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