di Maria Nerina Galiè
Direttore di Struttura Complessa “Professioni Sanitarie – Area infermieristico-Ostetriche”: il posto è vacante dal primo giugno scorso in Ast Ascoli, in seguito al pensionamento delle dottoressa Maria Rosa La Rocca.
Un posto, secondo i sindacalisti di NurSind, Usb e Nursing Up da ricoprire a seguito di un apposito concorso pubblico, che deve essere indetto nel più breve tempo possibile.
«Invece di lavorare in tal senso – spiegano Maurizio Pelosi (Nursind), Mauro Giuliani (Usb) e Roberto Tassi (Nursing Up), l’Ast Ascoli a maggio ha indetto un concorso per posti, a tempo indeterminato, di “Dirigenti medici di varie discipline e – appunto – per un Dirigente delle Professioni Sanitarie e Ostetriche”.
La differenza è la stessa che corre tra una selezione per medici di reparto ed il primario, altro stipendio, altri titoli da esibire tra cui, per le Professioni Sanitarie, di aver ricoperto il ruolo di “Dirigente” per almeno 5 anni.
A Macerata, stessa situazione di pensionamento, il concorso per Direttore è stato indetto subito ed è pubblicato in Gazzetta.
Per Ascoli, vogliamo la stessa cosa».
Ecco il motivo per cui chiedono, intanto, l’annullamento della determina di maggio ed entro 48 ore, poi «l’attivazione tempestiva della selezione per garantire una gestione efficace e efficiente della struttura».
Adesso il posto non è vuoto: la commissaria Maria Capalbo ha “portato da casa” un professionista titolato, ed è il dottor Paolo Marinelli, Direttore delle Professioni Infermieristiche ed Ostetriche dell’Inrca di Ancona. Resta al comando fino al 16 luglio e se ne andrà insieme con i dg dell’Istituto di Ricerca.
«Nel frattempo la figura di “Dirigente” – suggeriscono i sindacalisti – può essere attinta dalla graduatoria a tempo determinato. Questo comporterebbe di colmare temporaneamente la posizione vacante dal 17 luglio, con personale qualificato e adeguatamente preparato, e indire tempestivamente il concorso per il ruolo da Direttore.
Siamo convinti che una tale decisione sarebbe in linea con la tutela dei diritti e interessi dei lavoratori. L’eventuale diniego di tale richiesta ci costringerebbe a intraprendere azioni di protesta non escludendo azioni legali».
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