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Le storie di Walter: il Corpo Bandistico “Città di Offida”, storia di una passione antica

LA RECENTE, applaudita performance al Teatro Ventidio Basso di Ascoli ha acceso i riflettori sull’orchestra offidana. Ricca di talenti e tradizione. Il presidente Giancarlo Premici racconta mezzo secolo di amore per la musica, vissuto nella cittadina famosa per il tombolo ed il Carnevale, ma ricca anche di un’altra, ennesima, eccellenza artistica
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Banda al completo per il Santa Cecilia

 

di Walter Luzi

 

Per gli orchestrali del Corpo Bandistico “Città di Offida” è stata la prima volta al Teatro Ventidio Basso. Il loro recente ed applauditissimo concerto-tributo ad Ennio Morricone, nella corso della serata dedicata ad Ascoli e il cinema, ha lasciato il segno. I quasi cinquanta elementi, diretti da Eldo Zazzetti, sono stati degni dell’omaggio al grande maestro romano. Una piacevole scoperta per i più, una conferma scontata per chi li conosceva già bene. Realtà artistica di grande tradizione, e affiatato ensamble di un gruppo di amici innamorati della musica. Brillanti diplomati al conservatorio al fianco di caparbi autodidatti di ogni età. E interi nuclei familiari dentro quelle divise con i colori, il rosso e il blu, del Comune di Offida.

Valeria Vitelli al pianoforte

La Banda Musicale più prestigiosa della regione, e fra le più dotate d’Italia, riafferma la dignità, ed il valore, di una attrazione senza tempo. Di una magìa che sa di folclore paesano, di festa patronale, ma che si alimenta di amore infinito per la musica, ed applicazione costante. Di studio e di conoscenza. Di passione pura, non avvezza a sostanziosi cachet, ripagata solo dagli applausi spontanei del pubblico. E dal piacere di suonare. Di continuare a stare bene insieme anche prima e dopo prove e concerti.

Vi raccontiamo la storia del Corpo Bandistico di Offida. Città del tombolo e del Bove finto. Dei V’lurd’ e dei funghetti. Del Cristo Morto e del Serpente Aureo. Ma anche di una grandissima tradizione musicale che pochi, forse, conoscono.

 

Uno dei tanti concerti in piazza

DAGLI OPHIS A MORRICONE

 

«In media mi succede ogni vent’anniconfessa il presidente Giancarlo Premici, il perito, come lo chiamano tutti in paesedi suonare al Ventidio Basso. La prima volta fu a metà degli anni Settanta. La manifestazione si chiamava “Visi e volti nuovi”, sponsorizzata dalla rivista Sorrisi&Canzoni Tv. Venne anche la Rai a riprenderla. Enrico Simonetti e Aba Cercato erano i conduttori. In buca l’orchestra di Piergiorgio Farina. Facevamo, allora, musica leggera con il gruppo “The Ophis”, composto, con quel nome che non era stato certo scelto a caso, anche da un altro offidano, il batterista Umberto Svizzeri, oltre che da altri amici di Marino del Tronto. Ci riproponemmo, in una serata amarcord, sullo stesso palcoscenico un quarto di secolo dopo. Da ultimo, un mese fa, con il Corpo Bandistico di Offida, per il tributo al maestro Ennio Morricone su invito della Confartigianato. Una serata che ci ha emozionato, davvero, tutti. Al “Ventidio” è stato il top. Tre anni fa ci siamo esibiti anche al Teatro Romano di Ascoli. Ma non è la stessa cosa. Era la prima volta per tutti noi suonare nella buca di quel teatro così prestigioso e pieno di pubblico. Indimenticabile. Ma, visti gli intervalli di tempo fra una esibizione e l’altra, mi sa proprio che questa potrebbe essere stata anche l’ultima volta per me…».

Fa dell’umorismo nero il perito, il presidente, dopo il trionfo ascolano con la “sua” orchestra. E’ augurabile invece che ci siano, a più breve scadenza magari, tante altre occasioni, in manifestazioni di livello ovviamente, per poter applaudire ancora la banda musicale di Offida. Il tributo ad un immortale come Ennio Morricone è un loro vecchio cavallo di battaglia, ma il loro cammino artistico è ancora lungo, e sicuramente ricco di altre belle sorprese. Quello del Ventidio è stato un successo fragoroso su una ribalta di lusso che, oltre ad amplificare gli indiscutibili meriti della banda, ci ha fatto conoscere meglio la grande tradizione offidana. In campo musicale stavolta. Ma perpetuata, anch’essa, di padre in figlio.

