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Pronto Soccorso di San Benedetto, nessun volontario per coprire i posti vacanti: si passa “alle maniere forti”

SANITA' - Non c'è stata risposta tra i medici di altri reparti, invitati a dare disponibilità. Pertanto Ast Ascoli passa al piano "B", che consiste nel  stilare una graduatoria e, partendo dall'ultimo classificato (non è una questione di curriculum, quanto di anzianità di servizio), si distacca per un mese nel reparto dove la carenza risulta grave
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L’ingresso del Pronto Soccorso del “Madonna del Soccorso”

 

di Maria Nerina Galiè

L’estate è ormai alle porte e c’è poco tempo per trovare una soluzione, finalizzata a compensare la carenza di personale al Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto.

Come ogni estate, l’unità operativa diretta dalla dottoressa Giuseppina Petrelli, sarà presa d’assalto non solo dai cittadini di tutto il Piceno che si sposta verso la costa, ma soprattutto dai turisti.

Ed al momento può contare sulla metà dell’organico che spetterebbe al reparto. Più i medici di una cooperativa, ai quali però – per adesso – sono affidati soltanto codici minori.

 

Gli appelli della primaria  (tra ottobre 2022 e gennaio 2023) di poter ricorrere alla mobilità interna per coprire i turni vacanti, sono riportati nero su bianco nella determina del commissario di Ast Ascoli, Roberto Grinta, del 21 aprile, e nella quale si dà il via alla “procedura di mobilità d’urgenza”.

“L’istituto della mobilità d’urgenza – si legge nella determina – ha carattere provvisorio, è disposto per il tempo strettamente necessario alla gestione della situazione di emergenza e non può superare il limite massimo di un mese nell’anno solare, salvo consenso espresso del dirigente, sia per la proroga che per la durata.
La mobilità d’urgenza ove possibile, è effettuata a rotazione fra tutti i dirigenti della struttura
interessata. Per l’attivazione della mobilità d’urgenza l’Area Vasta ricerca prioritariamente all’interno del gruppo di dirigenti interessati al processo”, cioè adesioni volontarie, tra i medici in servizio, che “svolgono attività presso servizi equipollenti e o affini alla disciplina di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza”.

Entro il termine stabilito non sono pervenute adesioni volontarie.

Pertanto si passa al piano “B”, che consiste nel  stilare una graduatoria tra i professionisti e, partendo dall’ultimo classificato (non è una questione di curriculum, quanto di anzianità di servizio), si distacca per un mese nel reparto dove la carenza risulta grave.

Si legge infatti nel regolamento: “Qualora i tempi tecnici non siano compatibili con le situazioni di necessità ed urgenza, l’Area Vasta, nelle more della procedura, individua il dirigente con minore anzianità di servizio”.

 



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