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Le storie di Walter: Erminia Tosti racconta Luca Luna

ASCOLI - Luca Luna, è stato detto, è una di quelle persone che, una volta conosciuta, te la porti dentro per sempre. E’ l’autore che può vantare la produzione letteraria più ricca, variegata e qualificata di tutti i tempi su Ascoli. Che non era la sua città natale, ma che lo è diventata di diritto, per tutto l’amore che, da forestiero, le ha dimostrato. Vincendo diffidenze e gelosie, e pagandosi, spesso di tasca propria le pubblicazioni che hanno reso immortali la storia, le bellezze e le tradizioni della nostra terra. Un impegno instancabile che avrebbe meritato riconoscimenti più consoni al valore, suo, e delle sue tantissime opere. Una missione che, dopo la sua prematura scomparsa, prosegue la moglie Erminia “Mina” Tosti Luna. E’ lei a portarci per mano, passo passo, dentro la loro bellissima storia
...

Erminia e Luca

 

di Walter Luzi 

 

Che Luca Luna sia stato una di quelle persone difficili da dimenticare, una volta conosciute, lo ha detto il noto videoreporter della Rai Claudio Speranza. Ma trova d’accordo tutti gli altri. I tanti che hanno avuto modo, e privilegio, di vivere da vicino questo pugliese trapiantato che ha amato, e saputo valorizzare Ascoli, in campo letterario, più e meglio di tutti gli ascolani veri. Che è stato infaticabile nella sua opera di scrupolosa ricerca e preziosa divulgazione di tutto il buono e il bello e il nobile che il capoluogo Piceno sia in grado di offrire. Con competenza ha passato anni a spulciare nelle biblioteche, negli Archivi di Stato e in quelli parrocchiali, a trascrivere manoscritti anonimi, alla ricerca di notizie, indizi, dettagli sul passato che, inevitabilmente, finiscono per interagire con il presente.

 

Luca Luna in uno dei suoi tantissimi viaggi

 

Alfiere sul campo dell’ars memoriae, di cui tutta la Cultura si alimenta, ha trovato in questa città tanti amici ed estimatori veri, ma anche troppa diffidenza, troppo poca considerazione, e qualche grossa delusione. Gli oneri tutti, che non gli hanno mai pesato, per portare a compimento i suoi progetti. Gratificazioni materiali solo dai comuni di Folignano, Colli del Tronto e pochi altri. Onori, postumi, troppo pochi, e solo su iniziativa della sua famiglia. La gratitudine del resto è sempre un optional. La moglie, Erminia Tosti Luna, da oltre un ventennio, continua nell’opera che Luca è stato costretto ad interrompere, troppo giovane, a causa del male. Scandaglia, subito, dopo la sua prematura scomparsa, ogni file archiviato nel suo computer. Ricuce i fili di narrazioni, tragicamente interrotte, mettendoci del suo.

 

Da fidanzati a Jesolo

 

Rimette mano a bozze, idee e progetti rimasti nel cassetto. Con lo stesso impegno, lo stesso entusiasmo, continua, pagandosi da sola tutte le spese, a scrivere e a pubblicare. A tenere accesa, con quei testi scritti a quattro mani e la doppia firma, la Memoria di Luca Luna. E aggiungendo il suo cognome al proprio, fa vivere ancora anche lui.

 

RINASCE ZIA MINA

 

I genitori di Erminia Tosti, Mina per tutti, erano originari di Mozzano. Mina, come si chiamava sua zia. Aveva solo ventitrè anni la zia Mina, nel 1943, quando era morta. Era stata forse la tubercolosi, o, più probabilmente, una grossa delusione d’amore, a piegarla. Aveva smesso di mangiare, e si era lasciata, lentamente, morire. Quando nasce Erminia, primogenita, il 30 dicembre dell’anno dopo, i suoi nonni smettono di piangere, convinti di vedere in lei la reincarnazione della figlia morta.

