«Nel 2022, l’11,6% della popolazione marchigiana è a rischio povertà, percentuale in aumento di 3,6 punti rispetto al 2021».
I dati Istat elaborati dall’Ires Cgil mettono in luce quanto nelle Marche siano peggiorati i principali indicatori relativi alle condizioni di vita delle persone.
La crescita, inoltre, risulta essere la più alta tra tutte le regioni d’Italia. Aumenta altresì, in controtendenza con la media paese, la popolazione a rischio esclusione sociale, che passa dall’11,5% al 13,6%. Un peggioramento che ha avuto dei riflessi anche nel mercato del lavoro, in quanto si osserva un incremento della bassa intensità di lavoro (da 5,7% a 6,4%), indicatore che a livello nazionale registra invece una diminuzione.
Per Eleonora Fontana, componente della segreteria Cgil Marche, «i dati indicano come nella nostra regione aumenti il numero di occupati a bassa intensità lavorativa. Ciò conferma che sempre più persone hanno come unica forma di sostentamento un lavoro occasionale, vero e proprio campanello di allarme per il rischio di povertà».
Quanto al reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza, sempre riferito al 2022, nelle Marche ha riguardato circa 20.071 nuclei familiari, pari a 41.043 persone coinvolte, circa il 2,8 % della popolazione.
A fronte di questa drammatica situazione, secondo Loredana Longhi, altra componente della segreteria Cgil Marche: «si assiste ad interventi del Governo di segno marcatamente identitario che penalizza chi è povero, abolendo il reddito di cittadinanza ed istituendo il reddito di inclusione.
Come non bastasse, il Governo ha istituito per decreto la card “Dedicata a te” di un valore pari a 382 euro annui, poco più di 1 euro al giorno, un vero schiaffo alla povertà più che un aiuto economico».
Le carte consegnate ai Comuni nelle Marche sono state 22.286; per la provincia di Ancona 5.444, per Ascoli 3.522, Fermo 3.582, Macerata 4.483, Pesaro e Urbino 5.255.
I requisiti per poter ricevere la carta sono molto stringenti: viene escluso chi percepisce la Naspi o il reddito di cittadinanza, chi ha un Isee superiore ai 15 mila euro, le famiglie con meno di tre componenti.
«Va da sé – sostiene Longhi – che l’intento politico è quello di essere non una misura espansiva ma limitata. Questa misura è una beffa, un mix tra sciatteria e becero paternalismo. Con questo provvedimento, il povero è visto come irresponsabile, moralmente inaffidabile.
Questo si desume dai beni che si possono comprare: infatti il decreto ha previsto un elenco tassativo di beni, che sfiora il ridicolo.
C’è un accanimento senza precedenti da parte di questo Governo contro le persone povere, un gusto sadico a perseguitare persone che sono in difficoltà quando invece sarebbe importante mettere in campo sia politiche espansive di solidarietà sia politiche attive del lavoro capaci di migliorare la condizione di vita di queste persone.
Per fare questo, è necessario investire risorse economiche».
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