di Benedetto Marinangeli
Ora c’è anche l’ufficialità. Il Consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti ha certificato una decisione che era nell’aria dopo che la Covisod che lo scorso 24 luglio aveva accertato che il club rossoblù non aveva presentato il ricorso e neppure sanato le inadempienze rilevate a seguito della domanda di iscrizione presentata da Roberto Renzi. La stessa Covisod il 27 luglio aveva espresso parere negativo sull’ammissione al campionato di Serie D e quindi l’esito finale della tarda serata di ieri era scontato. Per la prima volta nella sua storia centenaria il nome della Sambenedettese calcio scompare dal calcio nazionale.
In passato in altre cinque occasioni, tra fallimenti societari e mancate iscrizioni il club rossoblù è dovuto ripartire da zero ma sempre con la denominazione di Sambenedettese calcio ma con una nuova matricola. La prima volta è avvenuta nell’estate del 1994 quando dopo il fallimento Venturato il club del Riviera delle Palme passò ad un gruppo di imprenditori locali capeggiati da Nazzareno Torquati, ripartendo dall’Eccellenza Marche.
La seconda nel 2006 quando la Samb a seguito del crack Soldini riuscì però a mantenere la C1 attraverso il fallimento pilotato e fu assegnata ai fratelli Tormenti. Nell’estate 2009 ancora una volta gli imprenditori locali capeggiati da Sergio Spina si presero l’onere di fare ripartire la società rossoblù sempre dal campionato di Eccellenza Marche. Senza dimenticare, poi, la mancata iscrizione in C2 nell’estate 2013 per il non aver presentato la fideiussione a garanzia, con il sodalizio rivierasco che ripartì di nuovo dal massimo campionato dilettantistico regionale grazie all’imprenditore laziale Gianni Moneti.
Fino ad arrivare al fallimento Serafino. Renzi si aggiudicò all’asta la Samb con l’intento di mantenere la Serie C. Un obiettivo che l’imprenditore romano non riuscì a centrare perchè non ottemperò al pagamento dei contributi previdenziali per circa 330.000 euro e fu costretto così a ripartire dalla Serie D. Due stagioni piene di difficoltà tecniche soprattutto l’ultima ed economiche che si sono chiuse con l’ennesimo tracollo .
Ora però la denominazione Sambenedettese potrebbe tornare presto visto che i dirigenti della San Benedetto Calcio stanno lavorando sotto traccia per provare ad ottenerla attraverso alcuni delicati passaggi burocratici. Una nuova operazione ripartenza del calcio in città quella di quest’anno che ha visto la San Benedetto calcio nascere grazie alla trasformazione del titolo sportivo del Porto d’Ascoli. Si apre una nuova pagina della storia del calcio a San Benedetto del Tronto.
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