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Caos ombrelloni, da Confesercenti bordate alla Capitaneria: «Salvataggio norma equivocata, gli chalet nel giusto»

SAN BENEDETTO - Con gli stabilimenti multati e costretti a chiudere anticipatamente la stagione estiva, dopo la Confcommercio interviene l'altra associazione di categoria: «La Regione stabilisce che il servizio andava svolto fino al 3 settembre, nulla c'entra con la proroga che viene stabilita per la qualità delle acque di balneazione»
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Elena Capriotti e Angela Velenosi della Confesercenti Ascoli-Fermo

 

Un tavolo. Dove difficilmente ci si scambieranno sorrisi. Si fa sempre più teso il rapporto tra la Capitaneria di Porto di San Benedetto e le associazioni di categoria in rappresentanza dei balneari. Giovedì scorso, infatti, circa dieci stabilimenti sono stati sanzionati con multe da 1.300 euro circa, e quasi tutti hanno rimosso immediatamente le attrezzature sulla spiaggia per non incorrere nella stessa sanzione.

 

Il motivo? Secondo la Capitaneria di Porto di San Benedetto il servizio di salvataggio a mare doveva essere prorogato, rispetto al termine fissato del 3 settembre, a causa della decisione della giunta Acquaroli di prorogare la stagione balneare dal 17 settembre al 30 settembre.

 

«La nostra lettera è stata condivisa con l’Ufficio Giuridico Nazionale» precisa il direttore provinciale Confesercenti Ascoli-Fermo, Elena Capriotti, «abbiamo ricevuto tante chiamate dai nostri balneari soci che si adoperano da sempre al fine di operare nel rispetto delle normative vigenti. Invece il populismo accusa subito i balneari con dichiarazioni che mettono in cattiva luce una categoria. Serve un tavolo urgente

 

LEGGI QUI LA LETTERA TECNICA DELLA CONFESERCENTI alla Capitaneria San Benedetto del Tronto

 

«L’articolo 1 del Regolamento Regionale n. 2/2004 che disciplina l’utilizzazione del litorale marittimo della Regione per finalità turistiche ricreative, fissa la durata della stagione balneare dal 1° aprile al 30 settembre di ogni anno. L’art 2-bis dello stesso Regolamento, dedicato specificamente al servizio di salvataggio, prevede che i titolari degli stabilimenti balneari garantiscono il servizio di salvataggio nel periodo compreso tra il secondo sabato di giugno e la prima domenica di settembre. L’obbligo di prestare il servizio di salvataggio, dunque, non segue la durata della stagione balneare» è la prima considerazione tecnico-giuridica della Confesercenti.

 

Addirittura l’associazione di categoria richiama una Ordinanza della stessa Capitaneria di Porto sulla sicurezza balneare, la numero 22 del 2019, per rafforzare questa lettura della norma regionale.

 

«L’equivoco, a nostro avviso, nasce dalla Deliberazione della Giunta Regionale 1266, del 31 agosto 2023» con la quale la regione, in attuazione di una direttiva europea del 2006 sulla qualità delle acque di balneazione, ha modificato una precedente delibera di giunta con la quale stabiliva come termine della stagione balneare il 17 settembre, data prorogata al 30.

 

«Ma ciò riguarda, si ribadisce, problematiche inerenti il controllo della qualità delle acque di balneazione, nulla ha a che vedere con una ipotizzata estensione della durata della stagione balneare (di cui d’altra parte non vi sarebbe stato bisogno, poiché il Regolamento n. 2/2004 già la fissa al 30 settembre) al fine di farne discendere l’applicazione agli stabilimenti balneari degli obblighi di prestazione del servizio di salvataggio, che rimangono fissati, come termine finale, alla prima domenica di settembre.»

 

Dunque un intervento durissimo nei contenuti pur se moderato nei toni, che segue quello della Confcommercio. Ci sarà modo probabilmente di capire se qualcuno ha sbagliato. Al momento, a pagare è la città di San Benedetto e tutta la Riviera delle Palme, con una stagione chiusa bruscamente in anticipo alla faccia delle promesse di destagionalizzazione.


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