Questa mattina, venerdì 4 agosto, i Carabinieri della Compagnia di Ascoli, i colleghi della Compagnia di San Benedetto e quelli del Comando provinciale di Taranto hanno arrestato tre persone su ordine del giudice per le indagini preliminari, dopo la richiesta della Procura della Repubblica di Ascoli, ritenute responsabili, in concorso tra loro, di rapina pluriaggravata ai danni di un noto imprenditore ascolano la cui attività si trova nella zona industriale di Campolungo.
Sono state eseguite anche perquisizioni domiciliari, personali e informatiche, come disposto dalla Procura, anche nei confronti di una quarta persona, un dipendente della ditta dell’uomo rapinato.
I fatti sono accaduti lo scorso 27 aprile, ma Procura e Carabinieri – come raramente accade – hanno mantenuto il massimo riserbo proprio per svolgere le indagini senza “intralci” esterni che, in casi del genere, non mancano mai.
Quel giorno di oltre tre mesi fa l’imprenditore era appena rientrato in casa, ad Ascoli, quando venne raggiunto da due persone che si qualificarono come appartenenti alla Guardia di Finanza. Indossavano una pettorina e un cappello con scritta e simboli delle Fiamme Gialle e asserirono di dover procedere ad una ispezione fiscale. E’ così che riuscirono ad entrare in casa, poi una volta dentro si fecero aprire la cassaforte e consegnare oltre 10.000 euro in contanti, si impossessarono anche di un orologio Rolex.
Poi lo immobilizzarono legandogli polsi e caviglie e tappandogli la bocca con del nastro adesivo per evitare. Non solo, ma minacciarono anche di fare del male ai suoi familiari se avesse denunciato i fatti. Poi fuggirono con il bottino.
Dopo essere riuscito a liberarsi, l’imprenditore chiamò subito i Carabinieri di Ascoli, denunciò quanto accaduto, e i militari avviarono immediatamente le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica.
Le indagini sono state lunghe e complesse. I militari dell’Arma del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ascoli nelle settimane successive hanno acquisito molti elementi, studiato e incrociato diversi dati.
Alla fine hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti della moglie dell’imprenditore – separata di fatto – e del fratello di lei, che sono stati ritenuti gli organizzatori della rapina. E anche di una terza persona, l’esecutore materiale che agì insieme ad una quarta persona che sta per essere identificata.
La misura cautelare in carcere per le tre persone è stata richiesta dalla Procura e adottata dal gip per pericolo di reiterazione di analoghi reati. I Carabinieri hanno infatti raccolti elementi significativi in relazione alla progettazione e all’esecuzione di una ulteriore rapina, o di furto, sempre ai danni dell’imprenditore. Perfino di reati contro la sua incolumità personale.
Sono stati raccolti indizi anche nei confronti di una quarta persona, dipendente della ditta dell’imprenditore, che è stato sentito e perquisito.
(il testo continua dopo il video)
Due dei tre arrestati sono stati rintracciati a San Benedetto, il terzo in provincia di Taranto (ecco il coinvolgimento dei Carabinieri di quel Comando) e sono stati associati nel carcere femminile di Teramo (lei), in quello di Ascoli (il fratello della donna) e in quello di Taranto (l’uomo arrestato in Puglia) dove sono tutti in attesa degli interrogatori di garanzia, durante i quali potranno fornire la loro versione.
Non è finita, perchè nel corso della perquisizione eseguita in provincia di Taranto, a carico del soggetto ritenuto essere uno degli esecutori materiali della rapina, è stato rinvenuto un quantitativo di cocaina e due pistole illecitamente detenute. L’arresto è dunque avvenuto in flagranza per detenzione ai fii di spaccio di droga e per illecita detenzione di armi.
Le indagini ovviamente proseguono, anche sulla base di quanto rinvenuto nel corso delle perquisizioni e degli approfondimenti tecnici sui telefoni cellulari che sono stati sequestrati.
(Redazione CP)
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