di Maria Nerina Galiè
Una giornata di festa, ieri 25 giugno, per l’inaugurazione del “Punto Salute” Inrca a Paggese di Acquasanta, il primo dei 5 che saranno istituito in regione.
Sullo sfondo, però, i tanti problemi che attanagliano la Sanità picena e che la dg dell’Inrca, Maria Capalbo, è stata chiamata ad affrontare come commissario straordinario di Ast Ascoli, fino al 16 luglio: «Io sono arrivata ad Ascoli il primo giugno – queste le sue parole – e mi sono innamorata subito di questa nuova Ast, un concentrato di persone e professionisti della Sanità dalle grandi potenzialità.
In pochissimo tempo mi sono resa conto del grande spirito di sacrificio, senso del dovere e consapevolezza dei nostri professionisti.
Ma c’è bisogno di una guida costante».
Ci sono criticità legate alle vertenze sindacali, che rivendicano soldi mai dati agli operatori, seppure previsti dal contratto. Contingenze legate alle ferie estive, in un momento in cui medici e infermieri scarseggiano per motivi fisiologici.
Capalbo: «C’erano infatti tante situazioni da prendere in mano. Mi sono posta delle priorità, che sono proprie di un commissario straordinario: la fruizione delle ferie estive, attraverso un piano che non esisteva, la proroga dei 230 contratti, e l’organizzazione per sopperire all’estate al Pronto Soccorso di San Benedetto».
Preda dell’assalto dei turisti, il Pronto Soccorso del “Madonna del Soccorso” vedeva a rischio l’Osservazione Breve e la Medicina d’Urgenza. Ancora la commissaria: «Abbiamo lavorato e coperto tutti i turni: l’Obi di San Benedetto non chiude».
La riduzione dei reparti non è dietro l’angolo, è già accaduto a Pediatria del “Mazzoni” di Ascoli: da 12 a 8 posti letto dal 23 giugno ed il programma, se non cambia qualcosa, di accorpare a Pediatria la Patologia Neonatale, riducendo quest’ultima a 2 posti più uno per le emergenze.
Una misura che non suona bene, perché potrebbe accadere che dei piccoli pazienti vengano ricoverati in ospedali della regione, con la famigli al seguito, anche se non necessario a livello terapeutico, ma solo perché ad Ascoli sono finiti i posti.
Che senso ha parlare di medicina di prossimità, se non si tiene conto anche di questo?
Va bene tenere il più possibile i cittadini fuori dagli ospedali, con innovativi strumenti a beneficio di molti. Però gli ospedali devono essere in grado di accogliere chi ne ha bisogno, soprattutto se si tratta di bambini.
Ma mancano gli infermieri e la riduzione, al momento, sembra l’unica soluzione, alla conta del personale e dei turni da coprire da parte della direzione ospedaliera che l’ha attivata.
«Per evitare riduzioni delle attività e mantenere lo standard di cure negli ospedali del Piceno, è in atto l’invio di telegrammi per assumere infermieri: in 15 hanno già accettato ed andremo avanti», continua la dottoressa Capalbo, medico e da 12 anni direttore generale di aziende sanitarie, pronta ad incontrare i sindacati, collegata via web con tutti i dipendenti, come le è stato chiesto dagli stessi sindacalisti
Nel frattempo, la commissaria ha prorogato 230 precari, i cui contratti erano in scadenza il 30 giugno. Si vedrà, ma non con la dg dell’Irca, come risolvere anche il fatto che la Sanità picena da anni si regge sul precariato.
Pnrr: progetti ambizioni con fondi rilevanti, finalizzati a realizzare Case e Ospedali di Comunità e Centrali operative territoriali.
Con il caos totale dell’ultimo anno ed il susseguirsi di direttori e commissari, si rischiava di perdere tutto.
«Anche in questo caso – sottolinea la commissaria – abbiamo recepito il piano di investimenti che non c’era, ed i tecnici ce la stanno mettendo tutta, e sapremo adempienti per la scadenza del 30 giugno e ce la faremo».
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