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Tra castelli, cascate, boschi e monasteri: è l’estate delle antiche vie mulattiere

ACQUASANTA TERME - Il progetto voluto dal Comune ha riportato in auge circa 150 chilometri di sentieri tra i Monti della Laga, tutti accessibili, mappati e divisi per aree tematiche. Con mete spettacolari come le Cascate della Prata, il Lago di Talvacchia o la Macera della Morte, al confine tra Marche, Abruzzo e Lazio. E tante altre novità in arrivo
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Le Cascate della Prata

 

di Luca Capponi 

 

Dagli scivoli d’acqua della Volpara ai mitici luoghi del comandante Piccioni. Dall’azzurro del lago di Talvacchia al travertino di Castel di Luco. In tempi così afosi, di sicuro, rappresenta un’ottima soluzione per godersi panorami spettacolari e, al tempo stesso, un po’ di sana frescura. Immersi nel verde dei Monti della Laga, tra fiumi, cascate, castelli, monasteri, boschi. Tra storia e natura.

La segnaletica per ipovedenti posta tra Fleno e San Gregorio

 

Ben 150 chilometri per 21 sentieri riqualificati, mappati, accessibili, divisi per aree tematiche: un tesoro per il comprensorio di Acquasanta Terme. Da cui prendere esempio per una montagna che sia al tempo stesso attrattiva ed integra, nel rispetto di luoghi e persone.

 

Nel giro di pochissimi anni il progetto Le Antiche Vie Mulattiere dell’Acquasantano ha preso piede come pochi. Voluto fortemente  dal Comune e finanziato insieme a Fondazione Carisap e Bim, rappresenta oggi un punto di forza che, soprattutto nei weekend, attira centinaia di visitatori. E che continua a migliorarsi ed evolvere, come sottolinea Tania Cesarini, scenografa che si sta specializzando nella valorizzazione delle aree interne e che fa parte del direttivo dell’associazione “Mulattiere” dopo essere stata inizialmente coordinatrice del progetto.

 

«A breve saliremo a quota 170 chilometri di sentieri ripristinati e resi fruibili ed 8 aree tematiche, individuate per peculiarità -spiega-. Da poco abbiamo realizzato un punto informativo e uno spazio immersivo permanente nella frazione di Paggese, grazie alla collaborazione del regista Sandro Bocci e di varie associazioni».

Uno scorcio del Lago di Talvacchia

 

«L’unicità è rappresentata dal fatto che ci sono itinerari che in 12 chilometri di cammino arrivano a toccare quattro diverse frazioni, ognuna con una piazzetta, una fontana, una comunità con cui interagire -ricorda-. Ci sono percorsi brevi, penso a quello tra Paggese e Castel di Luco allestito come un museo a cielo aperto con opere in travertino esposte lungo il percorso, ed altri con segnaletica in braille per non vedenti e ipovedenti dove spesso organizziamo eventi con portatori di handicap e bambini».

Le sculture di travertino tra Paggese e Castel di Luco

 

«Ma l’itinerario forse principale è quello che da San Paolo porta verso la Macera della Morte, spina dorsale del nostro progetto che sovrasta la Valle del Castellano e la vallata opposta -afferma la Cesarini-. Percorsa in antichità dalle greggi in transumanza, parte dai 900 metri fino ad arrivare ad oltre 2.000 metri, al confine di Marche, Abruzzo e Lazio, tra arenaria, castagneti, faggete e pascoli di alta quota».

 

Come dimenticare, poi, l’area delle vie dell’acqua con le Cascate della Prata e della Volpara che parte dai boschi Umito o l’itinerario che scopre il Lago di Talvacchia tra Rocca di Montecalvo, San Gregorio e Cervara. E, ancora, le vie dei briganti con il loro reticolato di sentieri percorsi nella seconda metà dell’800 dagli uomini del comandante Giovanni Piccioni fino a quello ad anello con segnaletica facilitata da Fleno a San Gregorio, paese d’origine dello stesso Piccioni. Tutti consultabili sul sito www.mulattiere-acquasanta.com/ oppure sulla mappa cartacea redatta per l’occasione.

Da San Paolo alla Macera della Morte

«Altra vera soddisfazione è l’apertura  di piccole attività che iniziano a dare servizi ai camminatori in transito, come il chiosco di San Gregorio inaugurato lo scorso giugno (leggi qui), in una piazza riqualificata dal Comune grazie a un bando GAL  -continua il sindaco Sante Stangoni-. Il territorio è vicino a questo progetto perchè ne ha compreso il valore, penso anche al barbecue di comunità con un forno donato dalla Comunanza Agraria di Quarto San Pietro o alla recente area di sosta inaugurata a Umito fino allo stesso punto immersivo di Paggese».

 

«Dovranno essere proprio le comunità a raccogliere l’eredità dello sforzo che l’Amministrazione sta facendo per intercettare fondi e risorse e creare infrastrutture che saranno funzionali all’avvio e al mantenimento di un’economia legata al turismo», conclude la Cesarini.

 

Insomma, quanto è nato attorno alle mulattiere sta crescendo e non ha intenzione di fermarsi. Tanti sono i progetti collaterali e gli eventi che si sono messi in moto, coinvolgendo non solo le associazioni ma anche enti e scuole. Un modo sano per ridare linfa a posti magnifici dove prima il sisma e poi il Covid hanno rischiato di portare via quanto di buono fatto negli anni.

La mappa cartacea

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