Un patrimonio fotografico, storico ed artistico che si recupera e si mette a disposizione della popolazione e delle prossime generazioni. E’ un’operazione virtuosa, quella fortemente voluta dagli eredi della famiglia Bruti Liberati e dalla Bcc di Ripatransone e del Fermano, pronti a presentare l’archivio fotografico che porterà il nome del marchese Alessandro Bruti Liberati.
Ad illustrare il progetto, oggi ai microfoni di Radio Fm1, il presidente dell’istituto di credito, Michelino Michetti, ed il fotografo ed archivista Marco Di Marco. «Il marchese Alessandro Bruti Liberati è stato un cittadino di Ripatransone appartenente a una famiglia nobile, con la passione per la fotografia – ricorda Michetti – ha potuto dedicarsi al suo hobby ed ha avuto una produzione che va dalla seconda metà dell’800 agli inizi del ‘900. L’archivio è stato conservato nella sua casa originaria ed attualmente tramandato. L’ultimo erede di famiglia voleva evitare che tutto questo materiale andasse disperso, così ha inteso effettuare una donazione alla nostra banca, con il vincolo di mantenere la documentazione a Ripatransone. Abbiamo accettato con grande entusiasmo la proposta ed affidato a Marco Di Marco il coordinamento e la digitalizzazione di questo archivio. Ringrazio i discendenti del marchese, in particolare Filippo Bruti Liberati, amico da tanti anni, da cui è partita l’iniziativa che la nostra banca ha accolto con orgoglio. Il materiale era custodito nell’antica dimora dei Bruti Liberati, oggi inabitata e col tempo si sarebbe deteriorato un patrimonio prezioso».
Ad entrare nel merito della delicata operazione di recupero della collezione è Marco Di Marco: «Il marchese Bruti Liberati è vissuto dal 1834 al 1914 – spiega Marco Di Marco – si avvicina alla fotografia quando questa inizia a diventare appannaggio anche di appassionati. Gran parte delle sue immagini è realizzata su lastre di vetro con gelatina di bromuro d’argento. Gli ultimi negativi risalgono al 1913. Per la maggior parte le immagini rappresentano Ripatransone, i paesaggi, la città, i riti, la vita della comunità, le processioni. Nei primi anni si immortala una città dai palazzi decadenti, poi se ne raffigura la ripresa, l’apertura di tante attività economiche, il restauro dei palazzi. Furono anni di grandi cambiamenti. L’assiduità del patrimonio fotografico, con la sua commistione tra sacro, profano e vita civile, documenta l’evolversi della città».
L’intervento sull’archivio è partita a giugno del 2021 e non è ancora ultimata. Un lavoro imponente, quello che ha atteso Di Marco: «Prima abbiamo rilevato i formati e lo stato di conservazione dei negativi, poi abbiamo restituito al materiale l’ordine originario che gli aveva dato l’autore. Lui stesso effettuava una catalogazione dei suoi negativi che erano conservati in scatole originali. Ciascuno è stato pulito e conservato in buste apposite. Siamo poi passati alla digitalizzazione, riproducendo le foto con una macchina ad altissima risoluzione su tavolo luminoso. Si tratta di beni culturali, non vi è stato alcun fotoritocco, solo minimi interventi per rendere più visibili le immagini».
Il frutto del lavoro verrà illustrato al pubblico il 24 giugno alle 10, al teatro Mercantini di Ripatransone, con la presentazione ufficiale dell’archivio fotografico “Alessandro marchese Bruti Liberati”. Contestualmente sarà anche aperto il sito web che permetterà la consultazione online dell’antico materiale.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati