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Pasquali nuovo presidente di commissione sanità, porte chiuse dalla maggioranza per Barlocci

SAN BENEDETTO - Il socialista accetta dopo il diniego formalizzato da Giorgio De Vecchis, votato al primo turno dalla maggioranza. Il sindaco: «Situazione miserevole. Chi viene votato e poi rinuncia non si assume le proprie responsabilità»
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Umberto Pasquali

 

di Giuseppe Di Marco

 

Umberto Pasquali è il nuovo presidente di commissione sanità. Il socialista ha accettato dopo il diniego formalizzato da Giorgio De Vecchis, che al primo turno era stato votato dall’intera maggioranza.

 

De Vecchis ha anche chiarito il motivo che lo ha portato a rifiutare la presidenza della commissione. «Di fronte ad una mancanza di indirizzo chiaro espresso dalla maggioranza non accetto l’incarico». Tornata alle urne, la maggioranza ha scelto Pasquali, ma il copione si è ripetuto per la vicepresidenza, che per regolamento sarebbe spettata ad un consigliere di minoranza.

 

Infatti la maggioranza ha votato in massa Aurora Bottiglieri: una decisione paradossale, dato che tale situazione è stata posta in essere proprio dalle dimissioni della dottoressa da presidente di commissione. Bottiglieri, infatti, ha anch’essa rifiutato. Porte chiuse per Luciana Barlocci, seconda più votata. Dato che la destra aveva rifiutato a priori ogni incarico in commissione.

 

La commissione si è quindi conclusa con l’elezione di Nicolò Bagalini a vicepresidente pro tempore. L’incarico verrà assegnato definitivamente nella prossima seduta di commissione. Da Pasquali solo un commento laconico su come intende condurre la commissione: «Riunirò i capigruppo per concepire un progetto per la sanità, non solo per quanto riguarda San Benedetto, ma tutta la Provincia».

 

Accigliato, invece, il tono di Antonio Spazzafumo chiamato a commentare l’accaduto al termine della seduta: «Questa è una situazione miserevole – ha commentato il sindaco – Tutti si riempiono la bocca sulla sanità, poi quando si tratta di prendersi le responsabilità scappano tutti. Quando bisogna prendere posizioni e incarichi la gente scappa, rinuncia. Se non siamo d’accordo qui dentro, è inutile andare a discutere fuori. È vergognoso: io mi vergogno, non da sindaco, da cittadino. Se uno viene votato e rinuncia, non si assume le proprie responsabilità».


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