di Maria Nerina Galiè
E’ sempre un’emozione la Festa della Repubblica, ad Ascoli. In contemporanea con San Benedetto.
Anche oggi, 2 giugno, in Piazza Roma, nel capoluogo, le massime autorità civili e militari della provincia si sono strette per la cerimonia davanti al Monumento ai Caduti e al massimo rappresentante dello Stato, il prefetto Carlo De Rogatis.
Il mezzosoprano Ilaria Roscioli – anche questo momento è diventato tradizione sotto le cento torri – ha intonato l’Inno d’Italia e la maggior parte dei sindaci, schierati in fascia tricolore, l’hanno accompagnata a rendere ancora più intensa la solennità della giornata.
Allineate, in alta uniforme e composte come sempre, tutte le Forze armate e di Polizia della provincia di Ascoli.
In prima fila, anche il vescovo di Ascoli Gianpiero Palmieri. Poi anche il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, l’assessore regionale Andrea Antonini, gli onorevoli piceni Augusto Curti e Rachele Silvestri, in rappresentanza della Provincia Daniele Tonelli, la presidente del locale comitato della Croce Rossa Cristiana Biancucci.
Tanti i cittadini che, ormai senza le restrizioni covid, hanno potuto assistere e partecipare alla festa.
E’ stato letto, come sempre, il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito i principi di unità e di libertà, come pure la prontezza di chi ogni giorno è chiamato ad assistere e vigilare sulla sicurezza dei cittadini, ricordando la recente catastrofe legata all’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna.
Riflessioni pertinenti e sentite sono state lette da alcuni studenti del “Mazzocchi-Umberto I” e del Liceo “Stabili-Trebbiani” di Ascoli.
I ragazzi hanno dimostrato non solo di comprendere quanto siano stati fortunati, poiché a loro è è stata consegnata un Italia libera e democratica. Ma hanno anche lasciato intendere che saranno vigili e pronti a difendere tali valori, in un epoca in cui si rischia di dare tutto per scontato.
Invece basta poco per far emergere tutte le fragilità di un sistema dal quale si è preso, per tanto tempo, più che dato.
Ed è proprio nella criticità che si torna a fare squadra. Nei disastri che ci si rimbocca le maniche.
Il ricordo del covid è ancora nitido, anche perché recente. E gli eroi della pandemia, medici e infermieri, come altre figure professionali, in prima linea nei momenti difficili di paura e morte, sono stati premiati con il diploma di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.
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