Riguardo l’antica diatriba, riesumata questi giorni, in merito all’utilizzo del termine “Montepulciano” sull’etichettatura di altre denominazioni fuori dall’areale abruzzese, il presidente del Consorzio Tutela Vini Piceni Giorgio Savini dichiara: «Sorprende la nuova posizione del Consorzio di Tutela del Montepulciano d’Abruzzo riguardo l’articolo 16 del D.M. etichettatura che andrà a modificare quello vigente del 13 agosto 2012, soprattutto perché campeggia nelle pagine di stampa in un periodo estivo e non discussa nelle sedi opportune. Tutti ricordano che la modifica fu proposta anche da un parlamentare del Piceno, giustamente, per dare la possibilità ai produttori delle nostre denominazioni di origine, in particolare nel Rosso Piceno dop, il rosso più diffuso delle Marche, e nell’Offida Rosso docg, tutelati da questo Consorzio, di far conoscere realmente la composizione ampelografia delle nostre d.o.».
«Riteniamo paradossale – aggiunge Savini – che all’atto della descrizione dei vitigni che sono alla base dei nostri disciplinari, dove il Montepulciano può arrivare fino all’85%, dovremmo glissare come generico vitigno a bacca rossa. Tra l’altro la norma ammetterebbe solo una descrizione generica, in maniera discorsiva e senza evidenziazioni di carattere e non campeggerebbe di fianco al nome della denominazione. Quindi la possibilità di ravvisare concorrenze o confusione è praticamente azzerata ed il tentativo dell’utilizzo del sinonimo “Cordisco”, di cui non si rileva traccia nei nostri disciplinari, alimentando in questo caso solo confusione, appare solo un mortificante palliativo.
Confermeremo, come abbiamo già ufficialmente fatto – spiega il presidente del Consorzio Vini Piceni – la nostra posizione nel caso, inopinato, che la bozza già licenziata fosse rimessa in discussione, per un principio di correttezza e trasparenza nei confronti del consumatore e soprattutto perché il nome di un vitigno non può essere considerato proprietà privata da alcuno, né tanto meno da un Consorzio di Tutela.
Giova ricordare che anche questo Consorzio avrebbe auspicato limitare l’utilizzo di Passerina e Pecorino, vitigni autoctoni notoriamente originari anche del territorio Piceno, dovendo poi accettare l’uso generale su denominazioni di altri areali. Comunque – conclude Savini – il Consorzio di Tutela Vini Piceni ritiene che l’utilizzo del termine “Montepulciano” in etichetta andrebbe solamente a rendere più completa la descrizione delle nostre denominazioni coinvolte, Offida Rosso docg e Rosso Piceno dop, le cui immagini sono comunque note per caratteristiche e peculiarità proprie, legate al territorio di origine, da cui proviene oltre il 50 % della produzione vitivinicola regionale complessiva, grazie anche alla sapienza ed alla capacità imprenditoriale dei nostri produttori».
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