di Walter Luzi
25 Aprile, la Resistenza continua. Anche al Sacrario partigiano di Colle San Marco – quarta delle tre cerimonie ascolane dopo quelle in città al Monumento ai Caduti di Piazza Roma e in Piazza Simonetti e, a San Marco, al Cippo dei Caduti – come in quasi tutta Italia, quello odierno è stato un anniversario della Liberazione davvero molto sentito.
C’è la folla delle grandi occasioni, inusuale rispetto agli ultimi decenni, a celebrare la festa che dovrebbe essere di tutti gli italiani, ma che di tutti, in fondo, non è mai stata. Mai come quest’anno tanta gente ha sentito il bisogno di esserci. Per riaffermare valori che si ritenevano sacri e incalpestabili. Per rileggere una Storia, scritta con il sangue di tanti innocenti, che taluni si ostinano a voler riscrivere.
A cominciare dalla seconda carica dello Stato, che il presidente provinciale dell’Associazione Partigiani d’Italia (Anpi), Pietro Perini, attacca subito, in apertura del suo discorso. «Grazie a tutti per essere qui oggi, per aver preferito Colle San Marco a Praga».
Riferimento inevitabile, visto il giorno scelto dal presidente del nostro Senato per volare ad omaggiare nella capitale della Repubblica Ceca la figura di Jan Palach. Lo studente simbolo della Resistenza anti-comunista, suicida con il fuoco, per estrema protesta contro l’invasione “normalizzatrice” sovietica della sua Cecoslovacchia nel 1969. Una sensibilità che il nostro vice presidente della Repubblica non ha mai dimostrato, solo per fare un esempio semplice, per gli arsi vivi, in maggioranza donne vecchi e bambini, di Sant’Anna di Stazzema nel 1944, ad opera dei nazisti e dei repubblichini di Salò.
Perini è ritornato anche su altre recenti, ripetute esternazioni del presidente del Senato definendolo, anche benevolmente «particolarmente ignorante della nostra storia» e ribadendo che la pace non si costruisce regalando armi ai belligeranti perché la nostra Costituzione, «la più bella del mondo» ripudia esplicitamente la guerra come mezzo per risolvere le contese. «Una Costituzione – ha proseguito Perini – che merita, come noi, rispetto, e che è totalmente impregnata di antifascismo. La nostra Costituzione è antifascista». E lo ripete, fra gli applausi, scandendo bene le sillabe: “a-nti-fa-sci-sta”.
Non fa una piega la sottosegretaria Lucia Albano che interviene subito dopo, spedita ad Ascoli dal Governo Meloni per spendere qualche buona parola riparatrice dopo il siculo delirio. Poi tocca al presidente della Provincia, Sergio Loggi, a cinquant’anni esatti dal conferimento al gonfalone della medaglia d’oro al valore militare. E quindi al sindaco di Ascoli Marco Fioravanti.
A sottolineare la solennità di questo ritrovato 25 Aprile ascolano la presenza di un officiante di eccezione per la successiva funzione religiosa. Il vescovo Gianpiero Palmieri. Prelato molto caro a Papa Francesco, e molto vicino alle sue idee. Che sono a dir poco rivoluzionarie in tema di guerra in Ucraina. La voce più autorevole fra le pochissime, tutte inascoltate, in tempi di ritrovato, e molto preoccupante, pensiero unico dominante, per la pace. E non solo. Al fianco del vescovo anche il cappellano del 235° Reggimento Piceno dell’Esercito.
LE DICHIARAZIONI
Lucia Albano: «E’ imporante la memoria di quelle gesta che qui a Colle San Marco hanno consentito alla Provincia e alla città di Ascoli di essere fregiate della medaglia d’oro al valor miliare per attività partigiana. Il 25 aprile di 78 anni fa la nostra nazione tornava libera, indipendente ed unita sotto un’unica bandiera, il nostro meraviglioso tricolore segnando una grande volontà di ricostruzione morale e materiale. Proprio il tricolore è stato scelto per il manifesto celebrativo di quest’anno accompagnato dalla frase “La liberta è come l’aria”, pronunciata ne 1955 da uno dei padri costituenti della Repubblica italiana, Pietro Calamandrei».
Sergio Loggi: «Questa giornata assuma una valenza ancora più grande per il cinquantesimo anniversario del conferimento della medaglia al valor militare per attività partigiana alla nostra Provincia. Un riconoscimento che ci onora ed impegna ad essere ancora più consapevoli e attenti nel custodire la memoria dei 278 martiri piceni caduti, per mano della tirannide nazifascista. Un impegno che ci deve vedere mobilitati per conservare quei traguardi di civiltà e democrazia da tutelare contro ogni forma di intolleranza, violenza, razzismo e revisionismo».
Marco Fioravanti: «La medaglia al valor militare per attività partigiana costituisca un riconoscimento prestigioso che ci aiuta a ricordare, nel tempo, tutti coloro che hanno perso la vita per gli ideali di pace, libertà e democrazia, che oggi sono le pietre fondanti della nostra Costituzione. E’ importante trasmettere questi ideali ai giovani che saranno i cittadini di domani».
A Colle San Marco, tra i presenti, anche il prefetto di Ascoli Carlo De Rogatis, il senatore Guido Castelli, gli onorevoli Augusto Curti e Giorgia Latini; i consiglieri regionali Anna Casini, Monica Acciarri e Andrea Assenti, il vice sindaco di San Benedetto Antonio Capriotti, il presidente del Consiglio comunale di Monteprandone Antonio Riccio; i sindaci di Folignano Matteo Terrani, Monsampolo del Tronto Massimo Narcisi e Cupra Marittima Alessio Piersimoni. E ovviamente i massimi esponenti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate.
https://www.cronachepicene.it/2023/04/25/25-aprile-a-san-benedetto-corone-di-alloro-ai-monumenti-ai-caduti-video-e-foto/399164/
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