«Sul versante ricostruzione privata siamo davanti a numeri davvero importanti: dai 223 cantieri attualmente aperti alle 202 nuclei familiari che hanno fatto rientro nelle loro case, di fatto dimezzando la spesa per il Contributo di Autonoma Sistemazione rispetto a quella sostenuta fino a qualche anno fa».
Sono parole piene di soddisfazione quelle del sindaco Sante Stangoni. Dopo i sismi del 2016/2017, il comune da lui guidato, quello di Acquasanta Terme, risultò tra i più danneggiati del cratere. Adesso, in occasione della data che ricorda i sette anni dalla tragedia del 24 agosto 2016, la situazione è ben diversa da allora, quando l’area di Parco Rio venne attrezzata con le tende per ospitare gli sfollati e la sede del Municipio risultò inagibile prima di essere delocalizzata.
«I numeri ci stanno dando conforto, ma il merito è di tutti, ci tengo subito a sottolinearlo -continua il sindaco-. Dipendenti degli uffici, tecnici, progettisti, imprese e tutti coloro i quali lavorano senza sosta, ogni giorno. Riusciamo a istruire pratiche in maniera veloce e decretare allo stesso ritmo nonostante le difficoltà oggettive riscontrate negli anni, tra cui, esempio, l’alternarsi di ben quattro commissari e le impasse dovute ai progetti non presentati e all’aumento dei prezzi».
«I risultati si vedono anche a occhio nudo, soprattutto nel capoluogo -continua-. Stesso discorso per le frazioni (Acquasanta ha un territorio molto vasto, circa 138 chilometri quadrati, ndr) anche se ce ne sono alcune ancora indietro; il problema in questi casi, purtroppo, è che non vengono presentati i progetti. Ciò nonostante, abbiamo comunque numeri altissimi: su 900 pratiche sisma, oggi ci troviamo ad avere il 40-45% di lavori in corso, percentuali difficili da trovare. Andiamo avanti così, ribadisco, sono contento ma non dobbiamo adagiarci, per questo chiedo ancor più velocità alle imprese che stanno lavorando».
Nella giornata del 24 agosto, Stangoni ha ricevuto la visita anche del capo del Dipartimento della Protezione Civile nazionale Fabrizio Curcio. «Una persona speciale e sempre attenta ai territori, che ci è stata vicinissima nel momento di estrema emergenza», la definisce.
Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, infine, la situazione è diversa. «Siamo un po’ più indietro, vero -conclude-. Non amo fare previsioni ma credo che nel 2024 potremo partire con tutti i lavori pubblici. Resto ottimista per il futuro, si può migliorare ma sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto».
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