«Il sindaco parla di concessione di spazi pubblici arrivata in tempi rapidissimi, ma si tratta di una cosa falsa perchè fa riferimento alle ultime richieste da noi effettuate in ordine di tempo, quelle del 17 luglio. In realtà le prime richieste protocollate al Comune risalgono al 27 marzo. E abbiamo ricevute tutte risposte negative. Un iter iniziato a fine marzo si è pertanto concluso a metà luglio. Quattro mesi dopo. Alla faccia dei tempi rapidissimi».
Non si è fatta attendere la risposta della Pro Loco di Rotella, che arriva per mano del presidente Gianluca Egidi. Materia del contendere, l’edizione 2023 del PorcoFestival, rodata manifestazione enogastronomica tra gli eventi più attesi dell’estate picena, in rampa di lancio dal 2004 ma ormai ferma ai box dal 2019. Dopo avere curato ogni aspetto dell’organizzazione e della promozione (con tanto di esborsi economici), quest’anno sembrava la volta buona per ripartire, dall’11 al 14 agosto.
Qualche giorno fa, però, il dietrofront della Pro Loco, che in un post sui social ha ufficializzato l’annullamento scaricando le responsabilità sul Comune e parlando di un evento che a causa delle volontà dell’Amministrazione sarebbe risultato «ridimensionato, addomesticato, normalizzato, una “normale sagra” che si possa fare senza “disturbare”, senza le misure eccezionali che una manifestazione fuori dell’ordinario esige». Dopo la replica del sindaco Giovanni Borraccini (leggi qui), la Pro Loco torna però sull’argomento puntualizzando ulteriori aspetti.
«Tra le altre cose, Borraccini si lamenta del fatto che la Pro Loco non abbia inoltrato nessuna domanda ufficiale al Suap, ma anche qui ci sono inesattezze -aggiunge Egidi-. La disponibilità degli spazi rappresenta infatti un requisito necessario per la richiesta di autorizzazione da inoltrare tramite Suap. Pertanto senza la disponibilità delle aree non potevamo procedere. E quando è arrivata il 18 luglio abbiamo verificato che era assolutamente insufficiente; il giorno successivo abbiamo convocato una riunione e a malincuore abbiamo optato per l’annullamento».
Altra nota dolente secondo la Pro Loco, la chiusura della strada che attraversa il paese e, di conseguenza, gli stand della festa.
«Il sindaco parla di una richiesta di chiusura totale per sette giorni, dal 9 al 15 agosto -continua- ma le cose non stanno così, perché questa è stata la nostra richiesta originale di marzo. Tra marzo e luglio, però, abbiamo formulato proposte alternative per andare incontro alle problematiche sollevate dal Comune. L’ultima nostra richiesta del 17 luglio non prevedeva la chiusura totale ma temporanea, dal 10 al 15 agosto nella fascia oraria 16-5; nello specifico, il giorno di Ferragosto sarebbe stato in gran parte libero perché la chiusura arrivava fino alle 8 del mattino».
«Sempre in riferimento alla strada, Borraccini chiama in causa il parere Municipale e la nota dei Carabinieri –è la prosecuzione-. A tal proposito va sottolineato che in tutte le edizioni precedenti il Comune convocava anche la Pro Loco per confrontarsi con i Carabinieri su viabilità e sicurezza e trovare soluzioni condivise, stavolta ci siamo trovati invece di fronte al fatto compiuto. Tra l’altro, per motivi dovuti agli attentati del 2016, è stato introdotto l’obbligo di impedire la circolazione su strade adiacenti a manifestazioni affollate, quindi la chiusura non avrebbe risposto solo alle nostre esigenze ma anche a quelle di sicurezza pubblica. Per questo troviamo la cosa ancor più incomprensibile».
«Per lo stesso motivo ci è sembrata inaccettabile la proposta verbale avanzata dal Comune di una chiusura dalle 20 alle 24, che avrebbe comportato la circolazione dei mezzi nel pieno della manifestazione, assurda sia a livello organizzativo che di sicurezza –va avanti Egidi-. Inoltre, sia la chiusura totale che quella temporanea ci sono state negate lamentando la mancanza di una via d’accesso per i mezzi di soccorso quando in realtà lavorando con il tecnico esterno ai fini della redazione del piano di emergenza ed evacuazione eravamo riusciti ad individuare e proporre non una ma ben tre vie d’accesso superiori ai 3,5 m richiesti per garantirne il transito».
«A lasciarci perplessi sono anche le affermazioni che parlano di problemi nuovi relativi al sisma e pandemia, non si capisce infatti a cosa il sindaco faccia riferimento, visto che dopo il sisma c’erano già state le edizioni del 2017 e 2018 -ribadisce-. Idem per la pandemia, visto che i grandi eventi sono ripresi praticamente ovunque proprio perché abbiamo la pandemia alle spalle, a meno che a Rotella non ci sia focolaio Covid di cui ignoriamo l’esistenza».
«Un altro motivo che ci ha spinto ad annullare, oltre all’apertura della strada provinciale, è la bocciatura della richiesta di un giorno in più di festival che includesse anche il 14 agosto –sottolinea la Pro Loco-. Tutte le concessioni infatti arrivavano fino al 13 agosto, con la spiegazione sui generis dataci a voce, che il 14 agosto sarebbe potuta venire troppa gente, cosa di cui di solito si va orgogliosi, anche perché pensiamo non sia facile portare gente a Rotella in un giorno del genere così ricco di appuntamenti»
Ma i punti del dibattere non finiscono certamente qui. Tra le criticità il Porco Garden, spazio deputato al ballo ed alla musica, la cui collocazione è stata oggetto di diversi spostamenti con tanto di predisposizione di piani e vie di fuga. Ultima in ordine di tempo la collocazione in Piazza Garibaldi, respinta anch’essa per motivi di sicurezza dovuti alla presenza di edifici/strutture pericolanti: «Un’affermazione che lascia esterrefatti dal momento che gli spazi richiesti sono spazi attualmente accessibili, aperti al transito e pertanto si presume sicuri. Così come lascia stupiti il vincolo di destinazione a stand gastronomici. Come se sedersi a mangiare piuttosto che ballare rendesse immune da crolli. Se un’area non è sicura, non lo è per nessuno e non lo è mai, non solo in occasione del PorcoFestival».
E poi ancora gli orari «secondo il regolamento comunale più volte richiamato avremmo dovuto smettere con la musica alle 23,30, nel clou della manifestazione, un orario inconciliabile con le caratteristiche della festa, rispetto al quale ne verbalmente ne per iscritto ci sono state concesse deroghe ».
E infine la proposta che ha fatto traboccare il vaso, quella di traslocare l’intero PorcoFestival al campo sportivo.
«In piena antitesi con lo spirito che ha portato alla nascita del festival, cioè di svolgersi all’interno del vecchio incasato, da cui già il terremoto ci aveva costretto a spostarci –conclude Egidi-. Lo avevamo fatto perchè necessario ma non perchè gradito, anche se poi ha funzionato lo stesso. Ora, invece di invitarci a rientrare il prima possibile in paese l’amministrazione avanza la proposta di un’ulteriore delocalizzazione, della ghettizzazione della manifestazione lontano dai luoghi della vita civile, per valorizzare cosa, l’erba del campo? Ci domandiamo: cosa accadrebbe a Castignano se il sindaco proponesse di delocalizzare Templaria al campo sportivo? Il fatto che Borraccini consideri questa una valida alternativa ci lascia basiti».
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