di Luca Capponi
Sembra del tutto evidente che nella zona del fiume Castellano, quella accessibile dalla Cartiera Papale, vi siano diversi problemi di sicurezza. Tralasciando la questione relativa alla parte balneare della questione, che merita un capitolo a parte (e che negli anni ha visto purtroppo anche delle vittime), a destare preoccupazione sono le infrastrutture. Già in passato si erano susseguite numerose segnalazioni, ma a riportare in evidenza la situazione è stato l’incidente che una quindicina di giorni fa ha visto un ragazzo in motorino finire giù da uno dei ponticelli in legno che conducono al fiume. Per lui, fortunatamente, nessuna grave conseguenza nonostante il volo ad Ancona con l’eliambulanza (leggi qui). Idem per l’amico che era con lui.
Ora, dopo avere ricordato che lo scooter non è il mezzo più adatto per transitare in quei luoghi, e su questo non ci piove (alla fine del ponte c’è lo sterrato che conduce alle spiaggette), vale la pena riconsiderare un po’ tutto il quadro della situazione, a livello di segnaletica e non solo. Dove possibile, infatti, la zona, frequentatissima soprattutto d’estate, andrebbe messa in sicurezza per evitare incidenti anche peggiori. A chi il compito? Forse proprio qui risiede uno degli inghippi, vista la particolarità di quel tratto fluviale: Comune? Demanio? Enel? Provincia?
Di sicuro è la Provincia ad avere realizzato la pista ciclopedonale che si sviluppa in direzione opposta, poco dopo la sede del Sestiere della Piazzarola. Un’opera inaugurata una quindicina di anni fa, costata centinaia di migliaia di euro, che, ad oggi, risulta in stato di completo abbandono, per usare un eufemismo, dopo il cedimento di alcuni tratti. Ebbene, lo stato pietoso in cui è ridotta la ciclopedonale, denunciato più volte (leggi qui), non è segnalato da nessuna parte. E non ci sono transenne o recinzioni che impediscano l’accesso. Ergo, chiunque ci si può avventurare, come testimoniato dal video e dalle foto a corredo di questo articolo.
Lo stesso ponticello che conduce in loco, simile all’altro, presenta un vistoso quanto insidioso squarcio nel legno. A mettere a repentaglio la pubblica incolumità non è però solo il ponte, ma anche il resto del tracciato che costeggia il fiume. Le immagini parlano da sole: massi, detriti, frane, staccionate a terra, rifiuti. Vi si trova praticamente di tutto, tranne qualcosa in grado di dissuadere curiosi e avventurieri della domenica.
Percorrendo quella che ormai è divenuta una foresta si può infatti arrivare fino alla frana più importante, quella che interrompe di fatto la ciclopedonale in direzione Porta Torricella. Anche qui, la situazione è altamente rischiosa; ci sono alcuni punti scoscesi dove si può scendere al fiume ed altri che consentono di aggirare la frana, risalire e riprendere quel che resta del percorso.
Insomma, al netto di tutto il concetto resta uno. E cioè che da opera indecente, simbolo di spreco di denaro pubblico, la ciclopedonale sul Castellano, ormai da tempo, è diventata anche molto pericolosa. Dunque, sarebbe il caso di metterci mano in tal senso, anche perchè la riqualificazione oramai sembra solo un’utopia. Allora, almeno, che non diventi una trappola.
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