 

Erminia e Luca

 

Il papà Quinto, guardia penitenziaria al carcere del Forte Malatesta, era stato trasferito successivamente a quello dell’isola d’Elba. Al confino di Portoferraio riservato ai dissidenti antifascisti, nel confronto dei quali provava una gran pena. Dimessosi per questo, da quello che pure era un buon posto di lavoro statale, aveva partecipato alle opere di rimboschimento di Colle San Marco, prima di aprire un negozio di generi alimentari. In via dei Filodrammatici, proprio accanto al teatro Filarmonici, e a Porta Solestà dopo. La mamma di Erminia, Isola Giobbi, era invece di San Benedetto. Dopo il diploma alle Magistrali Erminia, nonostante la conseguita idoneità all’insegnamento, perde due anni cercando di scalare le graduatorie nei concorsi che ha dato. Stanca di aspettare si iscrive allora all’università di Urbino. Pedagogia. La laurea arriva nel 1969. Su consiglio di  una collega siciliana, fa domanda di insegnamento nel Veneto. Lì c’è grande richiesta. Quasi tutte le professoresse arrivano dal sud. Lei è la più settentrionale di origine fra quelle della scuola di Jesolo Lido dove trova, finalmente, una cattedra. Il padre e il fratello Giampiero, gli uomini della famiglia, la accompagnano con la loro Fiat Millecento verso le eterne nebbie del profondo nord. Già a maggio la cittadina di mare si riempie di villeggianti tedeschi, ma in inverno è semideserta. Sempre avvolta nella nebbia, che alla fine di quel dicembre del 1969 è ancora più fitta. Mina ci resterà sei anni. E ci lascerà il suo cuore.

 

FIGLIO DI PUGLIA

 

Salve è vicina al suo mare trasparente. Nel cuore del Salento, culla della pizzica e di ulivi secolari maestosi come sculture classiche. Era nato qui Luca Luna, fra le case sbiancate dal sole, il 13 febbraio 1943, in una famiglia molto numerosa. Cresciuto sotto il fascino del grande faro della vicina Santa Maria di Leuca, a guardia dei due mari che bagnano la sua Puglia, dalla quale si era dovuto presto allontanare, come tanti altri figli del sud. I colori, i suoni, i profumi, della tua terra ti restano dentro per sempre. Ma le tue radici poi, senti il bisogno di piantarle, sempre profonde, in un’altra, che ti accoglie. Succederà anche a lui. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere conseguita a Lecce, fa, diciannovenne, le prime esperienze giornalistiche come corrispondente de Il Tempo dalla sua provincia. Subito, il primo dei suoi tanti viaggi lo porta fino in Camargue, Provenza, la Francia più vicina, dove fa la sua prima, eccitante, esperienza di insegnante come assistente di lingua italiana in un Liceo. Quindi la graduatoria favorevole del concorso lo porta alla sua prima cattedra di ruolo in Italia. Nel Veneto. A Lido di Jesolo.

 

L’HOTEL LA PACE

 

Alloggiano tutti lì gli insegnanti terroni. E’ una piccola pensione a gestione famigliare. “Sono stata troppo bene a Jesolo – ricorda Erminia – ho pianto quando me ne sono andata. Ad Ascoli sono tornata sempre volentieri. E’ la mia città. Ma sono sempre stata altrettanto contenta di ripartire”. Durante la cena, nella sala da pranzo, incrocia per la prima volta lo sguardo di Luca.

 

Luca con Erminia negli anni 70

 