 

Paolo Vitelli con le due figlie

DA SIEBER AD ALLEVI

 

Sarà stato tutto merito di Giuseppe Sieber? Il violinista boemo soggiornò a lungo ad Offida nel Settecento. Che sia suo il primo seme dell’arte piantato da queste parti, e germogliato nei secoli successivi? Testimonianze, in ogni caso, fanno risalire l’esistenza di una banda musicale, sia pur minima, in paese, ben prima dell’Unità d’Italia. Passioni e talenti fatti in casa falciati poi dai lutti provocati dalle due guerre mondiali. Negli anni Trenta, a cavallo delle follìe belliche, tornate, purtroppo, penosamente d’attualità ai giorni nostri, quando ogni paese d’Italia aveva la propria banda, grande o piccola che fosse, ad Offida nasce la leggenda di Giuseppe Castellucci. Più noto con l’appellativo di P’ppì lu bandist’, è uno dei personaggi più caratteristici della cittadina e viene ricordato ancora oggi. Direttore ne è il professore abruzzese Umberto Cavina, insegnante alle scuole elementari, che viene assunto dal Comune come maestro di Banda.

Orchestra in azione al Santa Cecilia ad Offida

In onore della città che lo ha adottato compone, nel 1937, la marcia sinfonica “Merletto a tombolo” ancora oggi in repertorio. Così come un suo conterraneo, celebre compositore e direttore di banda anche lui, Giovanni Orsomando, papà della futura, popolare, signorina buonasera Nicoletta, sarà autore della popolare marcia sinfonica “Cuore abruzzese”. Il Corpo Bandistico di Offida verrà traghettato negli anni Settanta dal maestro Aroldo Iodice di Civitella, proveniente dalla banda Principe di Napoli. Un altro grande appassionato di musica che dispenserà i suoi insegnamenti, fino a tarda età, anche ai ragazzi dell’educatorio E.C.A. di Ascoli. Gli subentrerà, nel 1977,  Giuseppe “Pino” Mannello, trombettista prestato alla direzione, che passerà a sua volta la bacchetta, due anni dopo, al maestro ascolano Nazzareno Allevi. In banda suona, giovanissimo, anche suo figlio, il futuro pianista di caratura internazionale Giovanni Allevi. Con lui nasce l’era moderna, ed inizia la crescita, in qualità e quantità, della banda musicale di Offida registrata negli anni Ottanta.

La rappresentanza autoctona è ancora scarsa, e composta quasi esclusivamente da autodidatti, ma anche il sopraggiunto benessere economico favorisce ora il fiorire di tante nuove vocazioni musicali. Non solo. Il ruolo dell’istituto musicale intitolato proprio a Giuseppe Sieber, varato ad Offida nel 1994, e attivo ancora oggi sotto l’egida comunale, è stato determinante nel virtuoso processo di crescita generale. Ed ha avuto, soprattutto, il grande merito di avvicinare i più giovani, spesso ancora bambini, al fantastico mondo della musica.

 

La banda alla festa della Croce a Offida

NEL SEGNO DI CIRO

 

I ragazzi della prima band degli anni Sessanta e Settanta sono cresciuti. E maturati anche artisticamente. Ora nel Gruppo Cinque si ritrovano, fra gli altri, da qualche anno, Ciro Ciabattoni, Peppe Colletta, e i fratelli Alberto e Giancarlo Premici. Musica leggera la loro, sui piccoli palcoscenici delle feste di paese. Ma la passione che li anima è sempre la stessa. Un sacro fuoco inestinguibile. Il 1992 è l’anno della nuova ripartenza della gloriosa banda musicale di Offida. Ciro Ciabattoni, raccoglie il testimone dei grandi maestri del passato, e si dimostra presto ben all’altezza della pesante eredità. E’ un insegnante di sostegno alle scuole medie, ma anche diplomato in tromba al Conservatorio di Pesaro. Soprattutto ha carisma. E un patrimonio di doti umane inestimabile. Raro. Che sa trasmettere entusiasmo, ed estro. Il corpo bandistico “Città di Offida” diventa così, anno dopo anno, “autonomo”. All’orchestra si aggiungono sempre più elementi, e sempre più offidani. Quasi la metà, ad oggi, diplomati nei Conservatori di Fermo, Teramo e Pesaro, o nei vari licei musicali.

