video e testo di Giuseppe Di Marco
Nunc est bibendum, scriveva Orazio. E’ l’ora di bere, certo, ma anche di ragionare, ideare e progettare buone pratiche dell’enoturismo. Iniziative che rendono fecondo, per l’ennesima volta, il background di Offida, che nella cornice dell’Enoteca Regionale delle Marche ha ospitato, nel pomeriggio del 26 giugno, il seminario “La sfida dell’enoturismo” promosso dal Gal Piceno.
Tra i protagonisti dell’incontro il vicepresidente del Gal Giovanni Menzietti, la project manager Barbara Di Pietro, il co-fondatore della piattaforma Windering.com Stefano Tulli, Francisco Calheiros (Gal Adril) e Manuel Carvalho e Sousa (direzione Turihab Center). Ad aprire il dibattito è stato il sindaco di Offida Luigi Massa, che ha ricordato quanto sia importante, in progetti come questo, concentrarsi sulla corretta pianificazione di servizi adeguati.
Buone pratiche, si diceva, come parte del Piano di Sviluppo Locale 2014-2020, in cui il Gal Piceno è capofila di un progetto di cooperazione transnazionale dal nome eloquente: “Il mercato etnico la nostra frontiera. L’enoturismo il superamento dei nostri confini”. Tra gli altri partner coinvolti, il Gal Terreverdi Teramane (Abruzzo), il Gal Adril della Vale do Lima (Portogallo) e la Scuola Superiore dell’ Ospitalità e Turismo del Politecnico di Porto. Nelle Marche, lo sviluppo dell’accoglienza legata all’enogastronomia è possibile grazie alla Legge Regionale 28/2021, con la quale viene disciplinato l’esercizio dell’attività enoturistica, offrendo così agli operatori la possibilità di effettuare un percorso di avvicinamento alla materia.
Più nel dettaglio, i convitati hanno analizzato i pro e i contro del territorio Piceno in ambito enoturistico, notandone l’elevata attrattività del paesaggio costiero, l’alto grado di sviluppo della filiera agroalimentare, nonché la forte presenza di eventi legati al vino. Ad influenzare negativamente, viceversa, sono il basso numero di arrivi rispetto alla media regionale, la mancanza di un’immagine consolidata della destinazione enoturistica e la frammentazione dell’offerta.
A partire dalla Legge Regionale, quindi, si chiede agli operatori di diventare attori principali della proposta turistica, mettendo in rete le risorse a disposizione per pianificare e concretizzare iniziative didattiche e visite guidate che abbiano la cantina come attrattore fondamentale. Agli operatori è anche richiesta una formazione minima e l’adozione di un approccio internazionale, ad esempio attraverso siti in tre lingue. Altro asset fondamentale è l”inclusività” dell’offerta turistica, che deve essere calibrata su un ampio ventaglio di potenziale clientela.
«Questo – commenta a margine dell’incontro il presidente del Gal Piceno Luciano Agostini – è solo uno degli incontri relativi al progetto costruito attraverso la misura della “cooperazione” tra Gal Piceno, Teramano e Portoghese. È un’iniziativa che si sostanzia attraverso reciproci scambi di esperienze con altri territori. Una delegazione di piccoli imprenditori dei nostri Comuni è stata in Portogallo, dove ci siamo confrontati con gli stakeholder del luogo per costruire iniziative atte a far conoscere il nostro territorio, con il focus particolare dei prodotti enogastronomici».
L’iniziativa non si esaurisce qui. «Ora – conclude Agostini – sarà necessario concretizzare alcuni itinerari tramite cui poter dare indicazioni ai turisti che vogliono venire da noi e che hanno una certa sensibilità verso determinati tipi di prodotto. Obiettivo non certo secondario dei Gal è valorizzare i territori interni svantaggiati, attraverso azioni importanti che abbiano il potere di qualificarli. L’altro versante sul quale ci siamo mossi, in ambito enoturistico, è la recente legge regionale, con cui possiamo raccordarci per provare a intercettare finanziamenti mirati».
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