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Poggio di Bretta, passeggiata ecologica nel ricordo di Luigi Capriotti (Le foto)

ASCOLI - La comunità paesana si ritrova per ricordare Gigi, recentemente scomparso, e sensibilizzare sul rispetto dell’ambiente. La camminata “A piè ...di Poggio” ripulisce e riscopre antichi, storici sentieri, con il piacere di ritrovarsi su un comune cammino. Iniziativa dei parrocchiani di Don Bien Aimè
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di Walter Luzi

 

Poggio di Bretta, la prima camminata di primavera ha molti sapori. A poche settimane dalla prematura scomparsa si ricorda Luigi “Gigi” Capriotti, ma buona parte della comunità poggese si ritrova sul comune sentiero animata anche da altri spunti di riflessione. Custodire la Memoria di tanti che, come Gigi, hanno scritto la storia della popolosa frazione, e di epoche dove i piedi erano l’unico mezzo di trasporto per scendere verso la strada statale Salaria, meglio servita dal trasporto pubblico. La voglia di ritrovarsi, il piacere di stare insieme, e tornare a condividere, finalmente dopo gli anni bui del covid. E poi, non da ultimo, l’aspetto ecologico, la sensibilizzazione per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. Un tema sentito a livello planetario, su cui, in più occasioni, si è levata anche la voce, autorevole e inascoltata anch’essa, del Papa. E riportata nella locandina dell’evento. «Ci siamo impadroniti della Natura – ha ricordato Francesco Bergoglio – abbiamo sfruttato troppo la sorella e madre Terra. Ma, come mi ha ricordato un vecchio contadino, Dio perdona sempre. Gli uomini non sempre. La Natura mai. Quando viene offesa si vendica».

 

Il percorso è stato ripulito, durante il tragitto, dagli stessi trekker. Il piccolo anello della prima camminata “A piè …di Poggio”, organizzata dalla locale parrocchia, lungo cinque chilometri con duecento metri di dislivello, scende da Case Chiarone lungo l’antico sentiero della valle del Bretta per risalire, dopo le pause ristoratrici offerte dall’Oleificio Fratoni e dal Brecciarol Bar di Brecciarolo, lungo la breve ma impegnativa “reccorta” della “custarella”. La via di collegamento più frequentata, gambe in spalla, dai Poggesi fino agli inizi degli anni Settanta per scendere fino alla fermata dei bus dell’allora Int. O usata dagli abitanti di Brecciarolo, in senso inverso, per salire verso il cimitero e la vecchia chiesa di San Giovanni Battista, fino a quando i due paesini contadini sono rimasti tali, e riuniti in una unica parrocchia. Poi arrivarono il (cosiddetto) progresso, le automobili, l’asfalto, il cemento, e tutto il ridondante guazzabuglio portato dal (presunto) benessere, a cambiare i connotati alle nostre vite, e alla Natura tutt’intorno.

 

Il giovane parroco malgascio Don Bien Aimè ha trovato in Giorgio, Vittorio, Alberto, Tonino e Massimo, fra i tanti altri, i principali collaboratori nell’iniziativa. Il maltempo ha parzialmente rovinato la festa, e la pioggia ha consigliato, per sicurezza, a molti di ridurre il percorso. Ma l’entusiasta e massiccia partecipazione ha decretato il successo del tuffo nel passato di questa prima escursione. Perchè non finisce qui.

 

 


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