«Il tasso tecnico più elevato – spiega il presidente Premici – significa più padronanza dello strumento, più corretta emissione del suono, e una buona lettura musicale. Aumenta così il tempo a disposizione durante le prove per “ripulire” i pezzi, per dedicarsi con maggiore cura alla dinamica e all’interpretazione».

L’esordio della banda in era moderna a casa propria. Luglio 1992. L’occasione è la solenne inaugurazione del portale del celebre scultore offidano Aldo Sergiacomi, alla chiesa di Sant’Agostino. Tre anni dopo ad Asciano, un angolo incantato della campagna senese, la banda si aggiudica il primo premio nel concorso bandistico nazionale. Inizia proprio in quell’anno anche la lunga battaglia di Ciro Ciabattoni contro il male. Che lo vince ventitrè anni dopo, il 31 luglio 2018, stroncando, infine, il suo fisico, senza riuscire a spegnere, mai, la luce della sua anima. A soli cinquantacinque anni. Per le sue esequie tutta Offida si ferma a piangerlo. Bandiere del Comune abbrunate a mezz’asta. E’ un lutto cittadino che lascia un vuoto immenso. Di quelli molto difficili da colmare.

 

I figli di Ciro Ciabattoni e di Paolo Vitelli insieme

PASSIONI DI FAMIGLIA

 

Paolo Vitelli ha cinquantotto anni. Inizia a suonare il clarinetto a venticinque. Da zero. La musica gli è sempre piaciuta. E’ per questo che si iscrive a una piccola scuola di musica a Castel di Lama, l’Accademia “Ricercare”, dei maestri Cesare Ficcadenti e Leonardo De Carolis. Il suo primo insegnante, e ottimo direttore e compositore, è di Offida. Si chiama Massimiliano Laudadio. E’ lui a coinvolgerlo nella banda musicale della sua città che si accinge a ripartire con il repertorio delle marcette più semplici, solo con fiati, piatti e grancassa.

La figlia primogenita di Paolo, Valeria, accompagna il papà alle prove fin da quando ha cinque anni appena. Si appassiona anche lei a questo mondo della musica. In orchestra manca un flauto traverso. Vorrebbe entrare lei ad occupare quel posto, ma la sua cassa toracica è ancora troppo piccola. Glielo dicono chiaro all’Istituto “Gaspare Spontini” dove vorrebbe subito iscriversi. In compenso però c’è la tastiera di un pianoforte verticale che attira la sua attenzione. E per quello il fiato non serve. Di pari passo con gli studi al Liceo Classico, completa il ciclo pre-accademico di pianoforte sotto la guida della professoressa Maria Puca, fra Ascoli e il Conservatorio “Rossini” di Pesaro. Dieci anni di studi. Senza mai abbandonare la Banda di Offida. Vi esordisce a dieci anni con il suo flauto traverso a fianco del papà. Quando c’è bisogno si distingue anche alle tastiere fra i tanti fiati.

Oggi, a venticinque anni, ha da poco completato i suoi studi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino e all’Accademia musicale di Pinerolo, e si sta perfezionando ora all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano dove ha già superato la selezione per il master di maestro collaboratore. In bocca al lupo. A otto anni anche la sorella più piccola, Claudia, ha iniziato a frequentare lo “Spontini” con il suo clarinetto nella custodia. Oggi ne ha ventuno, frequenta la Facoltà di Lingue alla “D’Annunzio” di Pescara, ma non lascerà mai la sua banda.

Giuseppe Castellucci alias P’ppì lu bandist’

I tre Vitelli nel Corpo Bandistico “Città di Offida” fanno il paio con i tre Premici. Giancarlo, il presidente, suona il filicorno baritono, il cosiddetto “bombardino”, strumento tipico di bande e fanfare che fa le veci del violoncello. Suona insieme alle sue due figlie anche lui. Sabina, 34 anni, medico biologo, suona il clarinetto. Silvia, 29 anni, diplomata al Conservatorio in pianoforte, il flauto. Sarebbero in tre anche i Ciabattoni, se il maestro Ciro non ci avesse lasciati troppo presto, come detto, cinque anni fa. In eredità alla banda sono rimasti i suoi due figli: Antonella, trent’anni, che suona il clarinetto, e Giorgio, ventisette, diplomato in tromba come il papà. Buon sangue non mente. E suonare rappresenta, per loro, e per tutti gli altri musicisti, che in fondo compongono una unica, grande famiglia, il modo migliore per continuare a sentire Ciro, vivo, ogni volta, ancora, lì davanti, a guidarli.