Però, mica male, pensano entrambi nello stesso istante. Lui è al telefono con la fidanzata. Una delle tante. L’apparecchio è ancora di quelli attaccati alla parete, vicino alla porta. Lui è come sarà sempre. Bellissimo, brillante, gentile. Un mix di doti che fa sempre breccia facilmente, anche senza volerlo, in ogni donna. Gli uomini della sua famiglia che hanno, come detto, accompagnato Mina, ripartono il giorno dopo. A sera l’hotel si anima con altri arrivi dal sud. Tutti giovani, tutti insegnanti anche loro. Federico è leccese anche lui. Di Galatina. Non può proprio tollerare che quella collega, ultima arrivata, stia da sola al suo tavolo, seduta in un angolo. La invita ad aggregarsi alla compagnia, alla loro affollata e vociante tavolata. E’ lui a presentarla anche a Luca. Il fusto al telefono notato la sera prima. Lui è lì da un anno, e insegna proprio nella scuola a cui anche lei è destinata. Dopo le lezioni colleziona spasimanti. La già lunga lista potrebbe arricchirsi con questa Erminia, appena arrivata. Ma lei è fresca reduce da una precedente delusione sentimentale. Resiste alla corte di Luca. Finchè può. E può per pochissimo. Stavolta però lo sciupafemmine fa sul serio. Vuole sposarsi subito, appena chiudono le scuole. Intanto la presenta a tutti i suoi parenti che capitano in zona. L’estate li separa. Ardenti lettere d’amore annullano i 615 chilometri che per pochi mesi li tengono lontani. Mina le conserva ancora. A settembre si sposano in Comune, ad Ascoli, prima di ripartire, insieme, per il Veneto. Il 13 dicembre 1970 in chiesa, a Jesolo.

 

Luca ed Erminia sposi il 13 dicembre 1970

 

Data non casuale. Luca è molto devoto infatti a Santa Lucia, dopo una brutto problema patito agli occhi. Lei conosce i suoi suoceri, Vito e Immacolata, benestanti commercianti di tessuti, solo quel giorno. La grande festa nuziale in una delle tante ville venete lungo la via per Eraclea. Luca lavora come portiere di notte a Jesolo, l’estate successiva, per saldare tutti i conti. A Natale il loro primo ritorno, di una lunga serie soprattutto in estate, nel Salento. Insieme. La parola che Erminia ama di più.

 

IL RITORNO AD ASCOLI

 

Eliana, la loro figlia primogenita nasce a San Donà di Piave, perchè in quello di Jesolo il reparto di Ostetricia non c’è ancora. Alla fine del 1975 gli attesi riavvicinamenti. Lui alla “Ceci”, lei a Force, dove salirà in cattedra fino all’ottavo mese della gravidanza del secondogenito Gian Marco. Luca ha trentadue anni.

 

Luca e Mina negli anni 70

 

Della sua città di adozione è già follemente innamorato. “Ma che meraviglia che è la tua città! – non si stanca mai di ripetere al rientro dalle sue lunghe passeggiate in centro – ma perchè non ne avevo mai sentito parlare prima! Peccato non sia pubblicizzata, valorizzata come merita…”. Esclamazioni di ammirazione sincera, che costituiscono l’inesauribile propulsore creativo di Luca Luna. Che fa della divulgazione storica, artistica e culturale relativa al capoluogo piceno, la sua ragione di vita. Non solo.

 

Sposta la sua attenzione e la sua curiosità anche sulla micro-storia, la cronaca cittadina spicciola, il vissuto di passati lontani, si fa custode dei valori della cultura popolare, del colore locale, di personaggi anche poco noti, ma dall’alto spessore etico e morale “…perchè – scriverà il suo amico professor Antonio D’Isidoro – capisce che la memoria è la nostra conoscenza, la risposta all’orrore dell’oblio…”. Inevitabile il contatto con tutti i luoghi di cultura e conoscenza, la biblioteca, la pinacoteca, le redazioni dei giornali locali. A cominciare da quella della rivista di vita ascolana “Flash”, contenitore culturale ed editoriale storico della città e della sua provincia, fondata nel 1979 e diretta da Vincenzo Prosperi.

 

Alla festa del decimo compleanno della rivista Flash nel 1989

 

Crocevia di giornalisti di ogni età accomunati dalla passione per la storia e le tradizioni picene. Luca si fa apprezzare subito dal direttore, notoriamente ruvido e molto esigente, per le sue doti. Umane e professionali. E’ umile ed affabile. Eccelle nella minuziosa ricerca come strumento di conoscenza da offrire ai suoi lettori, ma non ostenta mai il suo sapere. Ha uno stile di scrittura asciutto e fluido. Mai lambiccato. Mai retorico. Di lettura ben comprensibile e piacevole per tutti. E’, soprattutto, autore duttile. Che sa ben destreggiarsi in ogni ambito, che padroneggia ogni materia. Anche il Corriere Adriatico gli darà molto spazio. Il navigato caposervizio Carlo Paci sa riconoscere subito le qualità dei suoi collaboratori.

