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Piano Regolatore, la minoranza rigetta gli indirizzi comunali: «Parole vuote, quali sono le reali intenzioni?»

SAN BENEDETTO - A contrastare il progetto portato avanti dall'Amministrazione Spazzafumo sono Annalisa Marchegiani, Luciana Barlocci, Giorgio De Vecchis, Paolo Canducci, Aurora Bottiglieri e Simone De Vecchis
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Urbanistica, è scontro fra maggioranza e opposizione sul nuovo piano regolatore

 

di Giuseppe Di Marco

 

Non c’è piano regolatore senza un durissimo confronto, a monte, fra maggioranza e minoranza. San Benedetto non fa eccezione: a due giorni dal Consiglio comunale in cui sono stati ratificati gli indirizzi per la stesura del futuro prg, l’opposizione rigetta in blocco la delibera.

 

I motivi sono tanti e disparati. Per Annalisa Marchegiani, la delibera risulterebbe uguale a quella adottata in altri Comuni: «Questa Amministrazione – dichiara la consigliera del gruppo misto – non ha una visione della città e non ne conosce le esigenze. Questa è una delibera scopiazzata, figlia di vari pellegrinaggi al comune di Fano, che però non hanno prodotto il miracolo sperato. Si è anche mutuato l’approccio olistico dal comune di Mendrisio. Noi uno schema direttore ce lo abbiamo già e l’indirizzo non può essere generico. Voglio poi ricordare che la nuova proposta di legge regionale in ambito urbanistico prevede diverse procedure di redazione dei piani regolatori. Quindi ci vorrà tempo. Il sindaco condivide ciò che ha detto l’Anci Marche? Una delle criticità rilevate riguarda il percorso da seguire per arrivare al prg, piuttosto lungo e complicato. Per arrivare a cosa? Ad un piano obsoleto, presumo. Io credo che se si inizia un percorso, si deve essere nella condizione di concluderlo: qui, invece, la maggioranza è in bilico e la delibera, pertanto, risulta intempestiva, nonché immotivata».

 

Per Giorgio De Vecchis, poi, la giunta non avrebbe dovuto delibera nulla, in quanto la materia non sarebbe di sua competenza: «In 25 anni di Consiglio comunale – spiega il capogruppo del misto – è la prima volta che mi trovo davanti ad una delibera che non rispetta il buon andamento della macchina. L’urbanistica è materia del Consiglio: la giunta ha competenze residuali. Siamo di fronte allo scadimento più totale dell’etica politica. Invece di approvare un atto del genere, si sarebbe potuto fare una variante generale alle norme tecniche vigenti. Una in cui, magari, si dica che il piano casa non si fa più».

 

Il contenuto della delibera, infine, viene sviscerato da Paolo Canducci: «Qui si parla di indirizzi – commenta il capogruppo dei Verdima su quali parti della città si concentrano gli indirizzi di questa Amministrazione? Sul centro? Su Porto d’Ascoli? Oppure sulle lottizzazioni che non si riescono a chiudere da anni? Nella delibera non c’è scritto e quindi non capiamo la fretta per questo atto, completamente vuoto. E poi, la delibera parla di urbanistica “concertata”, della necessità di fare interventi certi e rapidi. Quindi cosa si vogliono fare, delle varianti? Il dubbio mi viene, visto che si parla di flessibilità rispetto all’attuale prg. Qui non si ha il coraggio di dire cosa si vuole realmente fare».

 

A sostenere le medesime posizioni sono, infine, anche Luciana BarlocciAurora BottiglieriSimone De Vecchis.


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