 

Giancarlo Premici con le sue due figlie

LE CLASSICHE

 

Il cartello dei grandi appuntamenti parte in Offida con la solenne processione del Cristo Morto, il venerdì santo di Pasqua. Il tre maggio si replica per la festa della Croce Santa. Il due giugno si omaggia la Repubblica italiana. Il ventitrè agosto le celebrazioni per il Beato Bernardo chiudono il nutrito programma religioso. Ma, intanto, è già in corso il tour estivo interregionale con il tributo ad Ennio Morricone. Da dieci anni, fra Marche e Abruzzo, ma si è arrivati a suonare anche fino a Montepulciano, o a Roma, come in occasione del Pio Sodalizio dei Piceni, le colonne sonore di fama planetaria dell’inarrivabile maestro sono i loro pezzi forti.

Nella domenica più vicina al ventidue novembre, giorno dedicato a Santa Cecilia, patrona della musica, degli strumentisti e dei cantanti, si tiene al “Serpente Aureo” l’omonimo concerto. Divenuto ormai una classica. Per l’occasione torna come ospite d’onore, ogni anno, anche il vecchio maestro Nazzareno Allevi. Un mese dopo, il venticinque dicembre, l’anno bandistico si chiude con il seguitissimo concerto di Natale. Ovviamente, anche questo, con ingresso libero.

 

Giancarlo Premici con gli Ophis nel 1968

QUI L’ETA’ NON CONTA

 

«Siamo un ente senza fine di lucro – spiega sempre Giancarlo Premici – un gruppo di amici che si diverte insieme. Non esiste cachet per i nostri musicisti. Suoniamo veramente, spesso, in cambio di un panino e di una birra. Ci muove solo la passione. Siamo la prova che l’amore per la musica, e la tenacia, consentono di arrivare ad esprimersi a buoni livelli. Non ci fermiamo mai, e abbiamo ancora tante idee, tanti progetti da realizzare».

Provano in media, infatti, almeno una volta a settimana con il direttore Eldo Zazzetti. Che, ovvio, è di Offida anche lui, così come i solisti Mauro Recchi e Stefano Vallorani che dentro la banda sono cresciuti anche loro. La sala l’ha messa a disposizione il Comune proprio al fianco del teatro “Serpente Aureo”. Ma al terzo piano.

Ciro Ciabattoni con i suoi due figli

«Le scale da fare in effetti sono tante – confessa Premici – non è tanto per il fiato che, comprensibilmente, non  ci manca, ma a tirar fin su gli strumenti ogni volta non è proprio agevole. Con il Comune stiamo comunque pensando ad una nuova sede più idonea per le nostre attività».

In compenso la piazzetta da cui vi si accede porta il nome di Ciro Ciabattoni. Il suo cuore batte ancora forte in Largo della musica. Come quelli, fra gli ottoni tirati a lucido della banda di Offida, dei fratelli Premici, di Peppino Colletta, di Lino Brandimarti, di Nicola Savini, di Vincenzo Petrocchi, di Umberto Svizzeri. Sono loro la memoria storica della banda fra tanti giovani e giovanissimi, come la vocalist Valeria, la figlia di Umberto.

Ciro Ciabattoni

«Promuovere la musica fra le nuove generazioni – conclude il direttore Giancarlo Premici – rientra nella nostra mission. L’esistenza e l’attività di queste realtà nei piccoli centri potrebbero essere di esempio e sprone, oltre le rivalità di campanile, alle città più grandi della provincia. Che dovrebbero aprirsi di più, essere meno “gelose”, diffidenti, anche un tantino snob, nei nostri confronti. La banda musicale non è un fenomeno folcloristico improvvisato per la festa del paese, o una rumorosa mascherata da sagra campagnola. Da quarant’anni lavoriamo undici mesi all’anno per prepararci al meglio agli eventi che ci vedono protagonisti».

Tutte le attività si fermano, manco a dirlo, come ogni altra in città, da sempre, solo in una, irrinunciabile, occasione. Lo storico Carnevale di Offida. Ma nessuno di loro perde l’allenamento in quel periodo. Tutti gli elementi fanno parte integrante infatti anche delle varie congreghe, come quella del Ciorpento, la più antica fra la quindicina che in paese animano le varie manifestazioni carnevalesche. Castigat ridendo mores.

 

SE VI SIETE PERSI “LE STORIE DI WALTER LUZI”…..

 

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