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Aurora Bottiglieri si dimette da presidente della commissione Sanità: «Finora non si è risolto nulla»

SAN BENEDETTO - Severo il giudizio della dottoressa sull'operato dell'Amministrazione comunale: «Da Spazzafumo solo immobilismo. Si era parlato di diffidare la Regione e invece la si invita in commissione. Non voglio più essere una pedina»
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Daniele Primavera, Felice Gregori, Aurora Bottiglieri, Diana Palestini ed Elisa Marzetti

 

di Giuseppe Di Marco

 

Aurora Bottiglieri si dimette da presidente della commissione Sanità: la decisione è stata ufficializzata questa mattina in sala consiliare dalla stessa dottoressa, supportata dai referenti della coalizione che la sostiene, formata da PdArticolo UnoNos.

 

«L’immobilismo sulla questione mi impone di prendere una decisione – spiega la consigliera – dall’insediamento non siamo riusciti a concludere niente, ma si è solo allungato il brodo. In questa situazione, non voglio più ricoprire il ruolo di semplice pedina. Con il Consiglio comunale aperto dello scorso anno è andata in scena solo una nuova passerella della destra: ci è stato detto che a San Benedetto sarebbe arrivato un ospedale di primo livello e che la Murg sarebbe stata riportata ai livelli di partenza. Avevo chiesto di riunire tutti i sindaci dell’Ambito 21 per portare avanti una protesta univoca, ma il sindaco non si è mai degnato di rispondermi su nessuna questione. L’ultimo appello che ho fatto riguarda il Pronto Soccorso: andiamo incontro ad un periodo estivo difficilissimo da gestire e quindi voglio tirarmi fuori da tutto ciò, dicendo come stanno le cose da semplice consigliera».

 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la riunione del gruppo ristretto. «In quella sede si era parlato di diffidare la Regione – prosegue Bottiglieri – e invece si è deciso di invitare la Regione ad una nuova commissione, che ricordiamolo, ha solo potere consultivo. Siamo rimasti incastrati in questa storia dell’ospedale nuovo, che potrebbe essere un contenitore vuoto, mentre il Madonna del Soccorso viene depauperato e il privato prospera. Un’altra incognita è quella della Casa di Comunità: ad oggi non ci sono atti ufficiali, e il rischio è che perderemo anche questi soldi. Da consigliera propongo di incontrare la commissione sanità della Regione per capire cosa ci sia realmente in ballo».


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