 

Luca con Dante Fazzini

 

Più freddi saranno, a lungo, invece, i rapporti con la parte più stantia, salottiera e chiusa, dell’intellighenzia locale. Quella, per dirla con le parole di Vincenzo Prosperi “… fatta di pochi intellettuali ascolani ben introdotti negli ambienti finanziatori, e detentrice per questo di una sorta di monopolio sul quale Luca, è stato uno dei pochi, se non l’unico, ad imporsi…”. Visionario, ha infatti bisogno di finanziatori filantropi, o di enti pubblici a guida illuminata, per dare alle stampe i suoi lavori.

 

 

Trova, quasi sempre, invece, faccendieri e notabili che lo circuiscono, che sfruttano a vantaggio della loro visibilità la sua passione, e i ricchi frutti del suo estenuante lavoro. A volte apertamente commissionato. Quasi mai degnamente gratificato. Diritti d’autore, puntualmente, pari a zero. In lire prima, e in euro dopo.

 

LA PRODUZIONE LETTERARIA

 

Presto diventa un punto di riferimento. A lui si rivolgono un pò tutti, quando c’è da saperne di più, da scavare nel passato. Come, per fare solo un esempio, fa con le cene medioevali di Castel Trosino. La sua bibliografia è impressionante. Senza pari. Esordisce nel 1982 raccontando in un volume del primo secolo di vita dell’Istituto Agrario “Ulpiani”. Per ricompensa il libro viene stampato senza che il suo nome compaia come unico autore. Solo una righina di generico ringraziamento per le ricerche. Il primo dispiacere di una lista che diventerà nutrita col tempo. Cinque anni dopo pubblica “Caro Duce ti scrivo…”, tema insidioso in una città con pochi fascisti veri, ma troppi antifascisti falsi. Nel 1988 esce la sua monografia su Giovanni Ramazzotti. Dello stesso anno è il volumetto sulla storia della elettrificazione della città.

 

Uno dei primi libri di Luca

 

Negli anni Novanta pubblica una decina di volumi svariando dalla storia delle suore Concezioniste al Carnevale. Una pubblicazione, questa, rimasta unica sull’argomento. Rivela poi, minuziosamente, la vita e i tesori del teatro Ventidio Basso, di cui cura, dalla riapertura nel 1994, i cartelloni degli spettacoli stagionali. Un collezionista americano di libri sui teatri di tutto il mondo che, chissà come, è riuscito a venirne in possesso, telefona a casa Luna da oltreoceano solo per congratularsi.

 

La pubblicazione di Luca sul Ventidio Basso

 

Con un giovanissimo Vittorio Sgarbi

 

Inaugura poi la collaborazione con Vittorio Sgarbi scrivendo di Frà Mussini. Indaga sul pittore collense Ferdinando Cicconi e pubblica la prima delle sue guide alla città di Ascoli Piceno. Scrive della nuova e discussa illuminazione del centro, e sviscera la storia di Folignano. Oltre a continuare a fare, ovviamente, il suo lavoro di insegnante. Ufficialmente solo di inglese. Nei fatti instilla nei suoi ragazzi anche l’amore e l’interesse per l’Arte. Dopo la “Ceci” è passato alla “Mari” e quindi alla “Luciani”. Qui, nel 2000 scrive, insieme ai suoi allievi e ai colleghi docenti, un trattato di Arte sacra. Ultima, dolce, fatica prima della fine.

 

Il professor Luna in gita scolastica con i suoi allievi

 

La presentazione del libro su Cicconi

 

L’ULTIMO ATTO

 

Erminia si fa convincere facilmente a mettersi presto in pensione anche lei. Hanno già girato mezzo mondo durante le loro vacanze, e vogliono visitare anche il mezzo che resta. “Faremo i nostri viaggi – la invoglia – e poi abbiamo tanto da scrivere per i nostri prossimi libri. Utilizzeremo tutto il nostro tempo solo per questo”. A settembre di quel 1999 volano in Egitto per festeggiare il raggiunto, comune traguardo. Il Capodanno, da favola, che apre il nuovo millennio, lo passano invece, in ottima compagnia, a Parigi. Un ritorno sempre festoso quello in Francia, che a Luca ricorda le sue prime avventure all’estero, fra la Provenza e la ville lumiere.

