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«Solo 12.000 abitanti per 8 Comuni montani»: Treggiari rilancia l’idea della Città “interprovinciale” dei Sibillini

MONTAGNA - L'ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, snocciola i dati: «Amandola 3.266; Comunanza 2.915; Montefalcone Appennino 369; Montefortino 1.047; Monte Monaco 519; Monte San Martino 698; Sarnano 3.042; Smerillo 333. Solamente nell'ultimo anno il gruppo di Comuni  considerati, ha perso ben 151 abitanti. Credo che i sindaci, in primis, debbano prendere il toro per le corna, abbandonare ogni risibile residuo campanilismo, per dar vita ad un primo nucleo»
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(Foto Gran Tour delle Marche)

di redazione CF
Una popolazione già ridotta all’osso e in continuo decremento. E così rispunta  l’idea della costituzione di una Città dei Sibillini che possa avere più peso e consistenza sui tavoli istituzionali.
A rilanciarla è l’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, che parte da recenti dati sulla popolazione residente in otto Comuni della zona montana, principalmente quella fermana.
«Ho letto attentamente, non senza inquietudine ed un velo di tristezza, i dati Istat, aggiornati al primo gennaio del corrente anno, sui residenti nella nostra zona montana ed ho dedotto che, come diceva il buon Troisi, “non ci resta che piangere”.
Monitorati otto Comuni, territorialmente omogenei, si raggiunge una popolazione di soli 12.189 abitanti, insediati su una superficie pari a circa la metà dell’intera provincia fermana.
Consideriamo pure che, allo storico elenco della potenziale Città dei Sibillini, ho aggiunto Sarnano che, sotto l’aspetto demografico, presenta gli stessi problemi degli altri paesi. Vediamo in dettaglio: Amandola 3.266; Comunanza 2.915; Montefalcone Appennino 369; Montefortino 1.047; Monte Monaco 519; Monte San Martino 698; Sarnano 3.042; Smerillo 333».
Dalle statistiche alle considerazioni politico-istituzionali: «Vogliamo continuare a fare orecchie da mercante e recintare il nostro piccolo orticello pur di conservare qualche limitato privilegio? Io credo che continuare a battere questo sentiero – le considerazioni di Treggiari – significa non volere il bene della propria Comunità e lasciare ai nostri nipoti un ingovernabile e triste deserto. Non sto accusando qualcuno in particolare; il problema è collettivo e, pur se negli ultimi tempi si nota una certa accelerazione in negativo, rifiutare di mettersi intorno ad un tavolo, per discutere di programmi e progetti comuni, è cosa grave. Solamente nell’ultimo anno il gruppo di Comuni  considerati, ha perso ben 151 abitanti».
Ma quali i vantaggi di un’aggregazione di Comuni?
Per Treggiari la risposta è in un maggior peso politico-istituzionale quando si approda sui tavoli decisionali, dalla sanità alle infrastrutture. A partire da quelli della Regione. «Credo che i sindaci, in primis, debbano prendere il toro per le corna, abbandonare ogni risibile residuo campanilismo, per dar vita ad un primo nucleo, che io desidero ancora chiamare Città dei Sibillini, che affronti le annose problematiche riguardanti il lavoro, la sanità, l’istruzione, le infrastrutture viarie, con un’unica voce, così amplificata, da riverberare nelle stanze che contano della Regione. I tempi sono più che maturi: o iniziamo a muoverci sin da subito, o saremo destinati, in pochissimi anni, a diventare terra di nessuno».

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