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Via gli animali dalle rievocazioni storiche, caccia alle firme per ottenere un referendum

INTERVISTATO dal "Corriere dell'Umbria", per Giancarlo De Salvo, 55enne torinese, è uno dei motivi di vita. Con le sue associazioni “Rispetto per tutti gli animali” e “Ora referendum contro la caccia” ne vorrebbe ottenere anche altri quattro riguardanti caccia, allevamenti intensivi ed esperimenti. La notizia ha fatto il giro delle città sedi di manifestazioni storiche come Siena e Foligno. Ora anche Ascoli
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Il Campo dei Giochi della Quintana di Ascoli, a destra Giancarlo De Salvo

 

di Andrea Ferretti

 

E’ di Torino, si chiama Giancarlo De Salvo, ha 55 anni e lo scopo della sua esistenza è difendere gli animali. E’ il presidente delle associazioni “Rispetto per tutti gli animali” e “Ora referendum contro la caccia” e da mesi sta raccogliendo le firme per ottenere ben cinque referendum: due per l’abolizione della caccia, uno per la chiusura degli allevamenti intensivi, uno per vietare esperimenti sugli animali in nome della ricerca, l’ultimo – destinato a fare rumore non meno degli altri – per la cancellazione di tutte le rievocazioni storiche, manifestazioni ed eventi dove vengono utilizzati animali.

 

Un argomento che non può non toccare Ascoli e la sua Quintana. Ma non solo. Soprattutto nel centro Italia sono numerose le Giostre cavalleresche (Palii e Quintane) con Marche e Umbria a farla da padroni. Non è un caso se il quotidiano il “Corriere dell’Umbria” oggi, domenica 13 agosto, pubblica su questo argomento un ampio servizio, con una lunga intervista a De Salvo. La notizia ha già fatto il giro nel mondo delle rievocazioni storiche, compresi il Palio di Siena e la Quintana di Foligno giusto per citarne due delle principali, non solo di Toscana e Umbria.

 

Secondo De Salvo, che si sta adoperando per ottenere le firme necessarie, dovrebbero scomparire tutte le feste della tradizione (storica e non) italiana dove compaiono animali. I referendum sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 7 aprile. Entro settembre vanno raccolte e depositate le firme (500.000 per ogni referendum) per poter chiedere alla Corte Costituzionale di esprimersi sull’ammissibilità. Insomma, tutto è meno che una passeggiata. Il quinto dei cinque referendum sperati prevede l’abolizione dell’uso di animali (quasi tutti cavalli) nelle rievocazioni storiche. “Basta eventi in cui rischiano la vita” sostiene l’attivista di Torino che non ha comunque conoscenze dirette con le rievocazioni storiche, se non attraverso immagini tv e web, tanto che rivela di aver assistito giusto a un Palio di Siena quando era bambino.

 

Lo ha intervistato il giornalista Giuseppe Silvestri e gli ha chiesto se avesse in mano statistiche sbagliate visto che i cavalli morti (le Quintane di Ascoli e Foligno nell’ultimo mese purtroppo ne sanno qualcosa) sono casi sporadici di fronte a centinaia di eventi, nulla ad esempio rispetto ai 25.000 cavalli che ogni anno vengono macellati per il consumo di carne.

 

La risposta di De Salvo: “Contro chi mangia carne di cavallo non possiamo fare niente, mentre possiamo impegnarci per abolire le rievocazioni. Ormai questo è diventato lo scopo della mia vita, così come la cancellazione della caccia e degli allevamenti intensivi”. Ed ha aggiunto: “Le rievocazioni si possono fare senza animali. Non solo cavalli, ma anche somari, oche, galline e rane. Milioni di italiani la pensano come noi”. Non sembra il tipo da arrendersi: “Siamo partiti in ritardo, il prossimo anno saremo più efficaci e attaccheremo frontalmente. I referendum impiegheranno un po’ per attecchire, ma alla fine la spunteremo. Questi cinque – ha concluso – li proporremo ogni anno fino a quando non saranno approvati e votati favorevolmente”.



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