 

In vacanza a Venezia

In Comune durante una presentazione dei suoi tanti libri

 

Luca con la sua famiglia: Eliana, Gian Marco e Mina

 

I guai di salute per lui cominciano subito dopo. Il calvario dura un anno. Tre interventi chirurgici, e la radioterapia a cui si sottopone a Bologna, lo devastano. Le sue immani sofferenze finiscono, a soli 58 anni, il 23 marzo 2001. Luciano Cordivani lo immortale subito con una ceramica artistica nella sua galleria fra i grandi ascolani di sempre.

 

Immortalato nella ceramica dedicatagli da Luciano Cordivani

 

Erminia Tosti Luna, come detto, continua a seminare nel solco tracciato da Luca rimettendosi subito al lavoro. Ritocca e migliora la Guida alla città uscita dieci anni prima. Celebra Antonio Mancini, il frate laico pittore, e Pasquale Celommi, pittore abruzzese dell’800. Torna a scrivere di Folignano, e del suo figlio più illustre, Luigi Dari. Il suo gioiello, scritto a quattro mani con Luca, esce nel 2010, “Novecento ascolano. Un secolo di vita cittadina”.

 

La pregevole opera di Luca Luna sul Novecento ascolano

 

Uno spaccato senza sconti di un tessuto sociale di provincia, che riscuote grande successo. Ma non basta. La famiglia di Luca Luna istituisce subito anche una borsa di studio premio, destinata ai laureati più brillanti del corso di Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, attivato dalla Università di Camerino presso la sede ascolana. Nel 2014 grazie all’interessamento del prof. Marco Giovagnoli, presidente del corso, la biblioteca della facoltà viene intitolata a Luca Luna.

 

L’intitolazione della biblioteca della locale Unicam

 

Il progressivo declino dell’ateneo ha prodotto recentemente però un ulteriore doppio danno. Dopo il trasloco della sede in Lungo Castellano la biblioteca, di fatto, oggi non è più fruibile. Mentre la consegna della borsa di studio, sospesa a causa del covid dopo il 2019, è in predicato di sparire, come il corso di Tecnologie dal quale sarebbero dovuti uscire i vincitori. Peccato. Per tutto. A quindici anni dalla scomparsa la famiglia lo ha ricordato pubblicamente nella sala “De  Carolis” del palazzo dell’Arengo, in collaborazione con l’associazione “Il portico di padre Brown”. Cinque anni dopo al Palazzo dei Capitani la sua famiglia ha commemorato i vent’anni dalla morte nel modo migliore. Come era già successo in precedenza nei Comuni di Roseto e Folignano. Presentando un suo libro.

 

La raccolta di tutti gli articoli di Luca pubblicati da giornali e riviste

 

Alla presentazione dell’ultimo libro nel 2019

 

Alla presenza di autorità, amministratori, e di tanti amici commossi, mostrano in anteprima “Pagine ascolane dalla penna di un salentino”, una preziosa e corposa raccolta di tutti gli articoli di Luca Luna pubblicati da quotidiani locali e riviste. I suoi figli, Eliana e Gian Marco, hanno respirato, fin dalla prima infanzia, il buon profumo di quella carta stampata. Jacopo, Eva e Giorgio, i tre nipoti che Luca non ha fatto in tempo a conoscere,  risfoglieranno a lungo quelle nuove pagine con nonna Mina. Insieme.

 

Mina Luna mostra al nipotino Giorgio una delle tante pubblicazioni di Luca

 

La famiglia di Luca luna in una foto recente

 

Mina Luna con i due figli il giorno del suo 75° compleanno

 

Una parte delle tantissime pubblicazioni di Luca Luna

 

SE VI SIETE PERSI “LE STORIE DI WALTER LUZI”…..

 

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