Cambiamenti climatici, peronospora e turbolenze finanziarie mettono in ginocchio il comparto agricolo delle Marche.
«Servono aiuti e risorse per compensare la perdita di raccolto e i maggiori costi sostenuti. Altrimenti si rischia di segnare un drammatico punto di non ritorno», allerta l’onorevole Augusto Curti.
I cambiamenti climatici, tra prolungate siccità, piogge tropicali e violente grandinate, stanno generando ricadute disastrose sulle colture e sulla competitività delle aziende agricole.
«Gli agricoltori, mai come in questo frangente storico, si trovano compressi tra l’incudine del maltempo e il martello dell’incremento dei costi», continua Curti che sottolinea: «Il quadro generale, già fortemente compromesso, registra quest’anno un’ulteriore piaga: quella delle malattie funginee, favorite dalle enormi precipitazioni registrate sui territori.
In particolare, per impatto ed effetti, si segnala senza dubbio la diffusione della peronospora.
Secondo le ultime stime, questa patologia, che purtroppo colpisce coltivazioni fortemente strategiche per la nostra economia di settore, comporterà una perdita di raccolto pari addirittura al 50%.
Un’enormità se si pensa che, oltre al mancato guadagno, gli agricoltori hanno dovuto sostenere spese ingenti per i trattamenti nel tentativo di contenere le perdite.
Occorre dunque che il Governo e la Regione Marche intervengano con puntualità e soprattutto con risorse adeguate.
E’ necessario infatti prendere atto che, mai come in questo momento, il comparto agricolo sta fronteggiando complessità che non hanno carattere episodico bensì strutturale. Pertanto – conclude il parlamentare del Piceno – non si può e non si deve ragionare con il bilancino ma, al contrario, è necessario mettere in sicurezza il sistema produttivo attraverso aiuti adeguati e una strategia di lungo periodo che sia credibile e concreta».
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